
Turismo. Che sia il grande tesoro dell’Italia pare un coro unanime. Non solo il parere della ministra Daniela Santanchè, che lo ha ribadito su Canale 5 il 20 giugno scorso. Addirittura, in molte parti d’Italia (Venezia, Roma, Cinque Terre) si parla di “overtourism”. Cioè quella situazione per cui il numero dei turisti supera la capacità di carico del territorio. Causando problemi di degrado dell’ambiente, congestione e impatti negativi sulla qualità della vita dei residenti. Questa, a quanto pare, sarebbe la situazione del centro storico di Venezia. Tanto che, tra il mese di aprile e quello di luglio 2024 e 2025, è stato accessibile solo “a numero chiuso”.
Nel corso della presente stagione, tuttavia, si è alzato un grido di allarme da parte degli operatori del turismo, soprattutto balneare. Si starebbe, infatti, registrando una contrazione, rispetto agli anni precedenti, compresa tra il 20 e il 30%. Sia in termini di presenze che di consumi. A questa contrazione gli stabilimenti sono costretti a reagire con un rialzo considerevole dei prezzi. Innescando una spirale di ulteriore riduzione delle presenze (a pagamento) in spiaggia.
Tale crisi sembra investire anche gli albergatori delle città d’arte, Roma compresa. Tutto ciò nonostante l’Anno Santo. Il flusso del turismo religioso, infatti, è quasi completamente controllato dalla Santa Sede. E incide solo relativamente sul settore alberghiero privato. Per farci un’idea più chiara abbiamo voluto controllare i dati delle destinazioni del turismo mondiale. Abbiamo poi voluto tener conto di quali variazioni di presenze ha subito negli ultimi decenni. Quanto meno dai tempi del boom economico. I risultati sono sorprendenti.
Turismo, le classifiche del posizionamento dell’Italia negli ultimi 55 anni
Per quanto riguarda il posizionamento dell’Italia nel settore del turismo abbiamo preso in considerazione i dati della Graph Gallop negli ultimi 55 anni. Nel 1970 l’Italia è posizionata al 3° posto nel mondo con 13 mln presenze. Al 1° posto si trova la Francia con 17 mln (+30% su Italia). Seconda la Spagna con 14 mln (+13,5% su Italia). Quarti gli USA con 10 mln. Quindici anni dopo, nel 1985, la Francia risulta sempre prima con 35,5 mln presenze. La Spagna è ancora seconda con 25,5 mln. Ma noi stavolta la talloniamo con 24,5 mln. Il nostro distacco dalla Francia è però passato da -30% a -50%. Usa sempre quarti con 22,6 ma ci recuperano in percentuale circa i ¾ del distacco.
Nel 2000 la Francia è sempre sola al comando con 75 mln presenze. La Spagna è seconda con quasi 49 mln, tallonata dagli USA che ci hanno scavalcato e ora contano quasi 47 mln presenze. Noi siamo scesi al 4° posto con 40 mln e alle nostre spalle appare la Cina con 32 mln di presenze. La Francia rispetto a noi è +75% e la Spagna +22%. Negli ultimi 30 anni del XX secolo, quindi, la Francia ci ha staccato di altri 45 punti percentuali e la Spagna di 8,5. Nel frattempo, gli USA ci hanno superato.
Passiamo direttamente al 2024, evitando di farci condizionare da cifre relative a crisi economiche varie, Brexit e pandemie. Manca il dato della Cina. Francia sempre prima con 100 mln presenze ma c’è il balzo della Spagna che la tallona con 94,5 mln (solo -5,5%). Gli USA sono sempre terzi con 65 mln ma noi gli siamo alle spalle con 63,5 mln. Il nostro distacco dalla Francia è però ancora -53%. Inoltre, ora dobbiamo guardarci dalla Turchia che ci segue con 60,5 mln di presenze.
Turismo, due sole spiagge italiane tra le prime 25 al mondo
Insomma, i dati degli ultimi 55 anni (più di mezzo secolo!), ridimensionano l’affermazione che il turismo sia il “grande tesoro dell’Italia”. Lo è meno di due paesi vicini nostri concorrenti: Francia e Spagna. Che, da oltre mezzo secolo, ci sono sempre stati davanti in termini di presenze. La Francia, soprattutto, con distacchi notevoli. Secondo i primi dati del 2025, inoltre, ci avrebbe superato anche la Turchia. Per non parlare delle “superpotenze” come USA e Cina. Il trend indica che crisi forse non è, ma sicuramente si tratta di “declino strisciante”.
Le nostre spiagge raccolgono o meno le preferenze di turisti italiani e stranieri? Andiamo anche qui a vedere i dati. Secondo VisitedApp solo due spiagge italiane rientrano tra le 25 più visitate al mondo (dati 2024). Si tratta della Costiera Amalfitana (5°) e Rimini (18°). Niente Sardegna in un contesto in cui la Corsica è considerata un’unica spiaggia e si posiziona al 22° posto. Tra i nostri concorrenti, la Spagna conta 4 spiagge tra le prime 25 (3 alle Baleari e una alle Canarie). La Francia 3 (Cannes e St-Tropez, oltre alla Corsica). La Grecia una (Zacinto) ed Egitto due (nel Mar Rosso). Insomma, se nel 2025 i dati delle presenze sembrano abbastanza inferiori a quello del 2024, la crisi del nostro turismo balneare prende consistenza.
Città d’arte, i dati smentiscono il tanto sbandierato ‘overtourism’
Vediamo ora se invece le nostre città siano attrattive per il turismo internazionale. Per il dato ci siamo rivolti a quello fornito da EuroMonitor (2018). In termini di presenze l’Italia conta cinque città tra le prime 100 del Mondo. Nel nostro immaginario collettivo pensiamo di averne almeno due o tre tra le prime dieci. Una almeno tra le prime tre. Invece la prima città italiana in classifica, Roma, è collocata solo al 17° posto. Seguono Milano (36ma), Venezia (46ma), Firenze (51ma) e Napoli (63ma).
La classifica è guidata da Hong Kong (che due anni prima era solo 11ma), poi Bangkok e Londra. Parigi è sesta. New York ottava. La turca Istanbul è decima. La Spagna (con 3 città) ha Palma de Mallorca due posizioni avanti a Roma. Barcellona è 23ma (molto più avanti di Venezia). Madrid è 47ma (davanti a Firenze e a Napoli). Anche la Grecia ha 3 città (Atene 47ma, Iraclion 67ma e Rodi 98ma). La Francia annovera anche Nizza al 93° posto.
Insomma abbiamo ben cinque città tra le prime cento, ma nessuna in posizione particolarmente alta. Di certo, non si può parlare di overtourism. Quanto meno rispetto alle altre città del resto del mondo. Le presenze sono infatti oggettivamente non eccezionali e abbastanza spalmate. La conclusione è che le nostre aziende stanno difendendo a fatica un primato che, a ben vedere, non hanno mai detenuto. E, secondo gli esperti lo stanno facendo accumulando errori nella loro politica aziendale. Nel prossimo articolo esamineremo nel dettaglio questi errori del settore turismo.
Foto di Gianni Crestani da Pixabay
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