Lucia e la Svezia, una Santa e una ciambella allo zafferano – Santa Lucia in Sweden, for a saint and a saffron bun

C’era una volta in Italia, in Sicilia, una bambina nata nobile, a cui i genitori dettero il nome di Lucia.

La ragazza crebbe come una devota Cristiana in quel tempo in cui l’Impero Romano non accettava di buon grado questa inclinazione.

Secondo le antiche trascrizioni, la vergine Lucia molto presto espresse il suo desiderio di consacrare la sua vita a Cristo e donare tutte le sue ricchezze ai poveri e ai bisognosi della nativa città di Siracusa.

Una volta udito questo, il suo fidanzato, sentendosi rifiutato dalla sua preferenza per Cristo ed inferocito per il tradimento delle sue future aspettative, accusò pubblicamente la giovane Lucia di essere una Cristiana. Durante la persecuzione del periodo Diocleziano, questo era un crimine punibile con la morte.

La leggenda ci riporta che l’uccisione di Lucia fu difficile e lungamente contrastata con successo dalla sua forte fede. Il fuoco non la bruciava, il bue non la colpiva, la violenza e lo stupro non la distrussero.

Resistette fino a quando le guardie non sfoderarono la spada e la decapitarono a morte, rendendola una martire.

Era il 13 Dicembre dell’anno 304. Lucia venne poi proclamata Santa per la sua profonda fede e la celebrazione del suo ricordo fu conosciuto come il giorno di Santa Lucia, celebrato in tutto il mondo.

In tutto il mondo ma in nessun posto più che in Svezia dove Lucia è celebrata da secoli!

Per un paese prevalentemente laico, Santa Lucia (Sankta Lucia in svedese) è un grande evento largamente festeggiato il 13 Dicembre, dalle profonde e buie foreste del Nord, ai laghi blu e alle coste del Sud della Svezia.

Ciambelle allo zafferano

La tradizione vuole che la sera precedente, gli svedesi preparino o comprino panini, attorcigliati come la sagoma di un gatto, fatti con cannella, noce moscata e zafferano in preparazione della imminente festività.

Secondo la legenda, il diavolo (Lucifero) sotto forma di un gatto andava in giro a picchiara i bambini mentre allo stesso tempo Gesù sotto forma di un bambino offriva le ciambelle ai bravi bambini.

Per disprezzo e per tenere lontano il male, la ciambella a forma di gatto fu resa luminosa e splendente con il colore dello zafferano e fu poi mangiato, allontanando così l’oscurità.

Tradizionalmente, l’alba del giorno di Santa Lucia è celebrata ovunque, nelle case, nelle chiese, nelle scuole e negli uffici del paese.

Le luci si abbassano, un flebile canto si sente in lontananza e ognuno si volta a vedere da dove provenga. Il canto si fa sempre più forte a mano a mano che la processione di donne e uomini, ragazzi e ragazze che indossano lunghe vesti bianche e impugnano candele entrano nella stanza.

La processione è guidata da Santa Lucia che indossa una tunica bianca con un fiocco rosso stretto in vita. Lucia indossa una corona di candele accese sulla testa.

E’un momento di grande atmosfera: la stanza è completamente buia fatta eccezione per la luce delle candele della processione mentre questa si muove verso il centro della stanza continuando a produrre i canti tipici.

Le candele e la fascia rossa, simboli della festa di Santa Lucia

I canti hanno di solito gli stessi temi: speranza, pace e auguri positivi ma il più atteso e suggestivo è sicuramente la canzone di Santa Lucia i cui versi recitano:

‘la notte scende pesantemente su cortili e dimore.

Nei posti non raggiunti dal sole, le ombre si moltiplicano.

Nelle nostre case buie, lei viene portando candele illuminate …

Santa Lucia, Santa Lucia”.

Questa antica e così importante esempio della tradizione culturale svedese, sembra non avere così tanto in comune con la vita della Santa Siciliana e con il modo con cui essa viene celebrata nella sua terra di origine.

Ma una cosa accomuna Svezia ed Italia nel ricordo di Santa Lucia: la melodia (Luciasangen) recitata in Scandinavia fu scritta dal compositore napoletano Teodoro Cottrau che la chiamo proprio Santa Lucia!

In questi lunghi, freddi e bui inverni svedesi, Lucia ci porta luce e speranza. Lei è attesa e molto benvenuta, e mentre la aspettiamo mangiamo le nostre ciambelle allo zafferano a forma di gatto in attesa che i giorni poco a poco diventino sempre più luminosi.

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Santa Lucia in Sweden, for a saint and a saffron bun

Once upon a time on the Italian island of Sicily a baby girl was born of noble stock, and her parents decided to name her Lucia.

The girl grew up a devout Christian at a time when the Roman Empire didn’t take kindly to such inclinations.

According to the oldest records, the virgin Lucia very early expressed a desire to be consecrated to Christ, and to donate all her riches to the poor and needy of Syracuse.

Upon hearing this, her betrothed, scorned by her preference for Christ and enraged over the loss of his future fortune, accused Lucia of being a Christian. During the Diocletianic persecution, this was a crime punishable by death.

Legend tells us that the killing of Lucia was first thwarted by her faith; fire could not burn her, oxen could not move her, and rape could not break her. It wasn’t until the guards took a sword and struck her neck that she finally succumbed to her death, thus becoming a martyr.

The day was December 13 in the year 304. Lucia was proclaimed a saint for her unwavering faith and her feast day, known as Saint Lucia Day, has since been celebrated throughout the world. And never more so than in Sweden, where she has been celebrated for centuries.

For a country that is predominantly laic like Sweden, Saint Lucia (Sankta Lucia) is a very big deal, and she is widely celebrated on the 13thDecember, all the way from the deep and dark northern woods to the blue lakes and shores of the south.

The evening before Lucia, Swedes everywhere bake or buy the curled-up-cat-shaped cinnamon, nutmeg and saffron Lucia-buns known as Lussekatter in preparation for the festivities to come.

According to legend, the devil (Lucifer) in the shape of a cat was beating children, while Jesus, in the shape of a child, was handing out buns to the good children.

To spite and to keep the dark one at bay, the cat-shaped buns were colored by the beautifully bright saffron and eaten, thus shutting out the darkness.

Traditionally, the dawn of Lucia-day is celebrated everywhere, in homes, churches, schools and offices across the land.

The lights are dimmed, a faint singing is heard in the distance, everyone turns to see where it’s coming from, and it grows louder as a procession of women and men, boys and girls dressed in long white gowns and holding candles enter the room.

The procession of Sankta Lucia in Stockholm

The procession is headed by Sankta Lucia, she is dressed in a white gown, a red ribbon is tied at her waist and she wears a crown of candles on her head.

It is all very atmospheric; the room is dark except for the candle lights of the procession as they make their way to the middle of the room and continue their beautiful singing.

The songs all have similar themes of hope, peace and good wishes, but the most awaited and suggestive one is Luciasången:

The night treads heavily
around yards and dwellings
In places unreached by sun,
the shadows brood
Into our dark house she comes,
bearing lighted candles,
Saint Lucia, Saint Lucia.

As an ancient, and as one of the foremost cultural traditions in Sweden, it might not have much in common with the Sicilian Saint, nor with the way in which she is celebrated in her homeland.

But one thing they do have in common: the melody to Luciasången was written by Teodoro Cottrau and is called Santa Lucia.

In these long, cold and dark Swedish winters, Lucia is the bearer of light and the bringer of hope, and she is a very welcome sight as we all munch on our cat-shaped saffron buns and patiently wait for the days to grow brighter.

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