
Il Giubileo 2025: Pellegrini di speranza in un mondo a un bivio tra guerra e pace con il rischio di conflitti ancor più grandi
Come si può sperare davanti ad uno scenario mondiale come quello che stiamo vivendo?
Nel mondo sono attivi 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. La regione del Medio Oriente e del Nord Africa rimangono le regioni meno pacifiche del mondo.
Nel 2024 si contano a più di un milione le persone uccise, tra militari e civili, a causa di guerre ed eventi climatici estremi. 56 conflitti armati in corso e oltre 100 disastri naturali legati al clima, 1 ogni 3 giorni. Le conseguenze colpiscono nelle tasche anche noi italiani che subiamo costi in aumento per le spese militari e il rincaro dei prezzi. Senza tener conto delle situazioni di ansia e di stress per le cattive notizie, che incidono psicologicamente anche all’interno della vita famigliare e sociale.
La speranza, non solo cristiana, è che nell’Anno Santo tacciano le armi.
L’apertura della Porta santa
La notte di Natale papa Francesco ha aperto la porta santa della Basilica di San Pietro, dando così l’ avvio al Giubileo del 2025 che ha come tema “la speranza non delude”. Una data storica che ordinariamente avviene ogni 25 anni.
La tradizione deriva dalla cultura ebraica quando il suono del corno annunciava l’inizio dell’anno speciale durante il quale si celebrava il riposo della terra, la liberazione degli schiavi (anche se non tutti) e in alcuni casi venivano annullati i debiti per ridurre le distanze tra ricchi e poveri.
Fu papa Bonifacio VIII nel 1300 ad accogliere le richieste di perdono espresse dal popolo e ad emettere la bolla del primo Giubileo Ordinario nella storia della Chiesa. Inizialmente il periodo era di 100 anni poi venne ridotta fino a ogni 25 per dare ad ogni generazione la possibilità di vivere almeno un Anno Santo ed ottenere l’Indulgenza dai peccati a tutti coloro che eseguiranno il rituale da compiere attraversando la Porta Santa.
Il simbolo del Giubileo con le vele spiegate sulla barca della speranza e l’ancora che ci tiene ben saldi al mondo terreno ci invitano a vincere la tentazione di una rassegnazione, interiore ed esteriore. C’ è il bisogno di ritrovare le ragioni della speranza, che muovano tutti a passi concreti nella direzione della pace e della sostenibilità.
Come dice Papa Francesco anche con piccoli gesti quotidiani, per essere più “buoni” caritatevoli, attenti ai bisogni degli altri, rispettosi della natura e dell’ambiente, fiduciosi nel credere che la pace non è impossibile.
«Nel cuore di ogni persona – dice il Santo Padre – è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo – aggiunge Francesco – spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza».
Nella Bolla di indizione del Giubileo sono scritte le tante attese per l’Anno di speranza: dai detenuti, agli ammalati, ai migranti, agli anziani, al grande mondo degli “scartati”. Un invito per gli artisti, gli sportivi, i politici, anche alla gente che ha dimenticato le fede.
Un altro invito è destinato alle Nazioni più benestanti, perché stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli.
30 milioni, o molti di più, di credenti arriveranno in pellegrinaggio a Roma.
Una complessa macchina organizzativa ha lavorato per anni in preparazione dell’evento, causando disagi al traffico dei romani, questo è vero, ma tutto il lavoro fatto con rifacimento di strade ed edifici renderà Roma, la città eterna, ancor più bella ed accogliente.
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