Lampedusa, novità sull’emergenza immigrazione clandestina: entro dicembre riapre il Cie

cielampedusa“Il centro (di identificazione ed espulsione, ndr) per ora non riapre. Finiscono i lavori all’interno, ma ne devono essere seguiti altri. Poi ci sono tempi per collaudo ed agibilità”. Così aveva risposto pochi giorni fa il sindaco dell’isola, Giusy Nicolini, da me contattata per sapere se la notizia sulla riapertura del Cie fosse veritiera. 

“Funzionerà per le emergenze (sbarchi autonomi o gente bisognosa di cure sanitarie immediate o che non può essere trasferita sulle navi di Mare Nostrum perché strapiene). Questo è quello che so” ha ribadito il Sindaco, specificandomi “ la tua

notizia non ha quindi conferma in questo momento”.

La contraddizione del sindaco è tuttavia durata molto poco, perché dopo averla sollecitata a chiedere notizie al questore di Agrigento, è arrivata la conferma ai dubbi da me sollevati “ Non apre prima di novembre, dicembre”. Insomma il centro apre eccome.

Nessuna risposta è invece arrivata all’interrogativo più importante, ovvero quello posto sulla natura stessa del centro, che secondo fonti autorevoli ma ufficiose, dovrebbe ospitare esclusivamente minori.

Ricordiamo che i Cie sono strutture previste dalla legge italiana per trattenere gli stranieri “sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera” nel caso in cui il provvedimento non sia

immediatamente eseguibile, istituiti in ottemperanza a quanto disposto all’articolo 12 della legge Turco-Napolitano (L. 40/1998).

Essi hanno dunque la funzione di consentire accertamenti sull’identità di persone trattenute in vista di una possibile espulsione. maroniexministro

Se questa è la destinazione d’uso dei Cie, l’ipotesi di alloggiare minori sarebbe inquietante, soprattutto considerando che nel 2009 l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni (foto) aveva dichiarato “ Su 1320 bambini sbarcati a Lampedusa, 400 sono spariti”.

Ancora più inquietante il fatto che dal 2009 fu chiesto di attuare l’accordo internazionale sulla banca dati del Dna, consentendo così di prelevare illegalmente e senza il consenso informato informazioni genetiche a partorienti e nascituri.

Fu sempre Maroni, durante un’assemblea dell’Unicef , a denunziare “ in Italia esiste traffico d’organi di minori”.

La smentita venne prontamente da Vincenzo Passarelli, il presidente l’Aido (Associazione Italiana per la Donazione degli Organi) che puntualizzò “Spesso ci si trova a fronteggiare tutta una serie di miti, timori ancestrali, false notizie e illazioni

senza conferme, che senza alcun dubbio hanno fatto presa sull’opinione pubblica e hanno creato una situazione di allarme generalizzato che non favorisce proprio per niente la donazione altruistica”.

“Le denunce degli altri Paesi e le indagini. La traccia del traffico d’organi” aveva replicato Maroni, “ è rintracciabile negli esposti provenienti da diversi Paesi del mondo che nel corso degli anni, e anche nel 2008, sono stati portati all’attenzione

della polizia italiana, che ha iniziato un’attività di indagine”.

Quel che è certo è che se in Italia è vietato vendere o comprare organi, non mancano le offerte da oltre confine.

A conclusione di tutto, una domanda sorge spontanea: se riapre il Cie di Lampedusa che ne sarà di Mare Nostrum, il cavallo di battaglia di Alfano? Si è trattato di un fallimento?

E per finire, i soldi destinati all’operazione dove dono finiti e come sono stati spesi?

di Simona Mazza

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