Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime

Appello dell’ONA al Ministro del lavoro, no all’accanimento dell’INPS contro le vittime dell’amianto

L’amianto continua ad essere un problema da risolvere in Italia.

L’amianto è una fibra minerale ampiamente utilizzata in Italia, nel passato, per le costruzioni; se ne è, però, sottovalutata la pericolosa caratteristica di sfaldarsi e ridursi in fibre molto sottili che si disperdono nell’aria e che, se respirate, causano gravi patologie.  

Le Patologie causate dall’amianto e normativa  

Le fibre di amianto provocano diverse patologie: mesotelioma pleurico, del pericardio, del peritoneo, della tunica del testicolo; il tumore del polmone, della laringe e delle ovaie, della faringe, dello stomaco, del colon-retto e l’asbestosi.

Per questo motivo in Italia sono state introdotte limitazioni all’uso dell’amianto fino a determinarne la definitiva messa al bando con la L. 257/1992. 

Le norme regolano anche le modalità di gestione dei materiali composti da amianto, la valutazione del rischio, i requisiti delle imprese dedite alla bonifica, la formazione professionale degli addetti ai lavori.

Dal 1992 il tema relativo alla tutela delle vittime di amianto ed ai loro familiari  è stato trattato nelle Leggi di Stabilità ed ha coinvolto anche direttamente l’Inail (Istituto Nazionale assicurazione infortunio sul lavoro) in quanto ente pubblico che gestisce l‘assicurazione  obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e  preposto ad erogare servizi di prevenzione e sicurezza sul lavoro. 

Ad oggi è riconosciuto il beneficio pensionistico per i lavoratori del settore metalmeccanico esposti all’amianto ma mancano le disposizioni attuative che ne consentirebbero l’applicazione.

Martedi scorso nella Sala Laudato Si’, in modalità streaming, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha tenuto una conferenza stampa dai toni molto aspri sul tema “Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime”.

Dati sull’amianto in Italia

L’ONA da anni denuncia i ritardi nelle bonifiche e porta al tavolo una serie di dati per nulla confortanti. Risultano essere presenti in Italia ancora 40 milioni di tonnellate di amianto in un milione di siti, di cui 50.000 nei siti industriali.

Sono state censite da ONA nel 2012 circa 2400 scuole, dato poi confermato nel 2014 da una rilevazione del Censis, dove almeno 352.000 alunni e 50.000 tra docenti e non docenti sono esposti all’amianto; e ancora 1000 biblioteche ed edifici culturali, 250 ospedali, 500.000 km di tubature che contengono materiali in amianto.

I decessi del 2019 sono stati 1900 per mesotelioma, 600 per asbestosi e 3.600 per i tumori polmonari.

Denuncia dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Il Presidente ONA, Avv. Ezio Bonanni, durante l’incontro ha sollecitato il Governo a trovare delle soluzioni e ha consigliato di investire parte dei finanziamenti europei che arriveranno con il  Recovery fund  in piani di bonifica dell’amianto e di utilizzare i fondi del MES, vincolati all’utilizzo in ambito sanitario, per rimuovere l’amianto dagli ospedali.

Protesta in Sicilia 

Proprio in questi giorni i lavoratori delle Industrie Meccaniche Siciliane stanno protestando perché molti di essi avevano ottenuto l’accredito delle maggiorazioni amianto, e in molti casi anche il prepensionamento. Il Tribunale di Siracusa aveva riconosciuto loro i c.d. benefici amianto, grazie ai quali, anche quelli non collocati in pensione, avrebbero ottenuto comunque un prepensionamento. Tuttavia la Corte di Appello di Catania, adita dall’Avvocatura Inps, ha annullato la sentenza del Tribunale di Siracusa e rigettato le domande di accredito dei benefici amianto. 

Rimane aperto un contenzioso con l’Inps per i diritti negati ai lavoratori vittime dell’amianto e il Presidente ONA chiede che “si evitino spese legali da parte dell’INPS per alimentare un contenzioso abnorme per i rigetti di tutte le domande di prepensionamento delle vittime. L’accanimento contro queste vittime è vigliacco e vergognoso. Sulla negligenza dell’INPS indaghi la Corte dei Conti’.

Calogero Vicario (coordinatore ONA Sicilia e operaio Industrie Meccaniche Siciliane) ha raccontato:“domani sono cento giorni di protesta davanti al comune di Priolo, e 103 che, per protesta, non faccio la barba. Credo che possano bastare a sensibilizzare il Ministro del Lavoro, l’unico che possa risolvere quanto subìto ingiustamente dai lavoratori delle industrie meccaniche siciliane, invito il Ministro a venire in prima persona in Sicilia a verificare il luogo di lavoro dove hanno svolto attività per oltre 25 anni respirando ferro e amianto”. 

Nella foto, da sinistra, Calogero Vicario, coordinatore Ona Sicilia, Massimo Maria Amorosini, Ona Tv, Pippo Gianni, sindaco di Priolo Gargallo, Fausto Raciti, deputato PD, Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, Avv. Ezio Bonanni, presidente Osservatorio nazionale Amianto.

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