Pensione Angela

FullSizeRenderI preparativi del G7 nel bel castello di Elmau sono terminati e tutto è pronto per lo show. Da indiscrezioni della stampa tedesca è emerso che per Barack Obama è stata predisposta una suite di 220 metri quadrati. Non è dato sapere come saranno sistemati gli altri leader, a cominciare dalla padrona di casa, la cancelliera Angela Merkel. Tuttavia è lecito pensare che anche la loro “accomodation” sarà spaziosa e dotata di ogni confort, bagno in camera con asciugacapelli compreso. I primi capi di stato sono già arrivati. Unica nota di incertezza, il tempo. Ieri un violento temporale si è abbattuto su Garmisch.

Dunque comincia oggi a Schloss Elmau il summit dei summit. Con esso comincia quella che sarà ricordata come la più grande e costosa conferenza politica mai realizzata in Baviera. Il balletto delle voci sui conti relativi ai costi sembra essersi fermato intorno alla cifra di 150 milioni di euro. Alcune delle proteste annunciate hanno già avuto luogo.

Giovedì erano in trentamila a protestare pacificamente a Stachus, nel centro di Monaco. Durante questa dimostrazione sono stati tenuti dei comizi in cui si è parlato, tra l’altro, anche di TTIP (in inglese, Transatlantic Trade and Investment Partnership), il trattato di libero scambio in fase di negoziazione tra America ed Europa. Un trattato, il TTIP, di cui in Italia si parla pochissimo, ma che è particolarmente inviso a gran parte dei cittadini tedeschi. D’altra parte, in Italia – e qui apriamo una parentesi – persino di questo G7 i giornali maggiori, la radio e la TV parlano poco o niente, occupati come sono a inseguire l’ultima notizia del giorno, preoccupati a dare risalto agli scandali locali quotidiani più che agli eventi globali e alla politica internazionale. Chiusa parentesi.

Ieri sempre a Monaco molte migliaia di cittadini hanno partecipato pacificamente ad un’altra grande manifestazione. Questa ha avuto luogo a Königsplatz, la Piazza del Re, un vasto piazzale che negli anni del nazionalsocialismo veniva spesso utilizzato da Hitler a fini propagandistici e militari. Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi politici e non, associazioni e organizzazioni non governative. Si è parlato di povertà e fame nel mondo, fattori strettamente legati che affliggono circa un miliardo di persone e che sono concause di guerre e migrazioni. Era presente anche la signora Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia e premio Nobel per la pace nel 2011, che ha lanciato un appello vibrante ai capi di stato del G7: impegnarsi perché nel mondo venga finalmente debellata la fame. La presidente della Liberia quest’anno è presente al G7 in qualità di ospite, insieme ad alcuni altri capi di stato e di governo di paesi del terzo mondo: Etiopia, Tunisia, Nigeria, Senegal e Iraq.

Un’altra dimostrazione ha avuto luogo, sempre ieri, all’uscita dell’autostrada Monaco – Garmisch, non lontano dal luogo del summit, dal castello di Elmau. In quest’ultima dimostrazione ci sono state alcune scaramucce tra dimostranti e polizia. Ma nulla di preoccupante in confronto alle azioni vandaliche di Milano (Expo 2015) o Francoforte (inaugurazione della nuova sede della Banca Centrale Europea).

Oggi è previsto un breve incontro di Angela Merkel e Barack Obama con la popolazione di Krün, il paesino più vicino alla sede del meeting. Krün è un tranquillo luogo di villeggiatura abitato da tedeschi abbienti. In vista del summit l’intera area intorno al paesino è stata interessata da lavori di miglioramento da molti ritenuti superflui. È improbabile che i cittadini di Krün esprimano dissenso e proteste nei confronti del G7 o della Merkel e di Obama. Sarebbe bello e interessante se i due capi di stato incontrassero anche una delegazione dei dimostranti contrari al G7, magari quelli più agguerriti.

Di manifestazioni di protesta i vari G7 succedutesi negli anni ne hanno conosciute svariate e quelle di quest’anno non saranno certamente le ultime. Aldilà delle degenerazioni di cui si sono resi responsabili gruppi di estremisti quali i black bloc, va detto che tali manifestazioni sono la punta dell’iceberg di un fenomeno ormai abbastanza diffuso. Un fenomeno che è espressione di una disaffezione sempre più ampia e marcata della società civile verso la politica ed i suoi rappresentanti.

di Pasquale Episcopo

foto: Sueddeutsche Zeitung

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