Nuove regole UE per la lotta al terrorismo nelle proposte degli eurodeputati

Secondo l’ultima relazione di Europol gli attentati terroristici effettuati da jihadisti sono stati fra quelli più dannosi e crudeli subiti nell’Unione europea. Per analizzare, approfondire e valutare la minaccia terroristica, anche allo scopo di rassicurare i cittadini sempre più preoccupati, è stata recentemente istituita una commissione speciale per il terrorismo (TERR).

Dopo aver esaminato i primi risultati di tale Commissione, il Parlamento ha adottato le sue proposte per nuove strategie nella lotta al terrorismo. In sintesi, si propone di potenziare le agenzie Europol ed eu-LISA, di combattere la radicalizzazione, online e offline, di standardizzare e migliorare la condivisione dei dati, di sostenere le vittime creando un centro di coordinamento UE e procedendo ad una definizione comune di “vittima del terrorismo”.

La correlatrice Monika Hohlmeier (PPE, DE) dopo la votazione ha detto: “L’attacco di ieri al mercatino di Natale di Strasburgo ha rappresentato il peggior attacco possibile ai cittadini europei, ai valori comuni e ai principi dell’UE. Questo attentato ci ha dimostrato una volta di più che dobbiamo abbandonare gli slogan e le misure irreali e concentrare le nostre attività su quanto renda davvero sicura l’Europa. Nonostante tutti gli sforzi compiuti negli ultimi anni, sussistono ancora lacune e modi per rendere più efficace la lotta al terrorismo. Ciò significa una cooperazione e uno scambio di informazioni più ampi tra i servizi di intelligence e le autorità, più misure di prevenzione contro la radicalizzazione, strumenti giuridici più severi e una migliore protezione dei diritti delle vittime “.

La correlatrice Helga Stevens (ECR, BE) ha aggiunto: “Gli attacchi terroristici nel centro di Strasburgo, ieri sera, evidenziano la minaccia imminente e l’assoluta urgenza di affrontare meglio questa triste realtà. Oggi la nostra relazione è stata votata nella stessa città, la sede del Parlamento europeo. Sono state proposte molte idee innovative, come la lista nera dell’UE per i predicatori di odio, la possibilità di fare controlli incrociati con le banche dati della polizia sulle persone che noleggiano auto e l’inclusione degli aerei privati nella direttiva PNR. Raccomandiamo le migliori pratiche, come le cellule locali anti-radicalizzazione introdotte in Belgio. Mettiamo le vittime al primo posto, chiedendo che le spese mediche siano prepagate in modo automatico dopo un attacco e procedure assicurative più semplici. Questi sono solo alcuni esempi tratti da una relazione esauriente e toccante”.

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Nuove regole di tassazione dei servizi digitali in due pareri adottati dal Parlamento europeo

I pareri approvati riguardano le proposte di direttive del Consiglio su tassazione delle imprese con presenza digitale significativa e su tassa sui servizi digitali (DST).  La prima è stata adottata con 439 voti in favore, 58 contrari e 81 astensioni, la seconda con 451 voti in favore, 69 contrari e 64 astensioni.

Stante però il ruolo consultivo del Parlamento sulle leggi fiscali (articolo 115 del TFUE), sarà il Consiglio a decidere all’unanimità le norme definitive, la cui approvazione viene auspicata dai deputati prima della fine dell’attuale mandato, nell’aprile 2019.

In sintesi, viene aggiunta, ai servizi tassabili, la fornitura di “contenuti su un’interfaccia digitale come video, audio, giochi o testi che utilizzano un’interfaccia digitale” (del tipo Netflix) e viene abbassata a 40 milioni di euro la soglia minima dei profitti imponibili.

Per il Parlamento la DST (digital services tax) rappresenta una misura temporanea che copre le attività digitali attualmente non tassate nell’UE, mentre viene considerata preferibile una soluzione permanente come l’adozione della direttiva sulla presenza digitale significativa.

“Sia il Parlamento europeo sia i cittadini europei – ha dichiarato il relatore sulla tassa sui servizi digitali Paul Tang (S&D, NL) – chiedono che i giganti della tecnologia paghino le loro tasse. Per questo motivo abbiamo votato in favore di una tassa sui servizi digitali più ambiziosa, tassando anche le entrate derivanti dai servizi di streaming online. Stiamo parlando di equità di base, dove tutti pagano la loro parte equamente”.

Il relatore sulla presenza digitale significativa Dariusz Rosati (PPE, PL) ha detto che “le tasse devono essere pagate quando un’impresa crea il suo valore, indipendentemente dal fatto che si tratti di un’impresa digitale o tradizionale. I litigi e i veti reciproci in seno al Consiglio fanno sì che l’UE non sia in grado di affrontare il problema. L’Unione europea dovrebbe essere un precursore di tendenze, continuando nel contempo a lavorare su una soluzione internazionale a livello dell’OCSE. È giunto il momento di agire.”

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Eurobarometro: il 64% degli italiani considera positiva l’appartenenza all’UE

Il dato viene fornito dall’ultimo Eurobarometro Flash richiesto dal Parlamento europeo ed effettuato in Italia dal 29 novembre al 1° dicembre con 1000 interviste telefoniche a persone con più di 15 anni. Complessivamente nell’UE a 27 sono state intervistate 26.071 persone.

Siamo di fronte, in Italia, ad una netta tendenza dei cittadini a valutare positivamente l’Unione europea.

Oggi due italiani su tre pensano che l’appartenenza all’UE sia positiva per l’Italia, con un forte aumento di 15 punti partendo dal 49% del dicembre 2017. Gli italiani che la considerano negativamente sono oggi scesi al 15%, partendo dal 22% del dicembre 2017.

Anche gli Italiani che hanno un’immagine positiva dell’UE sono aumentati, passando dal 31% al 42%. Quelli che hanno una immagine negativa sono invece diminuiti dal 36% al 31%

I numeri del sondaggio, a livello europeo, testimoniano l’aumento costante del sostegno all’Unione europea, con il 68% del campione favorevole all’appartenenza all’UE. Il 47% degli intervistati ha saputo dai media delle elezioni europee, mentre il 52% non ne ha sentito parlare dai media.

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Nuove norme sulla protezione da sostanze cancerogene approvate dagli eurodeputati

Le sostanze aggiunte all’elenco di quelle cancerogene dal testo approvato (con 585 voti in favore, 46 voti contrari e 35 astensioni) sono: Emissioni di gas di scarico dei motori diesel (DEEE); Epicloridrina; Dibromuro di etilene; Dicloruro di etilene; 4,4′-metilendianilina; Tricloroetilene; Miscele di idrocarburi policiclici aromatici, in particolare quelli contenenti benzo[a]pirene; Oli minerali che sono stati utilizzati in precedenza nei motori a combustione interna per lubrificare e raffreddare le parti in movimento all’interno del motore.

“Questo voto – ha detto il relatore Claude Rolin (PPE, BE) – è un risultato positivo: siamo riusciti a introdurre un valore limite per le emissioni di gas di scarico dei motori diesel (DEEE), dopo mesi di negoziati. Nell’Unione europea, milioni di lavoratori sono esposti ai DEEE. Questa seconda revisione della direttiva invia un segnale chiaro: il monitoraggio dell’esposizione professionale a sostanze sempre più nocive aumenta notevolmente la protezione dei lavoratori. Dobbiamo monitorare costantemente questo aspetto. Il cancro è la principale causa di morte per motivi di lavoro nell’UE. È inaccettabile che i lavoratori perdano la vita mentre cercano di guadagnarsi da vivere”.

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