Robobees: il corto animato di Greenpeace che lancia l’allarme estinzione api

apiGreenpeace lancia l’allarme estinzione e lo fa attraverso un corto animato dal titolo “Robobees”, nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio che corrono questi preziosi insetti, oltre che l’intero ecosistema.

Nel video si immagina un futuro senza api, sterminate dai pesticidi o da altri agenti inquinanti e la loro progressiva sostituzione grazie all’utilizzo di robot, “Robobee” appunto, che continueranno l’opera di impollinazione al posto loro, consentendo alle multinazionali di gestire liberamente l’intero monopolio della produzione degli alimenti e della gestione dell’agricoltura.

Nel mondo il numero delle api è calato sensibilmente. Ecco qualche dato: quest’anno negli Stati Uniti sono morte circa il 60/70% delle api, incidendo negativamente sui raccolti di mandorle e miele. Il governo statunitense non ha ad oggi avanzato alcuna ipotesi sulla vera causa della mortalità, ma le preoccupazioni sono forti.

Il problema principale è da ricondurre alle collusioni tra “presunti” ambientalisti ed agenzie leader del settore pesticidi. In una nota interna dell’Epa, pubblicata da WikiLeaks, si conferma che l’Agenzia Ambientale statunitense EPA, ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati, in evidente collusione con la Bayer, per autorizzare illegalmente la clothianidina, l’insetticida grazie al quale la multinazionale ha potuto incassare183 milioni di € (circa 262 milioni di $) nel solo 2009.

In Europa si è deciso di vietare tre grandi classi di pesticidi neonicotinoidi, accusati di essere i principali agenti che causano la morte delle api. Nel nostro continente il numero delle api dagli anni ’60 continua drasticamente a scendere e la causa è proprio riconducibile all’uso indiscriminato di pesticidi, oltre che dai repentini cambi climatici. download

“L’uso dei parassitari sta provocando anche problemi di resistenza di parassiti e infestanti” si legge in una nota di Greenpeace “diminuzione della fertilità del suolo e della sua capacità di trattenere l’acqua, contaminazione delle acque sotterranee, forte consumo di energia ed elevate emissioni di CO2, nonché una maggiore vulnerabilità ai cambiamenti climatici.”

Senza contare il fatto che gli agricoltori diventano sempre più dipendenti dalle multinazionali per la fornitura di sementi e di prodotti chimici. Nel Regno Unito, oltre alle api da miele, sono a rischio anche api selvatiche e mosche bianche.Stessa sorte sta capitando in Repubblica ceca, Norvegia, Slovacchia e Svezia, dove il numero degli alveari si sta riducendo dal 1985. In Cina sono già praticamente estinte. Qui, come spiegato magistralmente nel documentario “Silence of the bee”, i braccianti ogni giorno sono costretti a sostituire il lavoro delle api per favorire l’impollinazione. In Italia è stato registrato un calo sensibile del 40-50%.

Tutta colpa del business, insomma! Nel nostro paese ci sono 50.000 apicoltori, 1,1 milione di alveari e il settore frutta circa 60 milioni di euro, arrivando a 2,5 miliardi considerando il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura. Per mantenersi in linea con tali cifre, l’unica arma è purtroppo quella dell’uso dei pesticidi e noi ne facciamo uso esagerato: uno dei più alti registrati in tutta europa.

Albert Einstein, in tempi non sospetti aveva affermato “Se dovessero sparire le api dalla superficie della Terra, all’uomo non rimarrebbero più di quattro anni di vita. Senza le api non si ha impollinazione e quindi l’uomo sarebbe condannato all’estinzione!”.

Se le api si estinguessero gli agricoltori sarebbero costretti dedicarsi solo a monocolture, che a lungo andare potrebbero causare carenze di cibo e assisteremmo inoltre ad un’impennata nei prezzi, per cui una mela verrebbe a costare anche 50 euro. E’ dunque fondamentale mantenere la biodiversità delle popolazioni di api selvatiche e degli altri insetti impollinatori per garantire una produzione agricola sostenibile.

Secondo Greenpeace l’unico rimedio per evitare conseguenze nefaste per l’ambiente, garantire la sopravvivenza degli animali, oltre ad una sana produzione alimentare è quello dello “sviluppo di un’agricoltura ecologica, che includa alcuni metodi dell’agricoltura biologica, promuova la biodiversità nei terreni agricoli e permetta il ripristino di habitat semi-naturali nelle aziende agricole come aree di compensazione ecologica per api e altri animali selvatici.”

di Simona Mazza 

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