“Ma non basta avere gli occhi per capire? Un pilota Honda che corre per Yamaha è inedito. E non vedo come possa esserci ancora margine per sostenere tesi che non stanno in piedi. È stato imbarazzante. Non capisco la non reazione di Honda e degli sponsor che presumo paghino per vincere. Marquez, l’uomo che sorpassa e vince a tutti i costi, l’uomo “al 100 per 100 per la Honda e per gli sponsor”, l’uomo che in Malesia si attacca con Rossi 15 volte nei primi 5 giri…ecco, a Valencia fa un sorpasso solo, all’ultimo giro, aggressivo sul compagno di squadra Pedrosa.
E poi? Qui va a finire che il complotto era quello ordito dai complottisti. Vorrei proprio sapere cosa dice stasera chi ha gridato tutto l’anno allo scandalo di Rossi in testa. Vorrei sapere se oggi hanno visto proprio un bel motociclismo. Se si sono accorti che negli ultimi giri Marquez doveva frenare e allargare la traiettoria per non montare su Lorenzo. Forse non vi avevo capito. Era così che lo volevate? Ah, ora capisco. E mi dispiace che al campione del mondo 2015 Jorge Lorenzo debba andare solo una riga di questa riflessione. E a Rossi, in testa al Mondiale fino a stamattina, nemmeno quella”, queste le dichiarazioni del giorno dopo di Guido Meda (foto a destra), nel post gara finale che ha tenuti incollati ai divani ed alle sedie, milioni di appassionati di tutta Italia e del Mondo. Meda, notissimo telecronista del MotoGp, affida alle pagine social e dei quotidiani il suo sfogo appassionato; si perché oltre all’equilibrio del giornalista, c’è la passione di un uomo sportivo, che aggiunge sempre qualcosa in più a chi rifiuta invece di schierarsi, mantenendo un comportamento “british”.
48 ore per riprendersi dalle tante emozioni, dai colpi al cuore e dai colpi bassi, tante ne sono serviti anche alla sottoscritta per poterne scrivere. Da appassionata e non da tecnico.
Per cosa ricorderemo questo Motomondiale 2015? Al di là degli aspetti sportivi il 93 Marquez si è “distinto” per una qualità che, forse, solo alcuni gli avevano riconosciuto ma che ha finito per emergere in tutta la propria evidenza nella fase calda della stagione, ovvero della sua poca sportività. Un profondo senso di competizione in negativo e una grande gelosia. Partiamo per gradi e iniziamo il nostro viaggio indietro nel tempo in Argentina, sul tracciato di Termas de Río Hondo, terzo appuntamento del Mondiale. Ebbene, il round argentino è il primo degli incontri “ ravvicinati”, non del terzo tipo, tra Marquez e Valentino Rossi. Una corsa particolare con il 22enne di Cervera , il ragazzo ambizioso, in testa fino alla solita rimonta di Rossi, dalle retrovie, che si è compiuta sulla Honda dello spagnolo. Una vera e propria furia quella del 46 abbattutasi sul giovane 93 che dal confronto corpo a corpo ne esce perdente con caduta, dopo un contatto con la M1 di Valentino.
“C’è sempre da imparare da Valentino” dirà Marc, forse in senso un po’ ironico per una dinamica che intimamente non ritiene corretta. Ma se la lega al dito …
La seconda puntata del “93 VS 46″ sarà ad Assen e la curva dell’incontro-scontro tra i due sarà l’ingresso della classica esse prima dei box. Marc entra in modo ardito all’interno, Valentino chiude e il contatto è inevitabile. Rossi va lungo e taglia la chicane, vince con annesse proteste del 93 che non nasconde una forte irritazione per l’accaduto. Lì si spezza definitivamente tutto, chi ti “loda” troppo nasconde sempre qualcosa, ed è così emersa in maniera “planetaria” tutta la rabbia e la gelosia fin qui sapientemente (ma nemmeno tanto) , nascoste. Cos’altro dire, a distanza di 48 ore ormai dal Campionato MotoGp terminato nel modo peggiore, una vera “tragedia” annunciata. Un epilogo che nemmeno un eroe greco avrebbe avuto consegnato alla Storia. Valentino Rossi, una sorta di Ulisse incatenato alla nave, in testa per tutto il mondiale, rapinato (lo voglio dire forte e me ne assumo le responsabilità) del decimo titolo mondiale, una profonda mancanza di rispetto per un grandissimo talento italiano, nato bambino sui circuiti e sulle piste. Tra comunicati stampa, controcomunicati, dichiarazioni al vetriolo ed alla candeggina, resta l’amaro in bocca per un MotoGp trasformatosi via via con il tempo, quasi equiparatosi allo svuotamento dei valori e dell’entusiasmo che ha ormai assunto il calcio.
Forse servirà a poco, a Valentino, tornare subito in pista per scacciare dalla testa il rombo (assordante) di quanto successo nelle ultime settimane, la bruciante sconfitta, la grandissima e purtroppo inutile rimonta, ricordiamolo ancora, dall’ultimo al quarto posto; la MotoGp non si ferma. Oggi a Valencia sono in programma i test delle nuove gomme Michelin (fornitore unico dal 2016), il verdetto di Lorenzo campione del mondo non si cambia ma potrebbe muoversi molto dentro la Yamaha. I due piloti potrebbero essere l’uno contro l’altro nella prossima stagione, una nuova sfida per il grande campione di sempre, 36 anni portarti alla grandissima, Valentino.
Chiudiamo con le parole di Graziano Rossi (foto a sinistra), il papà che non ha mai smesso di seguire Valentino fin da piccolo e di credere in lui. Graziano dichiara: “Nessuno si aspettava un comportamento del genere: penso che un campionato del mondo un anno si possa vincere e l’anno dopo perdere, mentre la dignità è una cosa che si conquista in una vita intera, attraverso una serie di comportamenti leali. Qui la dignità alcuni l’hanno persa. Se non si può vincere in un certo modo, forse è meglio non vincere proprio. Perché poi, dopo aver vinto nella maniera in cui si è vinto, cioè male, cosa ti rimane? Un titolo mondiale è qualcosa di magico, che ti porti sempre nel cuore: se non è bello come si fa? Ora, per i prossimi due anni, faremo il tifo affinché arrivi questo decimo titolo, Valentino “invecchia” ma non penso che uno o due anni in più facciano la differenza. Poi a 44, forse, vedremo di cambiare sport…”
di Alessandra Paparelli
riguardatevi bene la gara di assen rossi quella curva la fa sempre attaccato al cordolo all’ultimo giro invece entra largo e stringe su marquez che la curva la stava facendo come l’ha fatta lui durante tutta la gara non dico tanto ma un minimo di sanzione andava fatta se guardiamo il regolamento altrimenti ecco cosa ci ritroviamo che se l’è legata al dito e prima o poi ha trovato il modo di fargliela pagare