Buon compleanno Bach!

buon compleanno

Oggi la storia della musica celebra le 340 primavere di Johann Sebastian Bach, capostipite indiscusso di tutti i musicisti. Nasce a Eisenach in Turingia il 21 marzo del 1685, secondo il calendario giuliano in vigore in Germania all’epoca, sebbene, però, nel resto del mondo, quello gregoriano già segna il 31 marzo. Doppio festeggiamento, quindi, per questa grande “B” della musica, che insieme alle altre due, cioè Beethoven e Brahms, dà origine ad una sacra trinità. 

Le tre “B”

Emblematiche le parole del compositore, Hans von Bülow, che scrive: “Credo in Bach il padre, Beethoven il figlio e Brahms lo spirito Santo”. Bach, infatti, è colui che getta le fondamenta, i pilastri della costruzione musicale, Beethoven colui che sfida le norme bachiane, Brahms colui che segna il progresso, diventando l’erede dei primi due. 

Bach scrive la musica per servire Dio e la dedica al divino, Beethoven invece la compone per sé stesso, per esprimere quello che ha nel cuore; le opere di Bach, come anche quelle di Brahms, attraversano lunghe gestazioni prima di giungere alla pubblicazione, ed entrambi non scriveranno mai un’opera lirica, perché farlo, afferma Brahms, sarebbe stato difficile quanto sposarsi. Ma, probabilmente, dopo la prima esperienza, ne avrebbe fatta una seconda. Beethoven, invece, parlando della sua unica opera lirica, il Fidelio commenta: “Di tutte le mie creature è quella che mi è costata più aspri dolori, quella che mi procurò i maggiori dispiaceri e perciò mi è anche la più cara”. 

Un caffè… con Bach

Eppure, a ben guardare, una sorta di piccola e brevissima opera buffa Bach la scrive tra il 1732 e il 1734, intitolandola Kaffeekantate, tradotto “La Cantata del caffè”. Piccolo gioiello composto su libretto di Picander, per essere eseguito al Caffè Zimmermann di Lipsia, dove l’inebriante bevanda sta diventando una vera e propria istituzione sociale e culturale. Una moda viziosa piacevolmente illustrata dal Nostro, con sottile umorismo e leggera ironia nella tenzone tra il vecchio Schlendrian, padre brontolone, e sua figlia Lisetta, disposta a tutto, pur di non rinunciare al suo amato caffè, che definisce “più dolce di un migliaio di baci”. Nel finale Bach dà partita vinta proprio alla ragazza, che porrà una ferrea clausola ai suoi pretendenti:

“Nessuno spasimante mi venga in casa

se non mi promette egli stesso

e inserisce nel contratto nuziale,

che mi sia concesso

cuocermi il caffè, quando ne ho voglia.”  

L’onnipresenza di Bach

Tuttavia l’impronta di Bach su Beethoven rimane latente fino al raggiungimento del suo ultimo periodo creativo, momento in cui gli stilemi del contrappunto e la forma della fuga, si impadroniscono del classico contenitore della forma sonata. Il genio di Bonn si riconosce sempre di più nel Vecchio Maestro, tanto da scrivere: “Non dovrebbe essere chiamato Bach, ma mare, per la sua infinita, inesauribile ricchezza di combinazioni e armonia”. Del resto l’etimologia letterale della parola tedesca Bach è proprio “ruscello”. Se il processo di avvicinamento a Bach per Beethoven è lento e graduale, per Brahms, invece, è immediato sin dall’inizio della sua carriera, quanto il connubio con i coniugi Robert e Clara Schumann. 

Robert sarà il suo mentore, che consacra la sua genialità in un articolo sulla sua rivista, Clara, invece, la sua musa, con cui intavola un intimo carteggio epistolare, purtroppo distrutto di comune accordo. Brahms, come Beethoven, elegge Vienna come suo principale luogo di residenza e da qui invia a Clara la bozza della sua prima sinfonia, rimasta incompiuta per lungo tempo, forse a causa proprio di un timore riverenziale, avvertito nei confronti delle nove beethoveniane. La prima di Brahms, denominata da Bülow “decima di Beethoven”, presenta molteplici paralleli con le sinfonie del titano di Bonn, sebbene la notevole maestria contrappuntistica dell’opera rimanda, senza ombra di dubbio, al grande di Eisenach.  

La riscoperta di Bach

La fama di Bach dopo la sua morte, avvenuta nel 1750, si affievolisce velocemente; le sue opere vengono completamente dimenticate, perché ritenute “demodé” al confronto della nuova emergente sensibilità. Solo il fenomeno della Bach-Renaissance, iniziato nel 1802 con la pubblicazione della biografia scritta da Johann Nikolaus Forkel e continuata dallo storico concerto berlinese del 1829 in cui Felix Mendelssohn, all’ epoca ventenne, propone dopo più di cento anni dalla sua prima esecuzione, la Passione secondo Matteo, permette il riscatto e la riscoperta dell’incomparabile grandezza del più famoso Thomaskantor di Lipsia. 

Foto di pubblico dominio: wikipedia.org 

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