“La ragazza di Bube”: storia d’amore, crescita e speranza per il futuro

la ragazza di bube

«Per piacere, cantami di nuovo Sola me ne vo per la città. E di nuovo la triste melodia s’insinuò nel suo animo, e le parole esacerbarono il suo dolore. La sera, a letto, la ricantò a se stessa, piano, almeno dieci volte. Soffriva e gioiva insieme: sì, perché era contenta di riaprire la piaga. Un orgoglio doloroso fioriva nel suo animo. Gli altri, le persone che non amavano, che non soffrivano, le disprezzava e quasi le compativa». Siamo tra le pagine di La ragazza di Bube, romanzo di Carlo Cassola pubblicato nel 1960 e fin da subito accolto da un successo travolgente.

La storia si svolge in Toscana, negli anni immediatamente successivi alla guerra e i protagonisti sono due giovani innamorati: la bella e vitale Mara Castellucci e il partigiano Arturo Cappellini detto Bube. La Resistenza si è appena conclusa con la Liberazione, ma le controversie politiche continuano a essere molto presenti nella vita dei due ragazzi, tanto da determinare tutta la loro vicenda: dal primo incontro a casa Castellucci (quando Bube fa visita alla famiglia del compagno Sante, fratellastro di Mara caduto durante la Resistenza) all’incarcerazione, preceduta da un periodo di separazione imposto dalla fuga del giovane all’estero.

La metamorfosi di Mara

Il vuoto, il dolore e la solitudine che tormentano Mara — perfettamente espressi nei versi di Sola me ne vo per la città intonati dall’amica Annita— sono ciò che resta di questa separazione. Siamo più o meno a metà del romanzo. La Mara che troviamo in queste pagine è completamente diversa dalla ragazzina ambiziosa e spensierata del primo capitolo. Dopo il viaggio a Volterra con Bube qualcosa dentro di lei è cambiato. Niente più capricci, niente più espedienti per far illividire d’invidia la cugina Liliana. Rispetto al dolore per la mancanza di Bube tutto diventa monotono e irrilevante. Resta solo l’attesa, insopportabile soprattutto per un personaggio dinamico come Mara (“Sarà questione di mesi, le aveva detto Bube. Pochi mesi? Ma se lei non c’è la faceva a arrivare in fondo alla giornata!”).

Ma anche Bube è cambiato in quei pochi giorni a Volterra. Inizialmente si presenta come un valoroso partigiano che, come afferma Geno Pampaloni nell’introduzione all’edizione BUR del 1980, «ha trovato nella lotta un’immagine di sé che lo soddisfa ma che al tempo stesso lo chiude come in uno stereotipo». Nonostante sul campo si sia guadagnato il soprannome di Vendicatore, resta sempre un ragazzino con le sue fragilità. Solo Mara riesce a cogliere e a smuovere il suo lato tenero. Prima smonta tutti i suoi tentativi di imporsi come maschio autoritario, poi lo smaschera dicendogli che su certe cose è ancora un ragazzo immaturo e infine lo introduce ai baci e alle carezze, che per Bube sono terra inesplorata. In qualche modo l’uno educa l’altra e viceversa. Il partigiano trascina la ragazza nella sua grande avventura di lotte e nascondigli, la ragazza accende nel partigiano l’avventura della passione.

Rinascita e speranza

Quella dell’amore e della politica sono due tematiche che si intrecciano continuamente, e finiscono per coincidere in un desiderio di rinascita che si esemplifica nei singoli ma appartiene a un’intera Nazione. All’episodio dell’incontro d’amore nel capanno ad esempio, Pampaloni attribuisce la funzione di «lavacro, di rigenerazione, come se insieme con Mara Bube avesse attraversato le acque del Lete». Dopo la scoperta di un amore che va al di là del fidanzamento formale e della parola data, Bube capisce che la vita è qualcosa di più di lotte e rivendicazioni volte soprattutto all’autoaffermazione. Tuttavia la sua crescita interiore non viene premiata dall’archiviazione delle sue colpe. Ha ucciso un uomo, e sarà comunque punito con la reclusione per questo. 

L’unico premio per Bube sarà la fedeltà della sua Mara, che continuerà a attendere il suo ritorno. Ed è nella perseveranza ostinata della ragazza che il titolo del libro trova il suo senso più profondo. Mara è la ragazza di Bube non solo perché è fidanzata con lui, ma perché non può fare a meno di appartenergli come lui non può fare a meno di appartenere a lei; basti pensare che quando le si presenterà l’occasione di un nuovo fidanzamento con un uomo libero rinuncerà. Rinuncerà per restare attaccata al sogno di felicità che fa di quest’opera una storia d’amore, di crescita e di speranza per il futuro. 

Foto di Enrique Meseguer da Pixabay

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