L’amicizia non ha prezzo? Si invece, vale circa 100 dollari!

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Credevamo che l’amicizia non avesse prezzo, sbagliavamo. A Wall Street il valore di un amico si aggira intorno ai 100 dollari, più precisamente oscilla tra gli 85$ e i 115$. Come lo so? Facile, è sufficiente fare i conti in tasca a Zuckerberg, che di amici ne ha circa 850.000.000!

Procediamo con ordine. Mercoledì sera Facebook ha consegnato alla SEC (l’organismo che vigila sulla borsa USA, l’omologo della nostra Consob per intenderci) i documenti necessari ad avviare la quotazione in borsa della società, prevista per il mese di maggio. L’IPO (Initial Public Offering) del celebre social network potrebbe essere la maggiore della storia fra le società web, Facebook punta infatti a raccogliere da essa circa 5 miliardi di dollari e gli analisti stimano che il valore della società potrebbe aggirarsi tra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Una valutazione assolutamente incredibile ma, mi domando, anche giustificata?

Apparentemente no, almeno confrontando Facebook con altri colossi quotati in borsa. Facebook, con circa 3.200 dipendenti, ha registrato nel 2011 un fatturato di 3,71 mld (miliardi) di dollari ed ha una capitalizzazione (valore) stimata tra i 75 e i 100 mld di dollari. Apple ha 46.600 dipendenti, un fatturato di 108 mld di dollari e una capitalizzazione di 424,3 mld. ExxonMobil, compagnia petrolifera statunitense nata nel 1999 dalla fusione tra Esso e Mobil, ha 88.300 dipendenti, un fatturato di 425 mld di dollari e una capitalizzazione di 399 mld di dollari. Per chi non avesse familiarità con numeri e quotazioni, da questi dati possiamo desumere che Apple ha un fatturato circa 30 volte superiore a quello di Facebook, ma il valore della società fondata da Steve Jobs è solo 5 volte superiore rispetto a quello del social network. Ancor peggio va ai petrolieri di ExxonMobil, che fatturano 100 volte più di Zuckerberg ma hanno una capitalizzazione solo 5 volte superiore alla sua. Il confronto è impietoso! Ancor più sorprendente è constatare come la somma della capitalizzazione di tutte le società attualmente quotate alla Borsa Italiana sia di appena 330 mld di euro (circa 430 mld di dollari), pari ad appena 5 o 6 volte il valore del solo Facebook.

Apparentemente, quindi, la valutazione degli analisti in merito al valore di Facebook è totalmente fuori mercato. Ma allora a cosa si deve questa stima? Non avrà moltissimi dipendenti né un fatturato esorbitante, ma non dimentichiamo che Facebook conta quasi 850 milioni di utenti attivi, un numero mostruoso. Se fosse uno Stato, sarebbe il terzo Paese più popoloso al mondo, superato solo da Cina e India, che con ogni probabilità saranno sorpassate a breve. Di questi 850 milioni di utenti, Zuckerberg e i suoi ragazzi sanno tutto, o quasi. Sesso, età, nazionalità, preferenze… Il vero patrimonio intangibile di Facebook sono quindi le informazioni, informazioni che possono essere vendute sul mercato. L’advertising è infatti l’unica fonte di introiti per Facebook che, grazie ai dati relativi ai suoi utenti, è la piattaforma ideale per attuare iniziative di marketing mirate, o targhettizzate, come si dice in gergo.

Un ragazzo una volta mi ha raccontato di aver trascorso settimane ad informarsi in Internet prima di acquistare un’Ipad. Giorno dopo giorno, mi disse, tanto su Google quanto su Facebook vedeva sempre più pubblicità relative ad accessori per Ipad. Come mai? Forse c’erano da sempre ma non ci aveva mai fatto caso prima? No, semplicemente Google e Facebook avevano “tracciato” i suoi movimenti in Internet, avevano visto che la parola “Ipad” ricorreva con frequenza sempre maggiore nelle sue ricerche, nei suoi post. Avevano capito cosa gli interessava in quel momento, e gli proponevano pubblicità in grado di catturare la sua attenzione. Per questo Facebook, ancor più di Google, è una miniera d’oro per chi si occupa di marketing. Possiede infatti informazioni tanto precise sugli utenti da consentire l’invio di messaggi pubblicitari che potremmo definire “ad personam”. Quando comprate una rivista come ad esempio Men’s Health, si presume che siate maschi, eterosessuali, di età compresa tra i 25 ed i 40 anni, benestanti e sportivi. Nel magazine troverete quindi pubblicità di palestre, orologi, auto, informatica, elettrodomestici bruni, pay-tv e viaggi. Se acquistate Men’s Health, si presume infatti che possiate esse interessati a questi argomenti. Ecco, la differenza è tutta qui: Facebook non presume, sa con certezza chi siete e cosa vi piace.

Zuckerberg ha costruito un programma fantastico, gliene va dato atto. Nato come piattaforma destinata agli utenti di un’università, Facebook ha abbattuto confini geografici e sociali, tangibili e intangibili, entrando a far parte della quotidianità e della vita delle persone. Detto ciò, dopo la bolla immobiliare e la crisi di finanziaria mi resta più di un dubbio in merito alla valutazione che gli analisti fanno della società. Facebook, ad eccezione di pochi server, non ha praticamente asset tangibili, si fonda su un’idea e fattura grazie alle informazioni. Ma le idee, si sa, hanno un difetto: quando qualcuno ne ha una migliore, la tua non vale più nulla. Pensandoci bene, forse l’investimento meno rischioso sono proprio gli amici, ti restano accanto per sempre e, come ci insegna la storia di Zuckerberg, hanno un gran bel valore!

Demos Nicola

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