Petrarca e l’importanza di conoscere se stessi

petrarca montagna

«E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti flutti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri e trascurano se stessi» scrive Francesco Petrarca nella IV lettera delle Familiari. La frase è una citazione delle Confessioni di Sant’Agostino e per il poeta rappresenta una vera e propria illuminazione. È la presa di coscienza che la conquista del mondo esteriore è vana se si tralascia di approfondire la conoscenza di se stessi. 

L’ascesa al monte Ventoso tra entusiasmo e fatica

Nell’epistola si racconta la scalata di Petrarca e del fratello Gherardo al monte Ventoso, nei pressi di Valchiusa. Qui il poeta si presenta come un intellettuale nuovo, dominato dal dissidio, distante dalla filosofia scolatica che pretendeva di inquadrare tutte le manifestazioni della realtà in un apparato enciclopedico arido e astratto. Petrarca si concentra su se stesso, sui propri tormenti e sulle proprie contraddizioni nella speranza di trovare una soluzione. Nonostante l’ascesa al monte abbia come causa e fine la volontà di contemplare un panorama grandioso, essa ha soprattutto la funzione di disvelare le debolezze del poeta. Si può dire che dall’elemento autobiografico, nella lettera si snoda una vera e propria vicenda sentimentale.

La vetta del monte Ventoso è una conquista sia in senso fisico che simbolico. «La mole del monte, infatti, tutta sassi, è assai scoscesa e quasi inaccessibile». Tuttavia inizialmente il desiderio di esplorare il mondo e le sue bellezze è abbastanza forte da spingere il poeta a cimentarsi nell’impresa. Petrarca si mostra pervaso dall’entusiasmo giovanile. Nonostante un vecchio pastore cerchi di dissuadere lui e Gherardo dal salire, loro sono «restii ad ogni consiglio» e si inerpicano su per il sentiero scosceso.

L’accidia morale e l’erranza

Poco dopo la stanchezza comincia a farsi sentire. Mentre Gherardo continua a salire con agilità lungo il crinale del monte, Petrarca avanza con passo sempre più faticoso. «Io più fiacco scendevo giù, e a lui [Gherardo] che mi richiamava e mi indicava il cammino più diritto, rispondevo che speravo di trovare un sentiero più agevole dall’altra parte del monte e che non mi dispiaceva fare una strada più lunga ma più piana». Con queste parole Petrarca denuncia la sua scarsa forza di volontà e la sua tendenza alla pigrizia. Una pigrizia fisica che si traduce nell’accidia morale che gli rimprovera Sant’Agostino nel secondo libro del Secretum

Il sentimento accidioso, alimentato dall’attrazione per la mondanità e dalla ricerca di gloria, per il poeta-chierico sarà sempre ostacolo a una realizzazione spirituale e morale piena. Non è così per il certosino Gherardo, che riesce a donarsi completamente alla vita ascetica al punto di ritirarsi in isolamento nella certosa di Montrieux. Gherardo dunque riesce a raggiungere la vetta percorrendo la strada più diretta perché ha buona volontà e non è appesantito dalla pigrizia. Petrarca invece è costretto a intervallare rampicate faticosissime a lunghi momenti d’erranza alla ricerca della strada più semplice.

Il significato della vetta

Il poeta infatti scrive: «La vita che noi chiamiamo beata è posta in alto e stretta […] è la strada che vi conduce. Inoltre vi si frappongono molti colli, e di virtù in virtù dobbiamo procedere per nobili gradi; sulla cima è la fine di tutto, è quel termine verso il quale si dirige il nostro pellegrinaggio». E aggiunge: «Cosa dunque ti trattiene? nient’altro […] se non la strada più pianeggiante che passa per i bassi piaceri della terra e che a prima vista sembra anche più agevole; ma quando avrai molto vagato, allora sarai finalmente costretto a salire sotto il peso di una fatica malamente differita verso la vetta della beatitudine, oppure a cadere spossato nelle valli dei tuoi peccati».

Tuttavia, contro ogni previsione, il poeta riesce a raggiungere la vetta del monte. Per un attimo ha la sensazione che contemplare le bellezze del mondo gli valga davvero la beatitudine. Ma è a questo punto che apre il libro delle Confessioni di Sant’Agostino e scopre che ciò non basta. Raggiungere la vetta del monte Ventoso gli è servito solo a prendere coscienza di una verità che apre le porte a una scalata molto più lunga e difficile. Una scalata che passa per l’esplorazione di sé e punta alla beatitudine più autentica, quella che si consegue solo con la contemplazione dell’anima. 

Foto di TeeFarm da Pixabay

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