Someone like you: la colonna sonora di un ragazzo amato

sic58

Era prevedibile che una simile tragedia sportiva scatenasse servizi, reportage, siti web e intere trasmissioni televisive. Il risalto mediatico della morte di Marco Simoncelli ha travolto qualsiasi canale o mezzo di informazione.

Ho aspettato per scrivere qualcosa perché mi sentivo avvolto in una coltre di incredulità mista a malinconia. Non sono mai stato un tifoso del “sic”, anzi spesso e volentieri mi sono ritrovato a criticarlo per la sua condotta di gara ruvida e sprezzante del pericolo.

Tra i tanti articoli e video a lui dedicati, mi ha colpito un tributo fotografico che portava come colonna sonora il fantastico capolavoro di Adele. È incredibile come talvolta la musica riesca a conciliare gli animi, a cambiare un pensiero, a far riflettere. Interviste, scene di corse, di paddock, di vita quotidiana. Ho imparato a scoprire questo ragazzo dalla tv e dal web, per quanto possibile, superando i pregiudizi che stupidamente ti assalgono quando “sdraiano” il tuo pilota preferito in un campionato del mondo, costringendolo a saltare gran parte della stagione e tirandolo fuori dalla lotta al titolo. Il riferimento è a Pedrosa, avversario e “nemico” acerrimo di Simoncelli, come molti spagnoli d’altronde con Lorenzo in testa.

Due piloti che hanno dimostrato un affetto smisurato alla famiglia di Marco, facendomi capire come la sua grandezza d’animo andasse ben oltre la sua goffagine. Questo doveva essere un pezzo sulla chiusura del mondiale; sull’ennesimo trionfo di Stoner, eppure ho molto poco di cui parlare sportivamente parlando. Del weekend di valencia mi restano solo le parole di un Capirossi all’ultima gara; le lacrime di Pirro, vincitore in moto2 col team gresini(stesso di Simoncelli); la tristezza nei box; la parata dei piloti; i colpi scuri con la gigantografia di SuperSic sullo sfondo e il 58. Il casino voluto da papà Paolo c’è stato, le lacrime di pioggia sono piovute a lungo.

Voleva esserci Marco; voleva continuare a partecipare a quel mondo che lo rendeva orgoglioso, conscio dei suoi mezzi e combattivo, sempre. Ebbene Marco ci sarà sempre: non solo nel nome di un circuito o col numero su un telaio. Sarà nei cuori di tutti gli appassionati di questo sport e in quelli della gente comune come lui, che lo ha amato e continuerà a ricordarlo e ad amarlo ricercando nei campioni futuri “qualcuno come lui”.

Daniele Conti

foto: tmnews.it

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