Il senatore a vita Andreotti è morto: aveva 94 anni

andreottiRoma Alle 12,25 è morto il senatore ( dal 1991) a vita Giulio Andreotti , sette volte presidente del Consiglio nonché responsabile dei dicasteri di Difesa, Esteri e anche Economi a.

Da qualche tempo era malato e per ragioni di salute non aveva partecipato al voto di fiducia del neo governo Letta. Nato a Roma nel 1919 è stato uno dei protagonisti assoluti della politica italiana.

Ricostruiamone le tappe della vita e della carriera.

Giulio Andreotti, nato a Roma il 14 gennaio 1919, è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. Era un giovane molto studioso e religioso, che aveva come unico “svago”, leggero, l’amore per la Roma e per le corse dei cavalli .

Fin dall’adolescenza aveva le idee chiare circa il suo futuro e a soli 28 aveva ottenuto l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In realtà la scelta cadde su di lui, non per convinzione ma per dare vita a un governo centrista poco incidente. Come da copione, si trattò di un governo lampo che durò solo 9 giorni.

Uno dei suoi antagonisti era Bettino Craxi, con il quale tuttavia strinse un patto, il Caf (dalle iniziali di Craxi, Andreotti e Forlani.

Andreotti era famoso per il suo straordinario senso dello humor britannico e per l’amore per la satira, strumento utilizzato per sdrammatizzare situazioni e notizie delicate. Celebre la frase “ilo potere logora chi non c’è l’ha”, divenuto poi il titolo di uno dei suoi libri o ancora “una smentita è una notizia data due volte…”.

. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana e protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Oltre agli onori tuttavia, anche molte ombre hanno segnato il suo percorso, come ad esempio l’accusa di essere il mandante dell’omicidio Pecorelli o di essere stato un referente della mafia.

Per tali ragioni, Il 2 maggio 2003 era stato giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d’Appello di Palermo, la quale lo assolto per i fatti successivi al 1980 e ha dichiarato il non luogo a procedere per i fatti anteriori. Era stato assolto in primo grado, il 23 ottobre 1999. Nell’ultimo grado di giudizio, la II sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello, richiamando il concetto di “concreta collaborazione” con esponenti di spicco di Cosa Nostra fino alla primavera del 1980, presente nel dispositivo di appello. Il reato “ravvisabile” non era però più perseguibile per sopravvenuta prescrizione e quindi si è dichiarato il “non luogo a procedere” nei confronti di Andreotti.Nei processi per mafia e sul delitto Pecorelli era stato difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno. A fare il suo nome, fra gli altri, fu un pentito “eccellente” della mafia, ovvero Tommaso Buscetta, l’uomo che raccontò del famoso bacio con Totò Riina.

Nel dettaglio elenchiamo i suoi incarichi:

Sette volte Presidente del Consiglio (tra cui il governo di “solidarietà nazionale” durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l’astensione del Partito Comunista Italiano, e il governo della “non-sfiducia” (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro);

otto volte ministro della Difesa;

cinque volte ministro degli Esteri;

tre volte ministro delle Partecipazioni Statali;

due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria;

una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno (il più giovane della storia repubblicana, a soli trentaquattro anni), ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.

È sempre stato presente dal 1945 in poi nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta Nazionale all’Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita. È stato Presidente della Casa di Dante in Roma.

Fra le accuse, a dire il vero mai comprovate, c’era l’appartenenza alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, che oggi nel ricordarlo, lo definisce “L’unico al mondo che ha diritto di chiamarsi uomo e statista. Sono pochi gli italiani che lo ricordano”. Gelli poi aggiunge, parlando dell’amico: “Un politico altamente preparato e onesto, all’altezza dei compiti che gli venivano affidati. E’ stato capo di Stato e un capo di Stato deve tenere i segreti che gli vengono affidati”. Andreotti, “ha fatto il suo dovere, ha usato i segreti per dare il benessere al popolo. I segreti li aveva, e se li è portati con sé. Chi è un uomo se li porta dietro…”.

Il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha fatto portare le bandiere a mezz’asta al Foro Italico e stabilito che questa settimana, per commemorare la sua morte, sarà osservato un minuto di silenzio durante tutti gli eventi sportivi poiché Andreotti fu anche presidente del comitato organizzatore dei Giochi di Roma ’60.

La storica segretaria Patrizia Chileli, che dal 1989 era al fianco del politico, ha commentato: “Solo chi gli è stato a fianco ha potuto capire l’uomo”.

“Un grande uomo che mi ha insegnato tanto. Solo chi gli è stato davvero a fianco ha potuto capire l’uomo, non solo il politico”.

I funera si svolgeranno domani pomeriggio nella Capitale. Non ci sarà la camera ardente e non saranno celebrate esequie di Stato.

di Redazione

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