Destra e sinistra, da contenitori di ideali a scatole vuote

almirante.berlinguerA prescindere dall’orientamento politico di ciascuno di noi, i miei ricordi di gioventù mi fanno tornare alla mente la destra e la sinistra italiane, della cosiddetta prima Repubblica, come due contenitori ricchi di ideali, di dibattito, di conoscenza, di condivisione e di lotta. 

A quel tempo riconoscersi nelle linee direttive partitiche del PCI e del MSI, forze politiche antagoniste del novecento, era, per noi giovani negli anni ’70/80, motivo di vanto e di orgoglio. Erano i tempi di Giorgio Almirante, di Enrico Berlinguer e della DC, forza politica egemone basata su un’ideologia democratica cristiana, decisamente influenzata dalla Chiesa.

Per gran parte degli adolescenti di allora, il doposcuola consisteva nella frequentazione quotidiana della piazza e nella presenza assidua nella sezione di quartiere del partito, con le discussioni sull’attualità e la condivisione di idee e di ideali. Finanche alle lotte fisiche tra contrapposti gruppi politici o contro il “nemico comune”: le forze dell’ordine.

In quegli anni la sezione di partito o il bar del quartiere era il nostro Facebook, la nostra piazza reale. Gli argomenti però, a differenza di quelli trattati sull’attuale social network, dove si prediligono in gran parte post culinari e pettegolezzi vari, erano sostanzialmente politici e sociali.

Ciò rendeva le discussioni proficue e “socialmente utili”, perché da queste nascevano poi le battaglie politiche che i consiglieri comunali o i rappresentanti parlamentari di riferimento portavano avanti nelle rispettive sedi istituzionali; con tanta gratificazione personale e di gruppo se anche solo una delle idee discusse precedentemente insieme si vedeva realizzata.

Ci si accontentava di poco? No, perché anche la più stupida delle proposte che veniva presa in considerazione, vagliata e analizzata, spesso era il frutto di ore ed ore di dibattito, dove ciascun militante poteva intervenire e sostenere la propria opinione.

Questo rendeva le discussioni sempre vive, spesso animate e sostenute con orgoglio ma aiutava noi giovani a crescere culturalmente e preparati politicamente. E vedere a volte germogliare il proprio “seme piantato” era ovviamente motivo di fierezza.

Altri tempi. Decisamente diversi dagli attuali, dove scarseggia lo spirito di gruppo e la pazienza d’aspettare. L’umiltà di attendere il proprio turno dopo aver dimostrato, anche per anni, le proprie competenze; qualità queste che distinguevano i giovani delle vecchie generazioni.

Oggi, molti aspiranti politici si sentono da subito leader geniali e statisti preparati ma il più delle volte si rivelano soltanto politicanti presuntuosi e arroganti. Anche a questo motivo si deve la scarsa competenza professionale di gran parte dei politici attuali che, insieme alla carenza d’ideali, all’assenza di scrupoli e all’interesse privato, ha trasformato le due opposte fazioni, di destra e di sinistra, in due scatole vuote, con nomi altisonanti ma senza contenuti.

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