“Fuga dal campo 14”, oggi a Roma la presentazione del libro di Shin Dong-hyuk

Shin-Dong-hyuk-in-DC-1024x682-2ycr0htw965cd25o91bwu8Fa impressione nel bel mezzo del 21° secolo doversi soffermare a pensare al concetto di libertà.

Si tratta del dono più grande che abbiamo e probabilmente il solo fatto di viverlo e “possederlo” non ci porta a comprenderlo in tutto il suo splendore, se non ci fermiamo a pensarci.

Lo spunto di questa mia riflessione scaturisce dalla presentazione di “Fuga dal campo 14”, un libro di Shin Dong-hyuk, scritto in collaborazione con Blaine Harden (prevista oggi alle 18, alla libreria Libraccio, di via Nazionale a Roma).

Shin è nato in un campo di prigionia Nord Coreano. Non ha mai saputo perché e probabilmente neanche i suoi genitori conoscevano il motivo. Non ha mai saputo che “vita” potesse voler dire qualcosa di diverso. Per lui solo schiavitù, torture, scarsa alimentazione …

La tirannia di Kim Jong Un (dittatore Nord Coreano attualmente in carica), d’altronde, sembra non conoscere eguali e a quanto pare in Corea del Nord per essere perseguiti “a norma di legge”, basta davvero poco.

In ogni abitazione c’è l’obbligo di esporre (nel miglior posto della casa) una foto del dittatore e questa deve sempre essere curata: mai storta, mai impolverata, mai al buio o in un posto giudicato angusto.

Ispezioni mensili a sorpresa, controllano la cura di tale esposizione e se i risultati non sono degni, si viene deportati.

Così come se su qualche giornale appare la foto del dittatore e questa viene piegata malamente o accartocciata: il risultato sarà il medesimo.

Da 70 anni le cose peggiorano di giorno in giorno.

Nessuna comunicazione dal mondo esterno (un solo canale TV esistente dove vengono trasmessi esclusivamente proclami del regime); la Bibbia è severamente vietata ed i soli libri consentiti sono quelli “autorizzati” dal regime stesso, con il popolo (che vorrebbe intervenire) assolutamente paralizzato dalla paura della dittatura e dalle sue punizioni.

L’autore ha vissuto per 24 anni un tipo di vita da cui è riuscito a fuggire. La nuova vita ha cominciato a scoprirla quasi 10 anni fa (data della sua fuga). Ed oggi usa, con tutta la forza che ha, l’unica arma in suo possesso.

Quella di raccontare con il suo libro cosa accade in quei luoghi, cercando di stimolare una “ribellione” di chi si gira ancora dall’altra parte e far meditare noi sul fatto che la libertà che diamo per scontata è qualcosa da difendere ogni giorno.

Un libro assolutamente da leggere.

di Riccardo Fiori

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.