A Bagnoli, Italsider ed Eternit sotto sequestro

italsider-bagnoliNapoli. Sono ventuno gli indagati dal pm della Procura, Stefania Buda per la bonifica di Bagnoli, ferma dal 2010.

Nel  2009 i carabinieri del Noe avevano scoperto delle irregolarità nel trattamento e smaltimento dei rifiuti, oltre al cattivo funzionamento dell’impianto di soil washing, attraverso cui vengono eliminate le sostanze inquinanti; ieri c’è stata addirittura una scoperta clamorosa: nell’area del Parco dello Sport (in costruzione), sono stati scoperti rifiuti industriali interrati, coperti con false certificazioni da parte del Ccta.

Si tratta per lo più di residui gommosi derivanti dalla lavorazione del petrolio che, accanto a residui della lavorazione dei metalli inquinanti da idrocarburi, sono stati mescolati al terreno e sotterrati.

Tra i coinvolti, personaggi di spicco delle società Bagnolifutura, politici delle giunte Rosa Russo Iervolino, funzionari Arpac e legali, rappresentanti e tecnici delle ditte esecutrici dei lavori di bonifica e della loro direzione, fedelissimi dell’ex governatore Bassolino e dirigenti del ministero dell’Ambiente.

Sono stati indagati per truffa: Gianfranco Mascazzi, ex direttore generale del ministero dell’Ambiente, Carlo Borgmomeo  (dg di Bagnoilifutura dal 2002 al 2007), Mario Hubler (dg della Stu dal 2007 al 2012), Gianfranco Caligiuri, direttore tecnico della Bagnolifutura e responsabile della pianificazione e dello svolgimento della bonifica e Alfonso di Nardo (vertice Arpac dal 2005 a 2010); gli ex vicesindaci di Napoli e poi presidenti della Stu, Sabatino Santangelo e Rocco Papa, 20109 e De Vizia Transfer, società addetta alla rimozione dei materiali inquinanti.

Per loro l’accusa è quella di truffa ai danni dello Stato, falso e disastro ambientale. Secondo il pm, fino al 2011 ci potrebbe essere stato un accordo tra il dipartimento del ministero dell’Ambiente, le autorità della Stu (società di trasformazione urbana) e quelle degli enti locali, preposti alla supervisione dei lavori.

L’indagine è scattata dopo la denuncia di una donna, residente nella zona di Cavalleggeri d’Aosta, confinante con l’ex zona industriale, che si rivolse alla Procura quando seppe di avere un carcinoma polmonare pur non essendo un soggetto a rischio. La donna è poi morta nel 2011.

Intanto da ieri sono stati posti sotto sequestro preventivo i vecchi complessi industriali Itasider ed Eternit, così come la colmata a mare, il pontile usato per lo scarico merci, così definito dalla commissione parlamentare “E’ costituita da rifiuti e in particolare, da scorie e loppe d’altoforno derivanti dalle lavorazioni dell’ex Ilva-Eternit di Bagnoli, smaltite su una superficie di circa 170 mila mtq del litorale marino e di circa 50 mtq della spiaggia originaria, a partire dal 1962, fino all’interruzione delle lavorazioni”.

La custodia giudiziaria è stata affidata a Omero Ambrogi, ex magistratura e dal 2012 presidente di Bagnolifutura  spa, società di trasformazione urbana che avrebbe  dovuto bonificare i suoli, fornirli di infrastrutture e venderli.

I procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fragliasso affermano “L’interscambio dei ruoli tra controllori e controllati e il conflitto di interessi degli enti pubblici hanno determinato il progressivo scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, cagionando in tal modo un disastro ambientale”.

Spieghiamo i meccanismi perversi:

Il ministero affidava la bonifica alla De Vizia Bagnilifutura che controllava attraverso dei periodici controlli di laboratorio, svolti presso il laboratorio interno Centro Campano Tecnologie e Ambiente (società nata per supportare Arpac e Stu.

Ad aggravare la situazione c’è poi il fatto che non è stata ancora completata la bonifica dell’amianto a causa dell’esaurimento dei fondi,  il Governo Monti  ha infatti tagliato 50 dei 98 milioni stanziati per la bonifica della zona.

di Redazione

foto: riverflash.it

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