Bucatini con le sarde: storia e leggenda del “ Piatto degli Dei“

Uno dei piatti tipici della cucina siciliana è la famosa “Pasta con le sarde”, un primo molto ricco, che accosta sapori forti e contrastanti, nati dall’incontro della cucina araba con quella sicula.

I suoi ingredienti “poveri” quali il finocchietto selvatico, che cresce spontaneamente un po’ ovunque o le sarde che abbondano nel mediterraneo, sono facili da reperire e rendono il piatto economico.

La contaminazione dei dominatori arabi si intuisce dall’uso delle spezie che impreziosiscono la pietanza, rendendola un vero e proprio must di “semplice” elaboratezza.

La leggenda 

La leggenda vuole che la pasta con le sarde sia nata durante il periodo della dominazione bizantina e quella araba, intorno all’anno 800. All’epoca, Eufemio da Messina, turmarca della flotta bizantina, si rese protagonista di vari tentativi per l’emancipazione dell’isola da Bisanzio. Egli cercò di scacciare gli invasori guidando alcuni ribelli, ma venne arrestato ed esiliato con l’accusa di avere sedotto una suora e di aver cercato di persuaderla a abbandonare i voti.  Successivamente si rifugiò in Africa, dove si alleò con i Saraceni e, mosso da sentimenti di vendetta, salpò alla volta della Sicilia. Quando la flotta raggiunse Mazara del Vallo, più precisamente Capo Granitola, gli Dei Eolo, Zeus e Tanathos si scatenarono contro di lui. Fortunatamente all’alba la situazione tornò alla normalità e gli Dei, mossi da sentimento di clemenza, decisero di dare tregua ai naviganti.

Qui entrò in scena il nostro cuoco

I marinai saraceni erano sfiancati e non avevano più la forza di proseguire nel viaggio, così il cuoco di Eufemio, che perorava la causa del suo comandante, dovette trovare una soluzione per sfamare la truppa. Come accade nei momenti di difficoltà, l’uomo usò l’ingegno ed allora provo’ ad accostare gli ingredienti di cui disponeva in quel momento: sarde dei mari di Mazara, pasta di frumento di Castelvetrano, pinoli che avrebbero aiutato per eventuali intossicazioni, finocchietto selvatico per coprire il sapore forte del pesce, infine lo zafferano, spezia immancabile in grado di amalgamare tutti i sapori e sopratutto tutti sentimenti che si provavano ovvero, vendetta, amore e passione.

Nacque così “il piatto degli Dei”, che grazie all’enorme apporto energetico, garanti’ all’equipaggio di navigare in acque più tranquille da Mazara alla volta di Palermo.

Da allora questa squisita pietanza ha fatto storia, peccato purtroppo che del nome del geniale cuoco si sia persa ogni traccia.

Piccola curiosità 

Solitamente il piatto si consuma durante le festività di San Giuseppe e il Venerdì Santo.

La ricetta

Andiamo alla ricetta

(ingredienti per 4 persone)

350 grammi di bucatini 

250 grammi di sarde

30 grammi di uvetta sul panino

140 grammi di finocchietto selvatico fresco 

3 cucchiai di olio extravergine di oliva 

una cipolla 

30 grammi di pinoli 

due acciughe dissalate e diliscate 

una bustina di zafferano 

sale e pepe quanto basta

Procedimento 

Pulite le sarde levando testa, lische e coda. Tagliatele a pezzettini e mettetele a mollo nell’acqua corrente per un po’ di tempo, fino a quando il pesce non risulterà completamente dissanguato.

Nel frattempo prendete l’uvetta sultanina e mettetela in ammollo con il vino bianco preriscaldato per circa 10 minuti, dopodiché strizzate l’uvetta.

Montate il finocchietto selvatico, separandolo dal tronco centrale, sciacquatelo e mettetelo a bollire in acqua calda per circa 5 minuti, salando l’acqua.

Scolatelo e conservate l’acqua di cottura.

Il finocchietto va tagliuzzato finemente. Mettetelo in una pentola (meglio se di coccio).

Versate 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e fate soffriggere la cipolla tagliata finalmente per circa 2 minuti.

Adesso unite il finocchietto alla cipolla, pinoli e alle acciughe dissalate.

Fate cuocere tutto assieme fino a quando ingredienti saranno bene amalgamati tra loro, fino a quando l’acciughina non risultera’ sciolta nel soffritto.

Continuate la cottura dei pezzettini di sarde fino a quando la loro polpa non risulterà tenera, quindi aggiungete anche il finocchietto selvatico. Annaffiate il tutto con circa 2 decilitri di acqua dello stesso finocchietto dove prima avrete stemperato lo zafferano, quindi lasciate cuocere per circa 5 minuti. 

Infine regolate il composto con sale e pepe.

Mettete a cuocere (nell’acqua rimanente dei finocchietti selvatici), i bucatini per circa 8 minuti.

 Se è il caso, aggiungete ancora un po’ d’acqua per la cottura della pasta.

Scolatela bene al dente e saltatela in padella assieme con la salsa composta prima.

Mescolate con cura e servite il piatto ben caldo.

Consiglio 

Il finocchietto selvatico è un aroma che si sposa bene con il pesce alla griglia.

Si prepara un intreccio di rametti di semi di finocchietto secco, si adagia sopra il pesce da grigliare e si copre con un’altra griglia, con un’altra rete di rametti di finocchietto selvatico, dopodiché si fa cuocere.

I rametti rilasciano e sprigionano una sinfonia di profumi aromatici da far venire il capogiro.

Buon appetito

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