Parigi-Roubaix, con il mitico “inferno del nord” prosegue la stagione delle grandi classiche del ciclismo

Parigi-Roubaix, una corsa mitica per gli appassionati del ciclismo. L’hanno soprannominata “l’inferno del nord” per i suoi 29 terribili tratti di pavè distribuiti in 257 chilometri. La partenza – domenica prossima – non sarà da Parigi ma da Compiègne. L’arrivo è nel velodromo di Roubaix ed anche questo fa colore. Perché, per motivi di sicurezza dei ciclisti, solo la Roubaix prevede ancora questo tipo di arrivi, tra le grandi classiche.

I settori di pavè più impegnativi sono quelli della Foresta di Arenberg, di Mons-en-Pévèle e del Carrefour de l’Arbre. Qui si farà la selezione che, di volta in volta, provvederà a ridurre il numero dei battistrada. Finché, come spesso accade, ne rimarrà solo uno: il più forte. Almeno, questo è stato il verdetto della quasi totalità delle 116 edizioni che si sono succedute sinora.

I plurivincitori della Parigi-Roubaix, italiani compresi

Proprio perché nell’ “inferno del nord” il successo arride spesso ai più forti, l’ albo d’oro della Parigi-Roubaix è costellato da plurivincitori. All’epoca del ciclismo eroico, al transalpino Octave Lapize riuscì addirittura la “tripletta” (1909-10-11). Nel dopoguerra, a tagliare tre volte per primo il traguardo, nel mitico velodromo, fu il belga Rik Van Looy, che fu anche due volte secondo e una volta terzo. La tripletta riuscì anche al “cannibale” Eddy Merckx (1968-70 e 73). Il record di quattro vittorie appartiene, invece, a Roger De Vlaeminck, accompagnato da tre secondi posti e da un terzo.

Il nostro Francesco Moser riuscì ad eguagliare la tripletta di vittorie consecutive del mitico Lapize, dal 1978 al 1980. Le prime due volte lo fece superando proprio De Vlaeminck. Scusate se è poco. Altre due volte Moser si piazzò secondo e due volte terzo. In anni più recenti, Tom Boonen eguagliò il record di quattro vittorie del suo connazionale mentre lo svizzero Cancellara si è fermato a tre.

Tra gli italiani, oltre a Moser, spicca l’unica vittoria (1949) dello sfortunato Serse Coppi, il fratello allegro del “campionissimo” triste. Per non essergli da meno, Fausto vinse l’anno successivo. Da segnalare la vittoria per distacco di un grandissimo Felice Gimondi, nel 1966 e la “doppietta” di Franco Ballerini (1995 e 1998). Poi, dopo la vittoria di Tafi (1999), è ormai un ventennio che siamo a digiuno.

Al vincitore è attribuito il soprannome di Monsieur Roubaix

Siamo pessimisti, per quanto riguarda gli italiani, anche sul risultato della
Parigi-Roubaix di quest’anno. A dire il vero lo eravano anche prima della partenza del Giro delle Fiandre, di domenica scorsa. Invece, il toscano Alberto Bettiol ha zittito tutti, stracciando i favoriti, alla maniera dei grandi campioni. Il ciclista di Poggibonsi è scattato sull’ultimo “muro” ed è arrivato da solo al traguardo. Bettiol, tuttavia, non sarà alla partenza, preferendo risparmiarsi per la Amstel Gold Race, che più gli si addice. Assente anche Nibali, che invece punta alla Liegi-Bastogne-Liegi.

L’onore del tricolore, quindi, è affidato alle gambe di Matteo Trentin, che vanta un quinto posto, nel 2017. Il “favoritissimo”, tuttavia, è lo slovacco Peter Sagan , tre volte campione del mondo e vincitore l’anno scorso. Era il favorito anche quindici giorni fa, alla “Sanremo”, dove è arrivato quarto e la settimana scorsa al “Fiandre” (11°). Stavolta non può sbagliare ma riuscire nella doppietta consecutiva non è cosa semplice, nell’inferno del nord.

A contendere a Sagan il soprannome di Monsieur Roubaix, attribuito normalmente al vincitore di questa grande classica, sono soprattutto i belgi. Tra costoro spiccano l’oro olimpico Van Avermaet (vincitore nel 2017) e il giovane Van Aert. Per quanto riguarda il due volte secondo Zdeněk Štybar, presentatosi in gran forma già alla “Sanremo”, i risultati, sinora, hanno dato torto ancor più che a Sagan. Assenti l’olandese Niki Terpstra (primo nel 2014), finito all’ospedale per una caduta in allenamento e il vincitore della “Sanremo” Julian Alaphilippe (problemi al ginocchio), sono in rialzo le quotazioni del norvegese Alexander Kristoff e del tedesco John Degenkolb (primo nel 2015). A nostro parere, sarà uno di questi due o lo slovacco Sagan a conquistare la vittoria nel velodromo di Roubaix.

Fonte foto: Il Foglio

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