Mutilazioni canine: dibattito riaperto

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Pratica ancora consueta e dura da estirpare nonostante la Convenzione Europea firmata a Strasburgo il 13 Novembe 1987 che all’articolo 10 vieta tutti gli interventi destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia per scopi non curativi, in particolare: taglio della coda, taglio delle orecchie, recisione delle corde vocali, asportazione delle unghie e dei denti.

Ad oggi la caudotomia (taglio della coda) e la conchectomia (taglio delle orecchie) sono tra le mutilazioni ancora applicate spesso per fini estetici discutibili. Tra le due operazioni quella più pericolosa per l’animale è la recisione della coda in quanto si va ad incidere sulla colonna vertebrale e sui nervi. Oltre al fatto non trascurabile che la coda rappresenta un elemento di comunicazione e un riferimento per l’orientamento, in seguito a questo intervento il cane potrebbe soffrire di un dolore cronico  anche dopo la cicatrizzazione del moncone per la presenza delle terminazioni nervose sulla parte interessata.  

Il Ministro della Salute Fazio nella nota del 21 Marzo scorso ha riaperto questa possibilità per i cani da caccia e da sport ridando fervore al dibattito. Sarà compito dei medici veterinari attenersi al Codice Deontologico secondo cui il veterinario deve operare per la promozione del rispetto degli animali e del loro benessere.  

Chiara Driussi  

Foto: zonepoliticon.blogspot.com

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