Ex Ilva: proteggere l’indotto e garantire un futuro sostenibile

ex ilva

Il futuro dell’ex Ilva, cuore pulsante dell’economia di Taranto e della siderurgia europea, è al centro di un dibattito cruciale. La vendita e il risanamento ambientale dello stabilimento rappresentano una sfida decisiva per la città e per l’intero settore industriale italiano.

Il 12 marzo, a Roma, si è svolto un incontro presso Palazzo Grazioli intitolato “Ex Ilva: un passato da difendere, un futuro da costruire”, organizzato da AEPI (Associazione Europea Professionisti e Imprese) e AIGI (Associazione Indotto AdI e General Industries). L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto sull’impatto che la vendita del più grande polo siderurgico europeo avrà sulle numerose imprese dell’indotto.

Tra gli intervenuti, anche Davide Tabarelli (Commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria), Francesco Paolo Capone (Segretario Generale UGL) e Giorgio Graziani (Segretario Confederale CISL).

Il sondaggio di Lab21: il futuro di Taranto tra speranza e preoccupazione

Durante l’incontro, sono stati presentati i risultati del sondaggio “Il futuro di Taranto: imprese, lavoratori, cittadini”, condotto dalla Lab21 sotto la direzione del Prof. Roberto Baldassari. I risultati hanno evidenziato alcuni aspetti chiave:

  • Ruolo dell’ex Ilva nell’economia: Il 65,9% degli intervistati considera l’acciaieria cruciale per l’economia di Taranto.
  • Opportunità di crescita: Il 52,7% vede nell’ex Ilva una possibilità di sviluppo per il territorio.
  • Ruolo dello Stato: Il 55,6% ritiene che lo Stato debba continuare a supervisionare la gestione dell’impianto.
  • Sostenibilità: Il 52,8% ritiene fondamentale conciliare lo sviluppo aziendale con la sostenibilità ambientale.

Le novità del Governo sulla vendita dell’ex Ilva

ex ilva

Il Ministro Maurizio Gasparri ha partecipato all’incontro, annunciando le ultime novità in merito alla vendita dell’ex Ilva. Il Governo ha confermato l’intenzione di concludere la cessione entro i prossimi mesi, con particolare attenzione alla selezione di un acquirente che garantisca non solo la continuità produttiva, ma anche il risanamento ambientale. Il Governo ha ribadito che la presenza dello Stato sarà fondamentale anche nella fase di transizione, per supervisionare il processo di decarbonizzazione e garantire che vengano rispettati gli impegni relativi alla sostenibilità e alla protezione dei lavoratori.

La posizione di Convertino (AIGI): “Il nostro futuro è legato all’acciaieria”

Nicola Convertino, presidente di AIGI, ha sottolineato che le imprese dell’indotto sono determinate a difendere l’ex Ilva, definita “il nostro gioiello di famiglia”. “L’acciaio italiano è strategico per il Paese – ha dichiarato Convertino – non possiamo permettere che il nostro passato venga spazzato via. Chiediamo alla politica di non abbandonare il nostro settore e di accompagnarlo nel processo di transizione, con una minima presenza dello Stato, che vigili sul processo di decarbonizzazione”. Ha poi aggiunto che “l’industria dell’acciaio può coesistere con una gestione ecologica e sostenibile”.

Dinoi (AEPI): “Lo Stato come garanzia per le imprese”

Anche Mino Dinoi, presidente dell’AEPI, ha appoggiato la posizione di AIGI, ricordando che la missione dell’associazione è sempre stata quella di tutelare le imprese che garantiscono lavoro e benessere alle famiglie italiane. “È fondamentale che il nuovo piano industriale per l’ex Ilva eviti gli errori del passato e garantisca il futuro del sito siderurgico”, ha dichiarato Dinoi. Ha poi ribadito che la siderurgia è cruciale per l’Italia e che l’ex Ilva va preservata nel rispetto del territorio e delle imprese locali. AEPI, che rappresenta l’80% dell’indotto dell’ex Ilva, insieme ad AIGI, è pronta a contribuire in questo momento decisivo per il futuro dello stabilimento e si rende disponibile per incontri con il Ministro Urso e la Presidente Giorgia Meloni.

La missione del PNRR e gli obiettivi dell’Agenda 2030: un’opportunità per l’ex Ilva

Nel contesto delle sfide che l’ex Ilva deve affrontare, emerge una riflessione sull’allineamento con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la missione ambientale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Entrambi questi strumenti strategici mirano a promuovere la sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e la crescita economica in modo equilibrato e inclusivo.

Il PNRR ha posto un forte accento sulla transizione ecologica, risorse che potrebbero essere utilizzate per accelerare il processo di decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva, allineandolo agli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione Europea. Per l’industria siderurgica, la sfida è duplice: garantire la competitività globale e ridurre l’impatto ambientale, in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

L’ex Ilva, con i suoi impianti obsoleti, ha bisogno di un rinnovo tecnologico significativo per ridurre le emissioni inquinanti, migliorare l’efficienza energetica e contribuire all’economia circolare. Utilizzando i fondi del PNRR, il nuovo acquirente potrebbe investire in impianti di produzione di acciaio verde, adottando soluzioni tecnologiche avanzate per ridurre l’inquinamento e contribuire agli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050.

Le dichiarazioni di esperti e sindacati

Davide Tabarelli, Commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, ha commentato: “La pressione su questo stabilimento è così forte che, se riusciremo ad uscirne, lo faremo con slancio. Occorre lavorare insieme e sfruttare al massimo questa grande opportunità. Sono ottimista.”

Giorgio Graziani, Segretario Confederale della CISL, ha aggiunto: “Non possiamo permettere che la gestione discutibile dell’ex Ilva diventi un alibi per abbandonare un pilastro della siderurgia europea. I commissari devono garantire che il futuro dello stabilimento sia sostenibile, con adeguati investimenti in tecnologia ed ecologia, e che lo Stato mantenga un ruolo di garanzia.”

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, ha commentato: “La vicenda dell’ex Ilva è il segno di una crisi più profonda del modello economico basato sulla globalizzazione dei mercati. Dopo i fallimenti di ArcelorMittal, è giusto che il Governo esplori nuove soluzioni per garantire l’ambiente e i livelli occupazionali. Solo un nuovo acquirente che rispetti gli impegni sul risanamento ambientale e sull’occupazione può restituire speranza a questo gigante dell’acciaio.”

Un’opportunità da non perdere

Il futuro dell’ex Ilva è incerto, ma l’opportunità di unire sviluppo economico e sostenibilità ambientale offre una chance unica per il rilancio del sito e per il benessere delle comunità locali. Il cammino non sarà facile, ma con una guida attenta e un impegno condiviso, Taranto può diventare simbolo di un nuovo modello industriale sostenibile.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.