L’11 novembre si celebra San Martino che è un santo con prerogative molto particolari. Ecco in breve la sua storia.
Martino di Tours è stato vescovo e militare romano vissuto nel quarto secolo dopo Cristo; è nato in Pannonia (odierna Ungheria), ha trascorso l’infanzia in Italia a Pavia ed è morto in Francia nell’anno 387 dopo aver esercitato il suo ministero nella Gallia del tardo Impero Romano. Suo padre, veterano di guerra, gli impose in nome Martino in onore di Marte, dio della guerra e lo costrinse alla carriera militare.
Martino fu promosso di grado militare già dall’età di quindici anni, fino a diventare circitor, ovvero responsabile della sorveglianza notturna dei posti di guardia nella città di Amiens (attuale Francia). Nel corso di una ronda notturna, sotto una tempesta, Martino visse l’episodio miracoloso che diede la svolta religiosa alla sua vita: incontrò in strada un mendicante sofferente per il freddo e per la pioggia perché senza abiti e Martino non esitò a tagliare in due il proprio mantello con la sua spada, così compiendo un gesto generoso e solidale. In quell’istante il clima cambiò repentinamente: smise di piovere e, in pieno autunno, tornò improvvisamente l’estate. Da lì deriva la dicitura “Estate di San Martino”, celebrata anche nella famosa poesia di Giosuè Carducci, e che ci lascia trascorrere questi caldi giorni novembrini che, a dire il vero, nel corso dei secoli si stanno prolungando in maniera stupefacente.
Tornando all’atto di compassione del nostro Santo, la notte seguente gli comparve in sogno Gesù Cristo che indossava la metà del suo mantello militare: dialogando con gli Angeli, Gesù affermava di “essere stato riparato dal freddo da un soldato dell’esercito romano che non era neanche stato battezzato”. Al risveglio, Martino verificò con stupore che il proprio mantello era tornato integro e venne colto dal senso di conversione che gli indusse a conservarlo come una reliquia e che gli consentì, nel corso dei secoli, di essere riconosciuto come portatore esemplare della carità cristiana.
In molte zone italiane si festeggia questo Santo, soprattutto nelle aree contadine. La tradizione vuole che, nei giorni intorno a quello di San Martino, il momento sia propizio per l’apertura delle botti del vino novello e molto proficuo per la predefinizione dei contratti agricoli annuali e per l’acquisto nelle fiere di animali con le corna, come tori, buoi, capre e mucche.
E proprio dalle corna degli animali nasce la fantasia popolare che fa di questi animali il simbolo dei mariti traditi dalle mogli, così nominando San Martino il “patrono dei cornuti” perché nei riti dell’11 novembre, periodo in cui le fiere si consumavano con le transumanze di fine estate, le mogli si divertivano attraverso svaghi e distrazioni con altri uomini, consapevoli di poter ricorrere proprio alla protezione di questo Santo così compassionevole e volitivo.
Del resto, durante il mese di novembre non mancano occasioni per far festa perché i prodotti della terra abbondano, basti pensare alle castagne, alle zucche, agli agrumi e tanto altro, oltre alla macellazione dei maiali e alla farcitura delle oche che rappresentano uno dei piatti tipici delle sagre paesane.
Secondo tradizioni diverse dalla nostra, questo Santo medievale era legato ai riti pagani del Capodanno Celtico, ove si celebravano feste con fiumi di vino bevuto in calici ricavati dalle corna dei buoi e l’ubriachezza favoriva i rapporti liberi e promiscui, ma anche il numero 11, quello di San Martino, appunto, riporta alle corna del toro secondo la kabbalah.
Per scongiurare il “rischio delle corna” esistono dolci propiziatori ai croccantini a base di frutta secca, miele e zucchero, facili da comprare ma anche da crepare a casa.
Che dire, il leggendario San Martino è davvero un mistico particolarmente versatile perché non solo protegge sia chi ha subito un tradimento che chi lo ha commesso, ma è anche il patrono dei soldati che hanno vissuto come lui (in Italia è il protettore dell’Arma della Fanteria dell’Esercito), come è pure il protettore dei viaggiatori e dei viandanti, come lui stesso fu nella notte del miracolo.
San Martino intraprese il suo cammino di fede da quella notte tempestosa nel segno di Gesù Cristo e visse come un frate, nonostante la nomina a Vescovo di Tours nel 371 d.c. avvenuta a furor di popolo; mantenne infatti il saio per continuare ad aiutare i poveri, cercando di nascondersi ma – secondo la leggenda – venne sempre stanato dalle oche che starnazzavano al suo passaggio tanto che fu, infine, reperito e proclamato Santo.
Viva San Martino!
Foto di Manfred Antranias Zimmer da Pixabay
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