Un momento economico pieno di opportunità

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Nonostante tutto quello che sentiamo dire dai giornali, alla radio, dalla televisione, dalla classe politica del nostro paese e a livello internazionale, questo momento di crisi sta regalando ai più tenaci le più grosse soddisfazioni remunerative.

In un momento di mercato dove i prezzi sono ai minimi, e le valute viaggiano con volatilità eccessive, nel mercato creare profitto è solo questione di emotività. Poche regole, poche certezze ma tanta coerenza con le notizie che in questi giorni si susseguono, basti pensare che per i tecnici della materia tra 8 e il 9 novembre qualsiasi capitale investito ha reso il 449% .  Cifre che lasciano a bocca aperta ma che rappresentano la realtà in un momento dove gli italiani “stagnano” davanti ad un televisore, convinti che prima o poi arriverà Zorro a salvarli da ancora non si sa chi.

C’è chi è profondamente convinto che la figura di Berlusconi sia la causa primaria della recessione economica italiana, la verità è che i media, ormai privi di argomenti su cui dibattere, data la pochezza della classe politica italiana, hanno deciso di attaccare ed alterare continuamente, non più gli ideali ma la sostanza delle persone, ovvero i propri denari.

Un cinquantennio fa gli Italiani, poveri nelle tasche ma ricchi nell’anima, nelle idee e pieni di coraggio, si informavano per discutere dei problemi sociali, delle ingiustizie e di come non migliorare, ma come creare un Paese. Una realtà sociale oggi dimenticata, una mentalità ormai volta al solo guadagno e all’interesse personale. Non dico sia sbagliata, ma sicuramente è una realtà paese diversa e per tanto bisogna adeguarsi. Una classe politica di tuttologi è oggi inopportuna, ormai viviamo in un mondo di specializzazione un mondo molto robotico nei suoi comportamenti.

L’economia ormai è utilizzata non come sostegno sociale ma come grande opportunità di plusvalenza, questa per gli Italiani è una novità, lo dimostra la composizione del nostro debito pubblico. Nel primo dopoguerra De Gasperi si presentò agli Stati Uniti per chiedere aiuti economici da destinare alla ricostruzione materiale del Paese, per creare quelle condizioni che servissero al paese a trovare un equilibrio e mettere delle basi che facessero l’Italia un paese indipendente ma soprattutto autosufficiente. Oggi si chiedono aiuti non per costruire un sistema nuovo, ma per coprire falle, per mettere toppe per continuare a mandare avanti un sistema ormai obsoleto. Lo dimostra il crescere di questo ormai famigerato spread, simbolo della scarsità di credere che il paese Italia sia oggi in grado di elaborare come un prestito fattogli possa trovare una remunerazione futura. Non si crede più sui mercati che l’Italia abbia le capacità, la volontà e i mezzi per ristrutturarsi in modo adeguato nonostante i prestiti che continuamente chiede tramite l’emissione dei titoli di Stato. Siamo un paese privo di idee, scomparse insieme ai pensatori di cui una volta il nostro paese era pieno, forse è questa la vera colpa del sistema “Berlusconiano”, l’appiattimento dell’encefalogramma degli italiani che per anni hanno deciso di delegare ad un grande manager italiano la guida del loro paese, che ha costruito figure professionali diversamente capaci di capire la differenza tra la direzione di uno Stato e la direzione di un Azienda, tra il benessere sociale e il benessere individuale delle persone. Una costruzione non di un paese libero come si sostiene nei principi fondamentali prima di Forza Italia e poi del PDL ma di un paese schiavo di uno stereotipo di vita impossibile da raggiungere per tutte le persone.

Tempo fa era il sistema economico a determinare i comportamenti  e le opportunità degli abitanti del pianeta. La tecnologia oggi ha fatto capovolgere la situazione, sono comportamenti umani a determinare il percorso dell’economia, è il nostro modo di interagire e la nostra forza di intervento, che ne determina l’andamento, questo è il vero passaggio che il paese, il continente Europeo e tutto il mondo deve accettare.

Modifichiamo i nostri comportamenti, adeguiamoci ad un sistema economico che pretende risposte veloci e sviluppo, ricordandoci però che il primo passo per svilupparsi è il sostegno sociale che l’economia deve concedere per dare stabilità ad una generazione futura che a questo mondo deve e può dare ancora molto.

Il mercato oggi non sta perdendo forza, in realtà sta creando occasioni d’investimento, è una sottile differenza che noi tutti dobbiamo saper leggere. Finanziare un paese, che poi finanzierà la comunità europea, che a sua volta finanzierà le banche, che a loro volta finanzieranno le imprese delle stesso paese è uno spreco di energia non indifferente, la capacità di un Paese di elaborare direttamente da solo questo iter è l’unica soluzione ad oggi per rispondere e sostenere quelle imprese e quelle famiglie di cui in nostro paese è pieno e da cui prende la sua vitalità e la sua forza nei confronti internazionali. Ne è la conferma la Germania che per merito veicola direttamente lei le risorse economiche internazionali è l’economia più solida dell’Unione Europea

L’avvento dell’euro sia chiaro non lo interpreto come errore politico internazionale, anzi lo vedo come uno dei più grandi passi in avanti che paesi con culture ormai simili potessero fare capendo il momento e anticipando di poco la tecnologia che avrebbe permesso a breve di essere non più solo cittadino di un singolo stato ma un cittadino del mondo. Unico vero grande errore è stato di permettere ad ogni stato appartenente alla UE di continuare in modo autonomo e indipendente la gestione economica del proprio paese in un sistema monetario unico, questo è stato il più grande errore del nuovo millennio, un mondo che vive di uno stesso modo di comunicare e soprattutto di commerciare (l’anima dell’economia) non può prevedere regole diverse in ogni paese. È naturale che si creerebbe concorrenza a e sicuramente Paesi concorrenti con stessa moneta ma diversi parametri finanziari può far tracollare l’economia internazionale.

Non servono ne linee guida ne parametri di riferimento, ma una legislazione comune chi prenda per mano la comunità europea, che unità è stata creata e come tale deve avere la forza di andare avanti di pari passo.

Il mio appello si estende a tutti quegli italiani che oggi non sanno che fare in un momento economico particolare, informatevi, cercate opportunità di investimenti adatte alle vostre esigenze e sappiate osare ora più che mai. Perchè se sarete voi a credere per primi che questa “crisi” possa cambiare tendenza dipenderà solo dalla vostra interazione con il mondo economico finanziario.

di Riccardo Fabbro

foto: assesempione.info

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