Il Varco

arditoGiovedì 9 Maggio si è svolto presso la galleria Tallulah studio di Milano il Vernissage delle opere del pittore pugliese Michele Ardito, dal titolo “Il varco”.

Questo termine così semplice ed evocativo racchiude in se l’essenza della raccolta di quadri esposti dal pittore lo scorso giovedì e il “varco” altro non è che il passaggio che la natura ci offre verso la nostra metamorfosi interiore.
Numerose sono le crepe della Bellezza dalle quali possiamo scorgerne la vivida e indomabile crudeltà, e se la pennellata sembra indugiare nel controllo della rifinitura, c’è sempre un movimento che trasforma la tela e che ci porta a pensare a un prima e a un dopo, alla nostra cercata sopravvivenza.

Così la pittura di Michele Ardito è un grido che irrompe dal buio e che diventa un’affermazione di totale Libertà. “Libertà dalla rete, dallo streaming dell’esistere inseguita sulle orme di un topo, un sogno, una paura, che hanno squarciato il velo” (cit.Luca Sartini).

Fuga dalla grotta dei genitori da cui siamo nati, dallo straniero che noi stessi siamo, dal burrone sul quale i nostri passi ci conducono. Perché i bracconieri ci inseguono feroci e chi ci libera, talora, non sa che non siamo più abituati a volare, e che rientrare senza protezioni nel nostro IO sarà fatale per una parte di noi stessi, perché abbiamo perso il selvaggio che ci guidava e la bussola delle Stelle.

Quella di Michele Ardito è una pittura di odori che gioca con le stagioni, l’ambiente, la filosofia della propria animalità. “Arte di città e di campagna, che è tutta un’altra Storia” (it. Luca Sartini).

di Elena Carrossa

foto: arteculturaok.blogspot.it

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