Continua la morsa del credit crunch

credit-crunch_3858La recente crisi economica iniziata negli Stati Uniti nel 2008 e presto estesa anche in  Europa, trae  le sue origini dalla crisi della finanza americana ed internazionale. Le banche si sono trovate  a dover fronteggiare rilevantissime perdite a seguito di spericolate operazioni di finanziamenti immobiliari e di altrettanto spericolate operazioni in strumenti derivati. Le banche hanno dovuto far fronte a questa grave situazione attraverso una contrazione della concessione di credito sia nel mercato interbancario (quindi meno prestiti tra banche) che in quello economico generale (meno credito alle famiglie ed alle aziende) che, unito al conseguente rialzo dei tassi  di interesse, ha generato il fenomeno del “credit crunch”  con conseguenze molto gravi per le aziende e le famiglie. Negli ultimi tempi inoltre, in conformità con le richieste di rinforzo dei coefficienti patrimoniali contenute nel documento di Basilea 3 e avanzate dalle autorità internazionali, anche le previsioni sulle future erogazioni di finanziamenti non risultano particolarmente rosee.

Focalizzandosi sulla situazione italiana, per quanto riguarda le imprese (in particolar modo di piccola o media taglia) il Centro Studi di Confindustria  segnala un inasprimento della stretta del credito  nel terzo trimestre del 2012 (-3,9% rispetto al terzo trimestre 2011),  nel quale queste si sono trovate ad affrontare un’ulteriore riduzione dell’ammontare erogato e della durata dei finanziamenti in contemporanea ad un incremento delle spese e delle garanzie da prestare.

I dati della trentatreesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzatoda Assofin, CRIF e Prometeia evidenziano nel corso dei primi 9 mesi del 2012 un ulteriore trend di rallentamento del credito anche per quanto riguarda le famiglie. Contemporaneamente infatti ad un calo della domanda di credito da parte di queste ultime, che scoraggiate dal clima di instabilità decidono spesso di rinviare eventuali acquisti e consumi, si è verificata anche una frenata dell’offerta di prestiti che si sta riposizionando verso importi più bassi e durate più brevi. Nei primi 9 mesi dell’anno in corso i finanziamenti alle famiglie hanno registrato un progressivo rallentamento e le nuove erogazioni di credito al consumo hanno evidenziato ancora un trend negativo (-12%) e solo i finanziamenti a sostegno di consumi di importo più contenuto, che prevedono piani di rimborso meno impegnativi, hanno mostrato una certa tenuta.

Questa stretta creditizia ha colpito ancora più pesantemente il mercato dei mutui per la casa, con la conseguenza che nel 2012 le compravendite di abitazioni sono diminuite del 27% rispetto al 2011. Questo andamento riflette la sostanziale stretta del credito  anche in seguito alle recenti manovre in materia di tassazione e agli alti costi per sostenere finanziamenti. I primi 9 mesi del 2012 hanno visto infatti una diminuzione del quasi 50% dell’erogazione di mutui finalizzati all’acquisto di immobili con un loan to value (% del mutuo sul valore dell’abitazione) in costante calo.

Lo sviluppo del credito è fondamentale per la crescita del paese e bisogna far leva su tutti gli elementi che lo facilitino e tra questi l’innovazione tecnologica, internet in primis, applicandola anche al settore finanziario.

di  Maurizio Sella

Smartika Spa

foto: seoibiza.com

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