INSPIRE e DABIQ i Magazine digitali di Al Qaeda e dell’ISIS

e20448bd131d5bcd5c3f782dSfuggiti alla grande stampa, o forse se ne è evitato di parlarne per evitare una ulteriore pubblicità, ma sulla rete si possono reperire due importanti magazine.

Parliamo di INSPIRE  e DABIQ.  INSPIRE  è considerato l’organo ufficiale di Al Qaeda mentre DABIQ è quello dell’ISIS.

Dei due magazine non sembrano esistere  copie cartacee, sono postate sulla rete, con versioni tradotte in diverse lingue dall’arabo, all’inglese al russo ecc. I formati sono perfetti, simili a quelli di una normale rivista  con una  grafica moderna e con uso di foto e messaggi altamente accattivanti  e stimolanti.

I contenuti sono ovviamente tra il politico, il religioso, con inneggiamenti alla Jihad,  al martirio per la guerra santa, alla lotta senza quartiere contro i “Crousader” ovviamente identificati in primo luogo negli Usa e a scendere a tutti coloro che in qualche modo ne danno sostegno. In questi gruppi di nemici sono compresi anche personaggi o figure del mondo arabo, che vengono accusati di sostenere i paesi Occidentali.

INSPIRE viene considerato l’organo ufficiale di Al Quaeda, sembra preparato nella Penisola Arabica, un pò vaga come origine, ma molto interessante se si pensa da dove proviene   di Bin Laden. Il magazine  ha iniziato le sue pubblicazioni nel 2009, continuando per tutti questi anni a pubblicare sempre sulla rete una serie di numeri, in cui oltre a messaggi religiosi, si inneggia anche a martiri, ad azioni di terrorismo.

Soprannominato “il Vanity Fair di terrorismo”, INSPIRE ha un posto di rilievo nelle pubblicazioni dirette al coinvolgimento e alla radicalizzazione” di estremisti,  che possono ricevere tutte le informazioni su  Al-Qaeda o gruppi affini, tramite computer nelle loro nazioni.

INSPIRE sembra una guida per chi voglia mettere in atto attacchi individuali,  motivati da un contesto religioso. Si consiglia , infatti, come organizzarsi per compiere attentati, sono presenti  guide per principianti,  su cosa aspettarsi in campi di addestramento jihadisti e le regole che le reclute devono vivere.

Vengono spiegati i metodi per la  fabbricazione di bombe, l’uso della crittografia per evitare intercettazioni sulla rete, il possibile utilizzo di veleni, come attuare di attività di sorveglianza e di mascheramento. Ovviamente non mancano commentari sul Corano, e la  propaganda di Al-Qaeda.

Un esempio è dato proprio dagli attentati di Boston, realizzati da Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev. Gli investigatori dell’FBI, hanno scoperto che i dispositivi esplodenti preparati con  l’uso di una pentola a pressione, erano stati ampiamente descritti nel primo numero, della rivista dal titolo “Come costruire una bomba nella vostra  cucina di mamma”.  Ovviamente, nei numeri seguenti, i due attentatori sono stati ampiamente osannati come martiri.

In questi ultimi mesi è comparso un nuovo magazine “Resurgence” (Rinascita), sempre legato ad al Quaeda,  anche questo scritto in varie lingue, che sembra però più “politico”, maggiormente diretto al reclutamento delle giovani generazioni di immigrati nei paesi occidentali, tanto da utilizzare le parole di Malcom X, afroamericano mussulmano, che combatteva l’apartheid negli USA negli anni 60.

Per quanto riguarda invece il magazine “DABIQ” siamo solo ai primi numeri, ma anche questo dimostra di essere un’ottimo magazine, con grafica perfetta, capacità di inserire le notizie, a dimostrazione di un serio progetto editoriale,  anche se diverso nei contenuti. E’ considerato come la voce ufficiale dell’ISIS.

Il termine “Dabiq” si riferisce a una piccola città nei pressi di Aleppo, dove la tradizione narra,  che il profeta Maometto aveva predetto che i Musulmani e l’Occidente si sarebbero scontrati prima dell’apocalisse. Ne consegue che gran parte del contenuto di DABIQ si concentra su una apocalisse a venire.

Scritto anche questo in diverse lingue, apre il primo numero con una copertina “Il ritorno del Khilafah”, e al suo interno vengono spiegate le motivazioni, le strategie, le basi ideologico religiose della scelta di puntare al progetto della costruzione politica di uno stato fondato esclusivamente sulla Sharia.

Uscito in digitale il 5 luglio 2014, un mese dopo la caduta di Mosul, il primo numero di  DABIQ fornisce ai lettori, tutti  gli aggiornamenti delle battaglie, le immagini dell’ISIS vincitore, report sulla gestione amministrativa, (tasse, organizzazione dello stato, tribunali ecc) e commenti religiosi. Lo sforzo principale di questa campagna di sensibilizzazione è diretto a spiegare la correttezza del progetto politico religioso dell’esistenza del Califfato.

Nel secondo numero “The Flood.” ha nella foto di copertina l’Arca di Noè, e un articolo di Abu ‘Amr Al-Kinānī, che afferma “O lo Stato islamico o il diluvio”, sostenendo che il Califfato è la “Arca “, mentre il resto della Terra sarà presto spazzato via. La rivista viene ovviamente  distribuita in modo digitale,  principalmente in inglese e altre lingue europee, e il contenuto costruisce con cura un insieme di base di concetti religiosi. Non mancano ovviamente immagini cruente di nemici uccisi.

Analizzando la rivista “Dabiq” si evidenzia quindi come questa sia un tentativo molto più completo più politico, per reclutare nuove forze non solo occidentali,  alla causa del Califfato. La rivista dell’ISIS è diversa, più politica di quella di al Qaeda, che invece punta molto di più  sulla tattica, e questo rappresenta in modo lampante la spaccatura tra i due gruppi.

Certo che la visione religiosa è alla base, dei movimenti, ma mentre Al Quaeda al momento non sembra interessarsi alla costruzione di progetti politici, l’ISIS invece punta, pur con l’uso  armi e la violenza, ad una strategia politica di lungo periodo.

E’ una guerra santa contro l’Occidente? Deve l’Occidente rispondere alla stessa maniera? Oppure con la scusa di una guerra religiosa, in realtà il mondo arabo sta vivendo una complessa trasformazione,, contraddittoria, vissuta su basi culturali religiose che comunque sono millenarie, difficili da comprendere per un occidentale, ma che alla fine non trascurerà nel futuro la valutazione di scelte  economiche e politiche? .

Intanto leggiamo e cerchiamo di capire.

di Gianfranco Marullo

foto: dawn.com

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