Anna Von Hausswolff. Musica d’organo nel ventunesimo secolo

Anna Von Hausswolff

Alcuni strumenti di lontana tradizione fanno fatica a inserirsi nei generi più popolari dei repertori contemporanei. A volte sembra che solamente un determinato stile possa accogliere appieno timbri provenienti da contesti distanti.

Per esempio si guardi a come la musica progressive abbia integrato efficacemente strumenti musicali tipici della musica classica, è il caso del flauto traverso dei ben noti Jethro Tull; oppure come il genere folk metal abbia adottato cornamuse, flauti e fisarmoniche, prima presenti quasi esclusivamente nei brani di tradizione popolare; o, ancora, come alcune band abbiano piegato e adattato con successo strumenti invero molto versatili, come nel caso del violoncello: Rasputina, Apocalyptica, 2Cellos.

Tuttavia altri strumenti fanno ancora fatica a trovare il loro posto, questo almeno finché un’autrice geniale ne propone un impiego innovativo e fruttuoso. Lo avevamo già visto con l’arpa di Joanna Newsom, oggi lo vediamo con l’organo di Anna Von Hausswolff.

Carriera

Anna von Hausswolff nasce nel 1986 a Gothenburd in Svezia. Il padre, Carl Michael, è già affermato compositore e musicista d’avanguardia che trasmette alla figlia la passione per la musica e per la ricerca sonora. Nel 2010 rilascia il suo primo singolo, Track of Time, a cui segue il suo primo album, Singing from the Grave, entrambi vengono apprezzati dalla critica svedese. Negli stessi anni inizia a debuttare in vari festival internazionali. Gli album successivi, Ceremony (2012) e The Miracolous (2015) consolidano il suo talento e la sua celebrità sia in Svezia che all’estero. Il suo quarto album, Dead Magic (2018), viene registrato con l’organo della Marble Church di Copenhagen mentre il quinto, All Thoughts Fly (2020), con l’organo della chiesa di Gothenburg. Come musicista Anna ha collaborato con diversi gruppi e autori fra la band di rock sperimentale Swans, la band di avant-garde metal Sunn O))), e il musicista francese Yann Tiersen.

Stile

Non è facile riassumere lo stile di Von Hausswolff poiché anche nello stesso album prende spunti da generi e scenari differenti. Per esempio in Theatre of Nature (da All Thoughts Fly) ascoltiamo un suono d’organo totale e un’armonia ricca che arriva a costruire un cluster diatonico, è un muro sonoro e un smarrirsi di melodie che può essere collegato alla musica minimalista americana di Philip Glass, John Adams, Steve Reich. Altre, come Harmonica, Ocean (entrambe da Ceremony), Sacro Bosco, Persefone (da All Thoughts Fly), En Ensam Vendrae (The Miracolous), hanno un carattere più ambientale che ricorda la musica progressive di influenza prog new age: Mike Olfield, Ludovico Einaudi, Sigur Ros. Altri brani quali Funeral for my Future Children, o Sun Rise (Ceremony) presentano una band di supporto che regala al sound una traccia più vicina al recente all’indie-rock anglosassone. Oppure altre composizioni riservano parti ritmiche più pesanti e timbri gravi e aggressivi, come in Come Wander with Me, Evocation (da The Miracolous), e Ugly and Vengeful (Dead Magic).

Creazione di un immaginario

Nonostante la grande differenziazione da un brano all’altro rimane una certa coerenza nella costruzione dello spazio sonoro: un espressivo uso di riverberi ed effetti eco che disegnano il profilo di una zona enorme, un mondo dove la voce e i vari strumenti corrono eterei, forse quasi a parallelo con il carattere e la forma ideale dell’organo: imponente, sacrale e mosso da un’aria infinita. Ciò lo si nota in tutti gli strumenti ma è palese soprattutto nella voce.

In un certo senso Anna von Hauswolff è riuscita ad affrancare lo strumento organo dal suo spazio abituale, la chiesa, e a renderlo un timbro del profano. Ciò, in realtà, senza separarsi completamente dall’idea del “sacro”, come ricordano i titoli degli album e dei brani visti finora, ma aggiungendo semmai una nuova linfa, una nuova direzione che possa proporre l’organo come strumento fruibile a un nuovo pubblico, scollegato dal mondo religioso a cui la tastiera è sempre associata (ed è un po’ lo stesso che succede con la fisarmonica, quasi esclusivamente connotata con le sonorità del genere Liscio).

Infine, per quanto riguarda i testi, Anna von Hauswolff confeziona brani criptici e interpretabili, fra malinconia e ottimismo. Lo si capisce in Sun Rise: <The men are walking by, but can you see them smile? Is evergreen good smelling trees? Can you smell me by now? Seeing through a crack of life, did you get it all right?>, o in Goodbye: <I seen it all before for a while. I sleep away the horrors of the night and when I wake I realize it’s all there, the dream I see before my eyes.> Sono parole che vengono trasportate bene dall’atmosfera eterea creata dalla musica. Predomina un’idea di legame atavico, intrecciato alla natura, allo spirito, alle emozioni: <Touch the middle of his eye. Kiss him gently. Goodbye. I swear to the nature and to his heart that will be there for him, and nothing is lost.>

Prospettive per il futuro

La musica sperimentale e d’avanguardia (o avant-garde) ha una scena che spesso passa sotto i riflettori della musica commerciale eppure rimane stabile nel tempo. Molti artisti che crescono in questo scenario tendono ad aver contatti con fronti diversi, come il cinema o l’arte contemporanea, e a costruirsi una carriera prospera e con un costante seguito. Probabilmente non si sentirà mai parlare di Anna von Hauswolff nei grandi palchi della televisione o dell’intrattenimento ma non dubito che la sua carriera sarà continuativa e densa di produzioni ed esibizioni. Questa sarà probabilmente anche segnata da qualche problema poiché la scelta dell’organo si presenta come uno svantaggio in quanto limita i palchi dove esibirsi alle strutture delle chiese che non sono sempre desiderose di ospitare la musica della Hausswolff (a Dicembre 2021 a Parigi degli estremisti cattolici sono riusciti a bloccare un suo concerto). In ogni caso le composizioni create da questa musicista potrebbero essere un rinnovamento utile per quei timbri da sempre relegati allo spazio del sacro e concedere all’autrice forza nella sua fruttuosa idea di dare allo strumento un posto che mai prima d’ora ha avuto fra le proposte della musica dei nostri tempi.

Fonte foto: facebook.com/annavonhausswolff

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