Maurizio Battista, la gavetta…dalla Cantina al Sistina

Un esilarante Maurizio Battista nello spettacolo Sempre più convinto… dalla cantina al Sistina, ancora in scena questo fine settimana e fino al 10 ottobre sul palco del celebre teatro. Il comico questa volta narra la propria escalation professionale, e come sempre porta avanti il suo monologo attraverso annedoti ed episodi che intrisi  della   genuina romanità che lo contraddistinguie, si accompagnano all’unicità dei gesti e delle pause beffatrici. Racconta degli esordi, di quando si esibiva negli scantinati dei locali della capitale e come tutti gli artisti indossava il cappotto dall’inizio alla fine dello spettacolo. No; non lo indossava per il freddo; piuttosto come tutti i suoi colleghi per il timore, alquanto concreto, che glielo rubassero. Da qui il titolo…, dalla Cantina al Sistina, significato trasposto anche negli abiti di scena; ovvero nel cappotto indossato dall’ironico Maurizio per tutta la durata dello show, proprio come una volta. Tuttavia è in quelle cantine  che sono nati i pezzi più celebri e spassosi del suo repertorio, gli stessi divenuti i suoi cavalli di battaglia, come “Paletta e Secchiello”; “La Siringa”; e il famoso “Portaportese”. Poi si sofferma su altre fasi della sua vita, e servendosi di un escamotage giunge a raccontare le favole odierne illustrandole  con i cartelloni dei cantastorie. Dietro ogni nome una velata allusione ad uno dei quei tanti fatti che hanno riempito le pagine delle riviste di gossip e dei quotidiani durante l’estate. E così tra il Principe Secchione; la Principessa Tulipani e il Principe Ciccione, ogni riferimento risulta puramente casuale. Insomma storie romanzate alla Battista, sulla scia delle note di un menestrello; o meglio di un intero gruppo musicale; l’Acquafono band per accompagnare lo spettatore sino al canzonatorio lieto fine.

Simona Santanocita

Foto: Carlotta Domenici

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