Franco Cartia (Scicli 1939 – Roma 2018) si trasferisce, ancora adolescente, a Roma con tutta la famiglia dalla natia Sicilia. Prende parte al gruppo di artisti della scuola di Scicli, terra feconda di arte Barocca e di tradizioni millenarie, il cui leader è stato Piero Guccione grande artista recentemente scomparso. Ma è nella Città Eterna che Cartia compie la sua formazione di uomo e di artista. Protagonista della scena pittorica romana degli anni Settanta, periodo di grande fervore artistico e culturale, conosce Sebastiano Carta, anch’egli siciliano, poeta e pittore tra i firmatari del manifesto Futurista. Tra i due nasce una solida amicizia e Carta sarà al fianco di Franco Cartia in alcune mostre personali nella capitale.
Cartia amava definirsi Neo-informale, la sua è pittura elaborata, pensata, meditata e stratificata in una miriade di forme, colori ed elementi di varia natura combinati in modo magistrale. Da un’attenta osservazione delle sue opere, si intravedono e si percepiscono forme articolate, disomogenee e apparentemente disordinate: in quel fantastico disordine si rimane rapiti, abbagliati dalla bellezza che travolge lo spettatore. La natura, il paesaggio, particolari di architettura sono elementi dominanti della sua arte, ma anche l’uomo e la sua essenza in un vortice di sublimi sensazioni.
La pittura di Franco Cartia è un informale non scontato, sbiadito, superficiale ma incarna il tutto dell’essere. Le tele policrome presentano combinazioni uniche di accostamenti tra colori primari, secondari e complementari, le serie a soggetto monocromatico vibrano di sfumature, di tono su tono uniche ed irripetibili, lo spazio è dinamico sorprendente.
La vita del maestro Cartia è stata quella di un uomo onesto, schietto e sincero, di artista puro e di talento. Numerose le mostre allestite in Italia e all’estero e a cui ha partecipato negli anni della sua lunga carriera pittorica, riscuotendo successi e innumerevoli premi e riconoscimenti.
Il Museo di arte contemporanea (Macro) di Roma nel 2017 ha esposto una sua opera all’interno di una mostra collettiva. Cartia avrebbe meritato, in vita, maggiore notorietà e successo ma la storia insegna che – per la maggior parte dei grandi artisti – la gloria è arrivata postuma. Certo è che il suo nome deve avere la giusta collocazione tra i grandi maestri dell’arte contemporanea.
di Domenico Maluccio
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