Terrorismo islamico, la Fallaci aveva ragione: l’occidente sottovaluta il pericolo

ORIANAfallaciGli orrendi fatti di Parigi, dalla strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, all’uccisione della poliziotta e di ostaggi innocenti, rivendicati ieri da Al Qaeda in Yemen, ci porta a sostenere che l’Europa in primis e l’occidente tutto stiano sottovalutando il pericolo proveniente dall’Isis e dagli integralisti islamici in genere.  

Da troppo tempo ormai l’occidente considera marginale l’aggressività degli integralisti musulmani e l’avanzata dello Stato Islamico.

Subito dopo l’attacco alle torri gemelle a New York una scrittrice e giornalista toscana, di nome Oriana Fallaci, morta nel 2006, fu additata da gran parte dei colleghi e dei media buonisti come una “pazza” che gridava il suo sdegno contro l’Islam soltanto per aumentare i suoi profitti editoriali. “Diventeremo l’Eurabia. Il nemico è in casa nostra e non vuole dialogare” diceva. Ma lei, nei suoi articoli e libri, denunciava soprattutto l’immobilismo occidentale, non la cultura islamica.

Rileggere oggi, a distanza di oltre dieci anni, la sua trilogia formata da “La rabbia e l’orgoglio” , “La forza della ragione” e “L’Apocalisse”, ci fa rendere conto di quanto la Fallaci fosse stata illuminata.

Di fatto l’Europa, proiettata e unita soltanto economicamente, senza una politica estera ed un esercito comune, non possiede ne una strategia difensiva e ne, tantomeno, una offensiva. Probabilmente è questa la motivazione per cui la comunità europea non riesce a prendere consapevolezza che il pericolo è ora, immediato e improrogabile, e che bisogna agire senza incertezza.

D’altronde la realtà araba è evidente, purtroppo nella quasi totalità dei paesi a sud del mediterraneo non c’è libertà, non c’è democrazia e non c’è il rispetto per la donna. Dipende dal fatto che gli stati arabi sono perlopiù governati da guide religiose? Dalla mancanza di volontà delle persone di adeguarsi ai tempi moderni? Dall’egoismo maschile? Non lo so. Non sono uno studioso di antropologia sociale. Ma da profano, ho gli occhi per vedere che l’islamista radicale è aggressivo, violento e maschilista.

Inoltre essere considerati “gli infedeli” generalizzando su una società eterogenea, basata sull’uguaglianza e il rispetto dell’individuo, come la nostra, non lo trovo rispettoso.

L’Isis oltre a puntare sul fatto di costruire uno Stato Islamico sempre più esteso, trova facile presa  sugli elementi più giovani, perche finisce per colmare quel vuoto politico e di valori nelle nuove generazioni insoddisfatte, siano esse nate e vissute in occidente sia nei paesi mediorientali.

Paradossalmente, noi occidentali siamo diventati talmente democratici e tolleranti verso tutte le diverse etnie che risultiamo razzisti con noi stessi. Il pericolo è che si stia giocando con il fuoco che, in questo caso, è il futuro dei nostri figli. Chi più chi meno ha potuto constatare, attraverso filmati o personalmente, l’arroganza di alcuni soggetti jihadisti e chi fino ad ora ne è rimasto fuori crediamo non lo sarà ancora per molto.

Gran parte degli occidentali, in privato e in pubblico, si rifà alla cultura cristiana, così come gran parte degli arabi segue la cultura islamica ma, a nostro modesto avviso, non si può governare un paese con la costituzione teocratica. Karl Marx diceva: La religione è l’oppio dei popoli.

Bisogna certamente accogliere i rifugiati politici, gli sfollati da paesi in guerra, i bisognosi del terzo mondo ma dobbiamo respingere con tutte le forze chi cerca di entrare nel nostro paese senza la certezza di un lavoro e di una casa. L’approssimazione nei controlli potrebbe agevolare chi ha mire terroristiche. Anche se, come tutti sappiamo, spesso gli attentatori sono giovani nati e cresciuti in Europa.

Per un futuro di rispetto e di tolleranza reciproca, i musulmani moderati, europei o non, devono far sentire la propria voce con determinazione, prendere le distanze dai terroristi e rispettare la nostra cultura così come facciamo noi “infedeli” con chiunque ci chieda ospitalità.

In quanto a noi, buonisti e progressisti occidentali, dobbiamo svegliarci se non vogliamo trovarci ad essere una colonia dell’Isis.

di Enzo Di Stasio 

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