Nel lontano Jakjachistan, una terra di mare, Jacopo e il suo gruppo di archeo-sub decidono di allenarsi per il giorno dopo che dovevano andare a fare un immersione nell’oceano di Jakjachistan a vedere se c’erano citta sommerse o navi affondate.
La squadra era composta da Tazio, il suo migliore amico, Francesco il vice capo, Giovanni il campione di immersioni, Theò quello che il capitano conosceva da più tempo e Hien, un ragazzo di 25 anni che, anche se era appena arrivato nella squadra, si trovava molto bene.
I sei amici si prepararono con cura e attenzione: presero le bombole, la maschera, le pinne e la muta.
– Ehi Théo, ricordati di prendere l’attrezzatura fotografica. – disse Jacopo
– Ma non hai detto che facciamo solo allenamento? – rispose Théo che non aveva voglia di portarsi dietro tutto il necessario per fare foto sottomarine.
– Si, ma potrebbe sempre servire.
Andarono un po’ a largo e nascosta sotto quella che sembrava una montagna di alghe trovarono una nave.
Hien sfondò con un calcio una delle travi dello scafo consentendo agli altri di entrare dentro. Fu così che trovarono una cassa con un tesoro. Vicino alla cassa c’erano anche tre vasi.
– Lasciamo qui – propose Giovanni – torneremo a prenderli domani, gli altri furono d’accordo con lui, era più importante portare in salvo il tesoro.
La mattina dopo uscirono molto presto contenti di tornare alla nave sommersa. La prima cosa che notarono fu che era sparito uno dei vasi. Jacopo chiese a Giovanni se era stato lui a nascondere il vaso per fare uno scherzo, ma non era così: l’avevano rubato.
Denunciarono la scomparsa del vaso alla POLIZIA e questi iniziarono subito a indagare sul caso. Gli archeo-sub andarono al relitto assieme alla Polizia, ma il vaso non c’era.
Jacopo disse -Ragazzi ieri abbiamo fatto male a lasciare i vasi qui – e gli altri gli diedero ragione.
Intanto la cassa del tesoro era stata portata nel laboratorio di restauro dove l’avrebbero aperta con molta attenzione.
– Cosa conterrà secondo voi? – domandò Hien, a lui non era mai capitato di fare una scoperta del genere.
Jacopo si avvicinò alla cassa – Giovanni accendi la telecamera, dobbiamo documentare tutto.
Jacopo aprì la cassa con una chiave apri tutto dentro c’era: una pepita d’ oro, del ’argento, del bronzo e un rubino che sembrava antichissimo e delle monete degli antichi romani Jacopo disse: siamo ricchi ragazzi.
Ma mancava solo una cosa scoprire: chi aveva rubato il vaso. La POLIZIA chiese ai ragazzi se l’avessero detto a qualcuno Tazio disse: – Si, ne ho parlato con mia sorella.
Allora andarono a casa della sorella di Tazio, trovarono il vaso sotto il letto e la arrestarono per furto di opere d’arte.
di Jacopo VB
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