La chiamano Terra 2.0 ed è un pianeta che ancora non abbiamo trovato. Con questa espressione indichiamo un pianeta di cui siamo alla ricerca. Indichiamo l’idea di un pianeta che sia in grado di ospitare la Vita.
Gli scopi con cui facciamo questa ricerca sono molteplici. Ad esempio: scoprire un posto dove ci sia vita organica. Trovare un altro pianeta adatto per viverci. Oppure localizzare un luogo da “terraformare” per poi colonizzarlo.
Stiamo cercando di trovare (da molti decenni ormai) altre forme di vita nell’Universo. Ci chiediamo se c’è qualcuno oltre noi. Generazioni di uomini e donne hanno scrutato il cielo col naso in su ponendosi questa domanda.
Stiamo cercando anche una nuova possibile casa. In caso di emergenza. Visto come stiamo distruggendo il nostro meraviglioso Pianeta Azzurro.
Tuttavia, al momento, questi due aspetti sono un utopia. Rimane forte, invece, la spinta fornita dall’amore per la conoscenza che ci fa esplorare continuamente qualcosa che non conosciamo quasi per niente: il nostro Universo.
Molto recentemente è stato individuato (dal solito e fidato telescopio spaziale Hubble) un esopianeta che presenta alcune delle caratteristiche atte ad ospitare la vita. Si chiama K2.18b e si trova a circa 110 anni luce da noi. Nella Costellazione del Leone.
Che cos’è un esopianeta?
Molto semplice: si tratta di un pianeta che si trovi fuori dal Sistema Solare e che orbiti attorno ad una stella diversa dal Sole. Questi due requisiti molto semplici ci danno già una prima indicazione facile da intuire: se mai lo trovassimo si tratterà di un pianeta molto, molto lontano. Quindi, considerando che il Sistema Solare ha un diametro di 1,2 anni luce, difficilissimo da raggiungere con le attuali tecnologie.
Quest’ultimo esopianeta che abbiamo individuato è stato esaminato facendo un analisi spettrografica (che è un po’ come tracciare un “codice a barre” della luce da lui riflessa) che ci ha permesso di capire di quali elementi sia composto.
Possiede un’atmosfera (fatto di per se già degno di nota) che contiene idrogeno, elio, vapore d’acqua e forse anche azoto e metano. Inoltre si trova al limite esterno della fascia abitabile della sua stella.
Cos’è la “Fascia abitabile” di un sistema planetario?
Anche questo concetto è molto semplice. Si tratta, infatti, di una zona di spazio che sia alla giusta distanza dalla stella attorno cui il pianeta orbita. Né troppo vicina né troppo lontana. In modo che il pianeta non sia troppo caldo o troppo freddo e riceva la giusta quantità di luce ed energia.
La Terra, per esempio, si trova quasi al limite interno della zona abitabile e cioè verso il Sole. Se fossimo il 5% più vicini l’acqua evaporerebbe. Se fossimo il 15% più lontani la Terra, con ogni probabilità, sarebbe una palla di ghiaccio.
Tuttavia essere nella corretta posizione e con gli “ingredienti” giusti non è sufficiente a far nascere e mantenere la vita su un pianeta.
La Terra può sostenere la vita in conseguenza di molte coincidenze
Se tenessimo ad elencare tutti gli elementi che permettono la vita sul nostro pianeta dovremmo scrivere molto a lungo. Sono tanti. Si può ragionare in ordine a quanto accade qui sulla Terra e concludere che alcuni tra i requisiti che permettano la vita anche in altri pianeti siano i seguenti:
La sequenza di eventi
In 4,6 miliardi di anni (questa è l’età della Terra) si sono succeduti innumerevoli eventi. Se essi non si fossero succeduti nell’ordine corretto e con i giusti tempi non avremmo, oggi, il pianeta che conosciamo. Non abbiamo termini di paragone, ovviamente, perciò non ne siamo sicuri. Tuttavia questa interpretazione è accettata dalla scienza.
