Novità sui fondi strutturali Europei 2021-2027

Ambiti sui quali si misurerà la competitività dell’Italia in sede Europea

Gli ambiti sui quali si misurerà la competitività dell’Italia in sede Europea saranno: Ricerca, Innovazione, Clima, Energia, Connettività e Diritti Sociali.

Il QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) 2021-2027 dovrebbe essere fissato a 1.324,1 miliardi di euro a prezzi 2018, che rappresenterebbe l’1,3% dell’RNL dell’UE-27.  Secondo il Parlamento europeo occorrerebbe: fissare la dotazione finanziaria del programma di ricerca Orizzonte Europa a 120 miliardi di euro (prezzi 2018); rafforzare il programma di investimenti InvestEU; incrementare i finanziamenti per le infrastrutture di trasporto e le PMI; mantenere il finanziamento delle politiche agricole e di coesione a lungo termine; raddoppiare le risorse per affrontare la disoccupazione giovanile, triplicare le risorse per Erasmus+; fissare il contributo dell’UE per gli obiettivi climatici a un minimo del 25% della spesa del QFP, per portarla al 30% il prima possibile e non più tardi del 2027.

E’ in sede europea che si definiscono le strategie di indirizzo sui Fondi Strutturali destinati ai Paesi membri della Comunità Europea. Solitamente sono solo gli addetti ai lavori a comprenderne gli aspetti tecnici e a seguire la materia più da vicino, vista la farraginosa macchina amministrativa e finanziaria che li governa ma, in realtà, l’interesse dovrebbe riguardare ogni singolo cittadino europeo dal momento che, in una certa qual misura, contribuisce a comporre quel fondo di redistribuzione e successivamente ne diventa beneficiario in sede di attivazione dei programmi di sviluppo in cui il proprio Stato di appartenenza decide di investire.  

Il settennato 2014-2020 dei Fondi strutturali assegnati dall’Europa ai Paesi membri sta per concludersi ed è già tempo dei negoziati per gli accordi sul QFP 2021-2027. Dal maggio 2018 la Commissione europea ha dato il via ai lavori rendendo noto il riferimento finanziario e normativo della futura programmazione europea; ha presentato le proposte del nuovo bilancio europeo e dei Regolamenti riferiti alla Politica di coesione 2021-2027, ed ha dato le sue indicazioni tenendo conto dell’Unione europea a 27 stati membri e del recesso del Regno Unito.

Sui tavoli del confronto, in corso anche in questi giorni, si registra una netta divisione fra gli Stati del Nord d’Europa che insistono per un bilancio sostenibile che non vada oltre l’1% del RNL (reddito nazionale lordo) dei 27 Stati membri e che finanzi le nuove priorità e i settori che possono supportare maggiormente la competitività europea tramite maggiori tagli alle politiche tradizionali, come PAC (Politiche agricole comune) e politiche di coesione, e gli altri  Stati membri che, invece, ritengono insufficiente il livello generale di ambizione espresso dalla Commissione europea (l’1,3% del RNL dell’UE-27 ) e chiedono risorse sufficienti per finanziare non solo le nuove priorità (migrazioni, difesa, sicurezza) e i settori fondamentali per la competitività dell’UE (ricerca e innovazione, infrastrutture, spazio, digitale), ma anche le politiche tradizionali (politica agricola comune e politica di coesione), mantenendo le dotazioni di queste ultime al livello dell’attuale QFP 2014-2020.

Nelle sedute del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019 si è ufficialmente dato avvio ai tavoli tecnici su questioni chiave legate al prossimo QFP per affrontare temi legati ai volumi dei principali settori strategici, al finanziamento, comprese le entrate e le correzioni, nonché alle condizioni e agli incentivi. In quella sede è stata sollecitata anche la Presidenza finlandese a presentare uno schema di negoziato completo di cifre prima del Consiglio europeo del dicembre 2019 e sono stati anche invitati i leader dell’UE ad accelerare i negoziati al fine di raggiungere un accordo in Consiglio entro la fine dell’anno per far partire in tempo i nuovi programmi all’inizio del 2021. In questo scenario dunque il negoziato tra il Governo italiano e Bruxelles sulla prossima programmazione 2021-2027 è in corso e in piena attività.

L’Italia in tale sede di negoziazione ha rappresentato l’ampia diversità geografica che contraddistingue il paese e la necessità di interventi tenendo conto delle caratteristiche tipiche delle regioni italiane, diverse per conformazione e collocazione geografica. La proposta è quella di “strategie territoriali attuate in sinergia con gli altri obiettivi politici, con il fine primario di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle zone più colpite dalla povertà”.

Ma c’è un particolare sforzo che i tecnici della Commissione chiedono all’Italia per vederla maggiormente competitiva in ambito Europeo e riguarda una maggiore incisività che l’Italia è chiamata a dimostrare sui temi cardini dei fondi strutturali europei 2021-2027 ossia la ricerca e l’innovazione; il clima e l’energia; la connettività;  i diritti sociali.

Nello scenario generale, la principale sfida per il futuro bilancio dell’UE sarà quella di assicurare un adeguato finanziamento sia per le cosiddette politiche tradizionali dell’UE (politica di coesione e politica agricola comune, che assorbono circa il 70% dell’attuale QFP(2014-2020) che per una serie di nuove priorità che sono emerse negli ultimi anni e che necessitano per il futuro di maggiori risorse (gestione del fenomeno migratorio, sfide per la sicurezza interna ed esterna dell’UE, rafforzamento della cooperazione tra Stati membri in materia di difesa).

Le novità messe in campo dalla Commissione Europea sono: l’introduzione di nuove fonti di finanziamento per il bilancio UE e la modernizzazione della spesa. L’idea è quella di considerare i fondi europei il valore aggiunto per l’ottenimento di risultati che  gli Stati  membri da soli non sarebbero in grado di conseguire; garantire una maggiore trasparenza e semplificazione dell’utilizzo dei fondi attraverso la riduzione del numero di programmi finanziati di oltre un terzo (da 58 a 37) razionalizzando al massimo l’uso degli strumenti finanziari; semplificare attraverso la riorganizzazione generale la struttura del QFP, con il passaggio da 5 a 7 rubriche (*) principali di spesa più chiaramente collegate alle priorità politiche dell’Unione.

In un’attica di maggiore semplificazione, flessibilità ed efficienza gli 11 obiettivi tematici che avevano caratterizzato il periodo 2014-2020 verranno sostituiti da cinque obiettivi (**) più ampi, i quali consentiranno agli Stati una maggiore flessibilità nel trasferire le risorse nell’ambito di una priorità.

Anche a livello di programmazione si ravvedono delle novità legate alla semplificazione, infatti, per la prima volta, si richiede di compilare un solo documento strategico semplificato per ogni Stato. Si tratta dell’Accordo di partenariato, documento con il quale ogni Stato dovrà indicare gli obiettivi che intende perseguire e i fondi strutturali (***) che vuole utilizzare per raggiungerli.

Infine il Parlamento Europeo ha previsto degli Strumenti speciali (****) per consentire all’Unione, in specifiche circostanze, di spendere risorse anche oltre i massimali stabiliti dal QFP.

Per una migliore comprensione, si rimanda alla schede di approfondimento allegate all’articolo.

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