Marmoset pigmeo: tutte le curiosità sulla scimmia più piccola del mondo 

Marmoset pigmeo

Marmoset pigmeo è il primate più piccolo del mondo. Grande quanto uno spazzolino da denti, è elencato nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), quale specie a rischio estinzione 

Habitat del delizioso marmoset pigmeo

Marmoset pigmeo. Noto per essere il primate più piccolo del mondo, il marmoset pigmeo o uistitì pigmeo (nome scientifico Cebuella pygmaea), vive nel bacino amazzonico occidentale in Sud America. Si trova in Brasile, Colombia, Perù, Ecuador e nella Bolivia settentrionale. 

Vive in mezzo agli alberi forestali o nei boschetti di bambù, vicino o accanto a fiumi e pianure alluvionali. Tutti luoghi dove ci sono molti nascondigli.

Caratteristiche fisiche della simpatica scimmia 

Pesa più o meno come un panetto di burro ed è grande quanto uno spazzolino da denti. La femmina, contrariamente a quanto accade per la maggior parte degli animali, è più grande del maschio.

La sua coda è più lunga del corpo! Essa non è prensile, ma aiuta la scimmietta a mantenersi in equilibrio mentre si aggira tra le cime degli alberi.

Il colore della sua pelliccia va dal marrone all’arancio, dal grigio al nero. Colori che servono a camuffarla nell’ambiente. Al posto delle unghie ha degli artigli che, insieme a pollici opponibili, le permette di afferrare oggetti. Il suo collo è flessibile e può girare la testa all’indietro per individuare i predatori. 

Alimentazione del marmoset pigmeo

A differenza della maggior parte delle scimmie, che si nutrono di frutti e foglie, questo piccolo animale ama la gomma e la linfa degli alberi. Per mangiare, si serve dei suoi artigli affilati, utili per scavare nella corteccia degli alberi e creare piccoli fori per raccogliere la linfa. Anche i denti aguzzi consentono di grattare e triturare il cibo. Quest’ultimo viene annusato prima di essere ingerito.

Riesce a scavare fino a 1.300 buche in ogni albero! 

A volte resta immobile, in attesa di catturare insetti, specialmente farfalle. Non disdegna inoltre il nettare.

La strategia di gruppo è l’unica difesa dai predatori

La sopravvivenza nella giungla per un animale così piccolo è davvero difficile e i suoi predatori, falchi, serpenti, rapaci e persino alcune piccole specie di gatti selvatici, attaccano da ogni angolazione. 

L’unico modo per reagire è il lavoro di squadra. Poiché i marmoset pigmei vivono in gruppi fino a nove, l’intera famiglia si riversa contro un intruso, vocalizzando ad alta voce e attaccandolo fino a quando non si ritira.

Dopodiché, grazie alla loro velocità e agilità si dileguano tra i rami.

Purtroppo questa strategia non funziona con un predatore molto più potente: l’uomo.

Una delle maggiori minacce al declino della sua popolazione è dovuta infatti al commercio di animali domestici esotici.

Il prezzo di un marmoset pigmeo può raggiungere circa 4.000 dollari. Cifre che alimentano il bracconaggio.

Oltre ai versi, le scimmiette fanno anche delle faccette buffe per esprimere emozioni come contentezza, sorpresa o paura. Muovono le labbra, le palpebre, le orecchie e il pelo intorno al viso. 

Piccola curiosità: i marmoset pigmei producono fino a quindici vocalizzi diversi, utili a lanciare messaggi ben precisi al gruppo.

Famiglia e gestazione del primate

Questa simpatica scimmia vive in famiglie allargate, costituite da circa nove scimmie, ma con una media di cinque membri. Le coppie stanno insieme per tutta la vita. 

Il periodo di gestazione è di circa 4/5 mesi e una femmina può partorire ogni 5-7 mesi. In natura, partorisce al massimo un paio di cuccioli, ma negli zoo, arriva a sfornarne anche tre/quattro. Alla nascita, la nuova creatura misura quanto un pollice umano! 

Anche il papà accudisce i piccoli: aiuta la mamma durante il parto, pulisce i cuccioli e si prende cura di loro. I fratellini maggiori supportano il papà in queste attività. 

Per tutto il periodo dello svezzamento (circa tre mesi), i cuccioli restano nascosti, mentre i genitori escono a procurare il cibo. Successivamente si aggiungono al resto del gruppo. Infine, decidono se lasciare il nido paterno per formarsi una famiglia o restare con le altre scimmie. 

Uno studio ha individuato due specie distinte di marmoset pigmei 

Qualche tempo fa, si riteneva che vi fossero due specie diverse di marmoset, identificabili dalla differente colorazione del manto. Un nuovo studio del 2017, ha precisato che, sì esistono due specie, ma la differenza non è data dal colore, bensì dal DNA mitocondriale e da particolari caratteristiche genetiche, inclusa la struttura del cranio. 

Ad affermarlo, l’antropologa biologica del Northern Illinois University (NIU), Leila Porter, che ha guidato un ricerca pubblicata sull’American Journal of Physical Anthropology.

Per arrivare a tale conclusione, Porter ha esaminato alcuni esemplari di marmoset pigmei conservati al Field Museum di Chicago e all‘American Museum of Natural History di New York. Gli esemplari erano stati raccolti in Ecuador e Perù negli anni ’20. Anche i campioni fecali raccolti nei siti hanno confermato ufficialmente la presenza di due specie distinte.

Grazie a questa scoperta, le scimmie che in passato, erano comunemente conosciute come marmoset pigmei “orientali” e “occidentali”, sono state riclassificate come ”nord-occidentali” e “meridionali”. Cosa che riflette accuratamente le loro origini. 

Differenze di abitudini fra le due specie

Oltre a provenire da due luoghi diversi, le due specie hanno comportamenti adattivi distinti e separati. Essi includono i gusti alimentari e differenze comportamentali ed ecologiche.

Un animale a rischio estinzione 

Dal momento che le scimmiette sono vulnerabili all’estinzione, a causa della perdita dell’habitat e del commercio di animali domestici, sono entrate a buon diritto nella Lista Rossa per la Conservazione della Natura (IUCN).

Per la loro salvaguardia, gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione di primati e la maggior parte dei paesi sudamericani non consente più l’esportazione.

Fonti

American Journal of Physical Anthropology

Foto di Gary Chambers da Pixabay

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