I Barbari e il non-biglietto

ataf

Dalla via traversa non puoi vederlo ma sai che sta arrivando, guadagna terreno ogni volta che pensi alla sveglia -era da puntare almeno dieci minuti prima!-, ogni volta che pensi ai colleghi in balìa del fiume di email a cui non potranno rispondere da soli.

 

E, tanto per rendere più drammatica la scena:

– Signore! C’è un incendio nella sala dei server, Francoli ha perso il tesserino e nei bagni è terminato il sapone! Quali sono gli ordini, signore!?-

-Dov’ è Luca, soldato?-

-Non lo sappiamo signore, so che ieri ha portato lo scooter a fare il tagliando e…-

-Non dire altro soldato, oggi sarà una giornata più dura di quanto le parole possano esprimere!-

Non sei un militare e in ufficio ovviamente non è mai successa una cosa del genere, tranne forse la storia del sapone, ma quando ti prende il dramma insomma…

 

Poi ti ricordi del liceo e della tecnica segreta del “vedere con gli occhi degli altri”. Viene tramandata dall’alba dei tram: consiste nel fissare, se la geometria delle strade te lo consente, la faccia di chi attende il mezzo pubblico alla fermata. Alcuni, i più giovani in genere, sono affaccendati con i più svariati strumenti tecnologici, altri fissano il punto da cui sanno che l’autobus sbucherà, allora li guardi intensamente e, leggendone il mutare dell’espressione, capisci quando è il momento di… eccola! La distinta signora peruviana sgrana gli occhi, protende impercettibilmente il labbro e percepisci che sta per muovere il piede in quella direzione… è il segnale che il bus sta arrivando, devi correre!

 

Da giovane commettevi l’errore di partire a razzo, ma dopo venti metri in quel modo ti rendevi conto di aver maltrattato ginocchia fredde e muscoli da “segni del cuscino sulla faccia”. Oggi quindi inizi molto leggero e, se serve, usi lo “sprint finale”.

 

La fermata è vicinissima, l’angolo della casa che ti nascondeva l’arancione della carrozzeria del bus, superato. Eccolo infatti, occhiata veloce alle strisce pedonali, via, arrivi cinque secondi prima che il mezzo si fermi, fai un bel respiro e sali.

 

La distinta signora armeggia con la borsa, ti trovi a pensare che si stia preparando a una di quelle interminabili conversazioni telefoniche capolinea-capolinea per te inconcepibili -come si faccia a parlare ininterrottamente un’ora con qualcuno, proprio non so!-

Inspiegabilmente si gira verso i tuoi occhi colmi di rimprovero anticipato e, con un accenno di sorriso estrae un pezzetto di carta lucido, bordi e forma regolari, un lato stampigliato, lo inserisce in un aggeggio che ti è familiare: l’obliteratrice!

Scacco matto per la signora.

Non hai il biglietto, lei sì.

 

E’ un problema, che fare? Scendi  e cerchi una rivendita? Ci metteresti troppo tempo! Speri di arrivare “latitante” fino alla metropolitana e lo compri lì?

Ecco nuovamente le immagini dell’ufficio che viene accerchiato dai barbari, la collega minuta, con gli occhiali, intenta a gettare olio bollente sugli assedianti; il capo, una freccia nella spalla, organizza un’ultima, disperata, resistenza. Nooo!

 

Scacci questi tetri pensieri: scegli l’opzione metropolitana, incroci le dita e aspetti.

Non ti catturano, arrivi alla biglietteria, compri il biglietto e prosegui il viaggio verso l’ufficio.

Ma non si fa, è andata bene ma potevano multarti.

 

A Firenze però non sarebbe andata così. Cioè, la corsa sì, il biglietto no.

L’Ataf , Azienda trasporti pubblici Firenze, ha infatti recentemente inaugurato un sistema ticketless veramente semplice: l’utente, prima di salire sulla vettura,  invia un sms contenente il testo “Ataf” al numero 4880105, riceve subito  un sms di risposta con il “pin” ed è questo codice che dovrà esibire al controllore.

 

Non serve registrarsi, non serve carta di credito (e fa tutta la differenza del mondo).

Il costo del biglietto è identico a quello del tabaccaio. Si paga, in più, solo l’ sms che invii, a seconda del tuo operatore.

 

Il servizio è attualmente attivo per i principali gestori di telefonia mobile.

Un altro tassello per città sempre più “intelligenti”, in cui la fruizione dei servizi avviene in maniera flessibile ed efficiente. Perché non è solo questione di kilowatt o di benzina, ma spesso di tempo, di agevolazioni, di evitare sprechi nel senso più ampio del termine.

 

Luca Munaretto

 

Foto: trasportando.com

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