Il ruggito del leone mai domo

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Ancora lui, ancora qui a scrivere pagine e pagine di questo sport, a costringerci ad aggiornare record e vittorie del suo sterminato palmares. Roger Federer non vuole arrendersi all’età che avanza, ai muscoli di Nadal, alla maturità acquisita di Djokovic.

Stupisce che nonostante i due giovani fenomeni sia ancora li a sudare su ogni campo, a provarci col suo tennis elegante, dritto per la sua strada. Sa di non essere più il migliore, glielo si legge in faccia quando non mostra più i tanti sorrisi di qualche tempo fa. Le batoste prese dal maiorchino e dal serbo in questi ultimi anni gli hanno chinato la schiena ma non di certo la testa. Coglie gli attimi propizi per rialzarsi, per urlare di non darlo per finito, per dimostrare di essere ancora grande. Poco importa se si parli di slam, di tornei importanti o appuntamenti minori: Federer batte un colpo ogni volta che lo si mette troppo in ombra.

L’ultima stoccata è arrivata proprio ieri: il trionfo a Parigi, non sul rosso del Coutrier, ma sul veloce di Bercy. In una settimana ha incantato gli spettatori: repertorio vario, solidità mentale e fisica, motivazioni alte. Tutto questo descrive un campione. Il suo cammino nel Master1000 parigino è stato abbastanza agevole, indubbiamente: Nadal non giocava e Djokovic si è ritirato nei quarti per non forzare la spalla malandata in vista di Londra.

Tuttavia lo svizzero ha annientato Murray in semifinale e controllato agevolmente il beniamino di casa Tsonga in una finale senza storia. Si è ripreso il terzo posto nella classifica ATP superando di nuovo Murray e ha incamerato la prima vittoria nel torneo in questione. È il suo 18simo trionfo in un torneo di questa caratura; davanti a lui solo Agassi a diciannove titoli. Questo è il primo anno in cui non vince nessuna tappa dello slam ma il finire della stagione lo sta riportando a livelli accettabili. Federer è il più grande tennista di tutti i tempi, sono i numeri a dirlo. Ma questi sono dati da classe, talento, dedizione e forza d’animo, cose che Sua Maestà non ha mai perso.

Daniele Conti

Foto: calciosport24.it

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