Ogni grande artista che se ne va ci lascia senza fiato, senza parole, ci fa paura.
Capita molto spesso nei giorni nostri, che la musica che ascoltavo ed ascolto ancora, la ascolti oggi anche mio figlio che ha solo 12 anni; capita anche che a piangere questi artisti sia una fascia di persone che va dai 12, 15 fino ai 70 anni. Capita anche che la morte di un musicista molto amato sia un lutto collettivo che coinvolga complessivamente tutte le generazioni.
Questo, rende la scomparsa di artisti importanti un evento molto sentito in quanto non essendoci ricambio, ci rende consapevoli che difficilmente il posto lasciato sarà riempito da un altro artista.
E’ successo anche oggi con Prince, il “principe nero di Minneapolis”, musicista, cantante, produttore, morto a soli 57 anni, ma anche recentemente con altri grandi artisti, come David Bowie. Usando retoricamente le parole, possiamo davvero dire che quando muore un artista “siamo tutti più poveri”.
La morte di Prince scuote. Sapevate che ha scritto più canzoni dei Beatles, superando ben 600 titoli? E’ stato forse l’artista più significativo nella vita di molti, fin da quando fummo “sconvolti”, in senso positivo, dal video di Sign ‘O’ The Times. Per chi ha avuto modo di conoscerlo soltanto per le bellissime Purple Rain e Kiss, vi invito ad ascoltare i suoi album, a sentite qualcosa in più che non la sola canzone notissima.
Era visionario, creativo, geniale, un artista a 360 gradi. E’ stato un artista eccezionale che ha cambiato per sempre il corso della black-music: dalle bizzarre performance degli anni Settanta alla “stardom” mondiale del decennio successivo, fino alle recenti ricerche, metamorfosi e resurrezioni. Cercate la sua musica, anche se non è facile da trovare, perchè lui stesso aveva in precedenza già fatto rimuovere praticamente quasi tutto dalla rete e da Youtube. Nei suoi dischi troverete tutto quello che vi serve e che cercate : la passione, il desiderio, la spiritualità, l’amore, il gioco, la sperimentazione, il divertimento e la creatività.
Non ascoltava mai i suoi vecchi album; recentemente aveva rilasciato questa considerazione “Io faccio una dichiarazione, per poi passare a quella successiva”.
La continua febbre ed una bruttissima influenza senza fine, con varie complicazioni a livello generale sul fisico molto provato, avevano creato problemi all’artista anche lo scorso 7 aprile, e poi il 15 successivamente, quando aveva deciso di procrastinare una performance live e modificare la sua tournée “Piano and a Microphone”, collegata all’uscita del suo ultimo disco, “HitRun: Phase Two”, che aveva fatto seguito a “HitRun: Phase One”.
Oggi, purtroppo, la morte avvenuta nella sua abitazione.
Buon viaggio a “The Kid, The Purple Purv, The Minneapolis Midget, Alexander Nevermind, Christopher Tracy”. da ragazzino detto “Skipper”: noi lo ricorderemo sempre come Prince, l’artista che ha venduto nel Mondo più di cento milioni di dischi.
di Alessandra Paparelli
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