La Madonna dell’Apocalisse di Antonio Mondino

Mondino “La Madonna dell’Apocalisse” Fazzini_0814[1]Il pittore Antonio Mondino fu allievo del Morazzone. Attivo fra XVI e XVII secolo in area lombarda, ha al suo attivo un catalogo di opere, tele ed affreschi, distribuiti quasi esclusivamente in territorio varesino.

Le più conosciute sono alcune tele apparse in pubblicazioni rivolte al pubblico degli appassionati di arte locale, quali la Madonna attorniata da Angeli del Palazzo Comunale di Varese, città che conserva il maggior numero di manufatti che gli sono riconosciuti, e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo del Convento di S. Maria degli Angeli in Lugano, già attribuita al suo maestro.

Sempre a Varese, in Cattedrale, sono sue una predella e una cimasa con lo Sposalizio mistico di

 S. Caterina  e la sua Gloria nella cappella a Lei dedicata (sono documentate, seppur perse, la pala d’altare della cappella ed altre opere distribuite nella chiesa) dipinte attorno al 1617, e nella parrocchiale di S. Sebastiano in frazione Bregazzana, la pala dell’altare maggiore, un olio raffigurante la Vergine col Bambino tra i santi Sebastiano e Carlo.

La ricerca in provincia conduce a Caronno Varesino, dove in chiesa parrocchiale, nella cappella dedicata a S. Carlo Borromeo, sono custodite una tela sull’altare con la Gloria di S. Carlo e affreschi con Episodi della vita del Santo e Angioletti, che sembrano copiati da quelli in stucco che ornano l’archivolto.

Conosciute, ma forse mai pubblicate, sono due tele: la pala d’altare del santuario di S. Fermo, ancora a Varese, e quella di un oratorio di proprietà privata, a Galliate Lombardo.

A questo catalogo – modesto come numero – si potrebbe ora aggiungere una tela lasciata in eredità da don Aureggi, parroco di Pianello dal 1756 al 1786, e sempre qui rimasta. Raffigura la Madonna dell’Apocalisse, giovane in attesa del Figlio, dalla longilinea figura delineata da una luce tenue che contrasta con le nubi scure, coronata dalle dodici stelle e con uno spicchio di luna ed il mostro sotto ai suoi piedi, come si legge nelle Sacre Scritture.

Parrebbe un’opera giovanile, nella quale traspaiono tratti che si definiranno più marcatamente negli angioletti dagli occhioni scuri e nel volto affilato della Vergine.

di R.F.T.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.