La parola poetica di Montale, l’aridità e la conoscenza in negativo

montale

Uno dei propositi fondamentali della poesia novecentesca è quello di giungere al senso ultimo delle cose, penetrando così il mistero della realtà. Ma cosa succede quando essa si rivela insufficiente a assolvere questo compito? Ce lo spiega Eugenio Montale in una delle sue poesie più celebri, Non chiederci la parola. Il “tu” a cui il poeta rivolge la richiesta non è una persona specifica, ma un interlocutore ipotetico. Un qualsiasi lettore che dopo secoli di parole poetiche rivelatrici di realtà storiche e simboliche, portatrici di insegnamenti morali e viaggi immaginifici, si ritrova davanti a un poeta che ammette di non essere più in grado di definire la natura dell’uomo e i suoi rapporti con la realtà. 

Ciò non significa però che la poesia debba ridursi al silenzio. La parola poetica sopravvive negli scritti di Montale, si rinnova, non smette di ricoprire la sua funzione di testimonianza. È in grado di descrivere una realtà povera e comune che l’uomo può trovare intorno a sé in ogni momento, ma non basta a raggiungere il senso ultimo delle cose, né a salvare l’uomo dal suo «male di vivere» e dalla crisi storica che sta attraversando.

La conoscenza in negativo

Non chiederci la parola appartiene alla raccolta poetica Ossi di seppia, pubblicata nel 1925 dall’editore, giornalista e filosofo Piero Gobetti. Siamo negli anni del Fascismo e Montale, proprio come Gobetti, si configura da subito come un intellettuale antifascista. Il contesto storico-politico avverso determina una sfiducia nei confronti della storia, che aggrava nell’autore un preesistente senso di smarrimento tipico degli autori del Novecento, che scaturisce dalla coscienza del relativismo dell’esistenza. Di fronte all’impossibilità di sciogliere il mistero della vita, l’unica forma di conoscenza che il poeta può proporre è quella in negativo. Essa si esprime appieno nei versi conclusivi di Non chiederci la parola: «Codesto solo oggi possiamo dirti,/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». 

La realtà che la poetica montaliana propone non parla di certezze, ma di dubbi, limiti, assenze e contraddizioni che non si risolvono mai. Rifiuta ogni forma di partecipazione alla storia e alla politica e non propone alcun tipo di compensazione alternativa. Niente a che vedere con «l’uomo che se ne va sicuro,/agli altri e a se stesso amico,/ e l’ombra sua non cura che la canicola/stampa sopra uno scalcinato muro!». L’uomo deciso e sicuro, in pace con se stesso e con gli altri, è l’antitesi del poeta e dei suoi lettori. È il conformista, colui che riesce a essere inserito e appagato nel mondo in cui vive perché non si pone domande sull’indecifrabilità e la precarietà del reale che lo «scalcinato muro» rappresenta. 

L’aridità paesaggistica e esistenziale

Lo «scalcinato muro», la «canicola», la sillaba «secca come un ramo» si aggiungono all’«incartocciarsi della foglia riarsa» di Spesso il male di vivere ho incontrato, all’«arsura» di Gloria del disteso mezzogiorno e a molte altre espressioni presenti in Ossi di seppia nel delineare uno scenario arido e sterile. Siamo lontani dalla vegetazione rigogliosa di La pioggia nel pineto di D’Annunzio, dalla natura selvaggia dei romantici e dal paesaggio bucolico delle poesie di Pascoli. 

I paesaggi attraversati nella prima raccolta montaliana sono aridi e brulli, scavati dal sole che li rende quasi allucinati. Geograficamente si collocano nella terra d’origine di Montale, la Liguria, nel tratto compreso tra il mare e le colline. L’aridità della natura è l’emblema di una condizione esistenziale di solitudine e abbandono, di quell’assenza di ogni slancio vitale di cui la poesia si fa testimonianza ma a cui non trova soluzione. Simbolo privilegiato dell’aridità montaliana sono «ossi di seppia»  che danno il titolo alla raccolta.  Essi sono ciò che resta dopo l’azione di erosione e logoramento operata dalla natura. Il negativo della seppia così com’era in vita, l’unica cosa su cui al poeta si può chiedere la parola. 

Foto di _Marion da Pixabay

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.