Paris Roubaix: Sagan vince alla…..Sagan! Ore di apprensione per Goolaerts

Vittoria bellissima per il campione del mondo Peter Sagan alla Parigi Roubaix, la regina delle classiche, si attendono invece notizie confortanti dall’ospedale di Lille dopo l’arresto cardiaco che ha colpito il giovane belga della Willems-Crelan.

IL PERCORSO

La Paris Roubaix è chiamata l’inferno del nord, basterebbe questo per descrivere il carattere ed il pavè che la compongono, dove Mons en Pevele (in foto), il Carrefour de l’Arbre e soprattutto la foresta di Arenberg sono i luoghi monumento di una fatica incredibile che i tifosi ed i ciclisti aspettano tutto l’anno. Il pavè della Roubaix  è cattivo, brutale, è un martello che ad ogni metro ti batte sulle ginocchia mentre un coltello trafigge i polpacci. Ti guardi attorno e vedi il nulla, campi e casette, casette e campi, l’odore del letame degli allevamenti che ti entra nel naso insieme alla terra polverosa che si alza a nuvole e ti colora la faccia di nero. Le vibrazioni danno dolori lancinanti alle braccia, alle mani, a quello che rimane della schiena e dei glutei. In mezzo a questo nulla di dolore attraversi stradine di campagna dove i tifosi si assiepano anche nei cespugli e riempono all’inverosimile ogni curva, attraversi una foresta che costeggia l’entrata di una miniera e dove anche i daini non riescono a correre, una strada dove non sai se siano peggio le pietre con dislivelli di 10 centimetri oppure i binari della vecchia ferrovia che l’attraversa, la strada di un crocevia dove le pietre sono così sconnesse che puoi incastrarci la bici in mezzo. Non c’è un metro di salita, uno che sia uno, ma dopo 257 km, 54 dei quali spalmati in 29 settori di pavè, sono pochi quelli che riescono a terminare la corsa dentro allo storico Velodromo di Rooubaix, perchè le torture sopracitate fanno si che questa risulti la gara più dura e selettiva del mondo, dove chi arriva al traguardo lo fa con il volto trasfigurato da fatica e polvere.

LA GARA 

L’avvio è dalla periferia di Parigi (Compiegne), i ciclisti che iniziano a correre con il meteo che, dopo la pioggia abbondante dei giorni scorsi, concede una santa tregua e regala una domenica di sole e temperature gradevoli. I chilometri di avvicinamento ai tratti di pavè scorrono sotto l’occhio attento gruppo che lascia andare in avanscoperta un manipolo di poco meno di dieci unità, in cui spiccheranno il belga Wallays ed il campione elvetico Dillier. La fuga raggiunge un vantaggio massimo di 7’30” prima che il gruppo inizi a recuperare con l’avvicinarsi delle fasi più importanti di gara. Dopo 93 chilometri i giochi si fanno seri, come da tradizione il primo tratto di pavè, quello di Troisville, infiamma subito la corsa che diventa di colpo una selezione per la sopravvivenza. All’imbocco di Troisville il gruppo viene subito falcidiato da cadute a ripetizione e da plotone compatto assume la forma di un lungo serpente in fila indiana che ben presto si dividerà in piccoli gruppi. Nei primi tratti di pavè va purtroppo registrata la caduta di Micheal Goolaerts, belga non ancora 23 enne che rimane vittima di una brutta caduta e viene trasportato al vicino ospedale di Lille. Non si sa se la caduta sia stata procurata da un arresto cardiaco o se quest’ultimo sia una conseguenza dell’impatto con le pietre. La tv francese sostiene la prima ipotesi, affermando che il ciclista prima di essere trasportato in ospedale abbia perso conoscenza più volte e che sia stato sottoposto a massaggio cardiaco citando come fonte il direttore della Veranda Willems-Crelan, il Sig. Michiel Elijenz. La squadra non ha fornito un comunicato stampa ufficiale della situazione in cui fa luce in merito, ma si limita a comunicare che le condizioni del ragazzo sono stabili e che verranno fornite delucidazioni al più presto.

La QuickStep sembra poter controllare la corsa forte del livello dei suoi uomini, con Gilbert e Stybar che piazzano più volte uno scatto per smuovere le acque e tentare un colpo a sorpresa. Gilbert ci prova nella foresta di Arenberg, quando di chilometri ne mancano poco meno di 100. Stybar ci prova in seguito ma il suo vantaggio non supera i 20”, con una situazione di sostanziale stallo quando di chilometri al termine ne mancano circa settanta e la fuga ha ancora 1’30” di margine.

ECCO PETER

Quando di chilometri ne mancano sessanta i favoriti, ossia Vanmarcke, Terpstra, Gilbert, Stybar, Vanavermaet, Sagan e Van Aert, sono tutti in prima fila e piazzano a rotazione qualche timido scatto per vedere la reazione degli avversari. A 54 km dal traguardo lo scattino lo piazza Sagan che non viene inizialmente seguito da nessuno, il campione del mondo insiste senza spingere troppo e da dietro nessuno risponde, Sagan aumenta, dietro tutti fermi. Quando in gruppo si accorgono che Sagan può arrivare al traguardo sono passati 10 chilometri e lo slovacco ha un vantaggio che sfiora il minuto; gli avversari provano a riorganizzarsi per l’inseguimento ma Sagan inizia a pedalare con sempre più decisione ed il distacco, tra varie fisarmoniche, non scende mai sotto il minuto. Sagan in testa alla corsa ha trovato la collaborazione di Wallays e Dillier, in fuga sin dal mattino, i quali sanno che tenere le ruote del loro avversario potrebbe voler dire arrivare sul podio. Con l’avvicinarsi del traguardo dietro si accorgono che la frittata è anche bella grande, perchè Sagan gestendo lo sforzo nei primi chilometri dell’azione e tirando fuori tutto il suo potenziale nella seconda parte del suo attacco è oramai un un jet inarrestabile che sta planando verso il velodromo; Wallays esausto si stacca mentre Dillier apporta una minima collaborazione alla causa, scomposto, stremato, sgraziato al confronto di Peter Sagan che sembra divorare l’asfalto e le pietre che scorrono sotto i suoi colpi di pedale potenti ma al contempo aggraziati e stilisticamente belli da vedere. Tra gli inseguitori Terpstra tenta il tutto per tutto ed inizia a mulinare velocemente i pedali cercando di recuperare il tempo perso, ma Sagan e Dillier sono oramai alle porte del velodromo, si giocheranno tutto in volata. All’entrata dei due ciclisti nel velodromo Sagan è ovviamente il favorito e Dillier la vittima designata. Lo svizzero però male che vada chiuderà in seconda posizione e cerca di giocarsi le sue carte ma Sagan è troppo furbo e troppo più forte del rivale per farsi sorprendere, domina la volata e taglia il traguardo ( in foto) a braccia alzate  esultando per aver compiuto un numero da capogiro che manda in visibilio tutti gli appassionati. Terza posizione per Niki Terpstra della QuickStep, che dopo aver conquistato il Fiandre sette giorni fa non ripete l’impresa dovendo capitolare allo strapotere odierno del campione del mondo.

Foto: foto 1 archivio personale, foto 2  BettiniPhoto, foto copertina wielerrevue.nl

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