La composizione chimica
Per sviluppare la vita così come noi la conosciamo è necessario che siano presenti alcuni elementi chimici. Non così tanti in verità.
Per esempio il Carbonio. Non è così diffuso come si potrebbe credere (0,048% della crosta terrestre). Si lega con molti altri elementi chimici e permette loro di formare lunghe “catene”. Senza il carbonio non esisterebbero le proteine e l’acido desossiribonucleico volgarmente detto DNA. In altre parole non ci sarebbero i “mattoni” necessari a costruire la vita.
L’attività tettonica e magnetica
Viviamo su un pianeta con il nucleo fuso. Non sembra così rassicurante eppure questo ha generato una certa dinamicità. Da esso derivano i fenomeni vulcanici, lo spostamento ed il corrugamento della crosta terrestre e la presenza di un campo magnetico. Rispettivamente, questo prezioso mare di materiali incandescenti, ha contribuito alla formazione di terre emerse su cui abitare ed alla presenza di un forte campo magnetico che ci respinge vari tipi di raggi provenienti dal Sole.
Se non ci fosse l’attività tettonica il mondo sarebbe un palla ricoperta d’acqua dove la vita sarebbe senz’altro possibile ma profondamente diversa.
Se non ci fosse il campo magnetico a proteggerci il Sole, anziché fornirci l’energia necessaria alla vita, ci ucciderebbe.
Il comportamento dell’acqua
Questo elemento ha una caratteristica quasi unica: se raffreddata fino alla temperatura di congelamento si espande.
Molte altre sostanze (quasi la totalità) si comporta in modo opposto e si contrae. La conseguenza di ciò è che l’acqua sotto forma di ghiaccio galleggia così come postulato dal principio di Archimede.
Se l’acqua si comportasse come gli altri elementi ghiaccerebbe ed andrebbe a fondo negli oceani raffreddandoli sempre di più. Alla fine di questo processo avremmo un pianeta completamente ghiacciato ed inadatto alla vita.
Naturalmente ci sono moltissimi altri requisiti affinché un pianeta sia abitabile. Come ad esempio la presenza di un’atmosfera; La presenza di un satellite naturale (la Luna) molto grande rispetto al suo pianeta che ne stabilizza la rotazione attorno al proprio asse.
Vi sono anche altri requisiti meno noti ma altrettanto importanti come il ciclo del calcio; la giusta quantità di effetto serra; la giusta quantità ed il giusto comportamento dell’ossigeno nell’atmosfera.
L’equilibrio del sistema Terra è delicatissimo e molto peculiare
Tra qualche anno partirà una ulteriore missione che esaminerà più da vicino gli esopianeti più interessanti dal punto di vista dell’abitabilità. E’ doveroso essere curiosi. E’ necessario essere fiduciosi nel futuro e nelle potenzialità che altri corpi celesti potrebbero riservarci.
Un giorno, infatti, potremmo fare cose che oggi non immaginiamo ed andare molto più lontano di quanto le nostre attuali tecnologie ci permettano.
Tuttavia, tra le altre ipotesi, dobbiamo necessariamente considerare di rimanere sulla Terra per molto tempo ancora.
Dobbiamo considerare che, visto i delicatissimi equilibri che garantiscono la vita, siamo chiamati a responsabilizzarci ed a rispettare il nostro pianeta.
La Terra è la nostra casa e noi tendiamo a dimenticare un concetto fondamentale: ci mantiene in vita.
Fonti:
1- Michael H. Hart – Fermi/Hart paradox
2- Robert H. Gray – Astrobiology
3- Bill Brison – A Short History of Nearly Everything
4- Nasa – Web site of Space Telescopoe Hubble
5- Clair Patterson – Age of the Heart
6- The indipendent – 12/09/2019
7- Immagine: media.inaf.it
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