Il Giappone esce dallo stato di emergenza e prova a tornare alla normalità

L’incoraggiante scenario attuale relativo al contagio da Coronavirus nel Paese, ha spinto il premier giapponese Shinzo Abe a revocare lo stato di emergenza nazionale, dando di fatto il via alla definitiva ripartenza a pieno regime della “macchina” produttiva ed economica di una delle maggiori potenze mondiali. Avevamo criteri molto severi per revocare lo stato di emergenza. Abbiamo ritenuto di aver soddisfatto questi criteri” ha dichiarato ieri il presidente in un discorso televisivo, fugando ogni dubbio sul fatto che tale decisione potesse essere stata eccessivamente affrettata.

Tuttavia, lo stesso Abe ha voluto comunque precisare che, in caso di un nuovo innalzamento della curva dei contagi, le misure restrittive potrebbero essere ripristinate, con un invito perciò a non abbassare assolutamente la guardia: “Anche dopo la revoca dello stato di emergenza, dobbiamo continuare a convivere con il coronavirus. Se abbassiamo la guardia, l’infezione si diffonderà molto rapidamente. E’ l’aspetto più spaventoso di questo virus. Per questo è necessario che restiamo vigili”. Già diverse settimane fa la situazione sembrava volgere verso un netto miglioramento, tanto che ad inizio Maggio le restrizioni erano state revocate già in 42 delle 47 prefetture giapponesi. Ora però è stato compiuto il balzo decisivo, con il ritorno ad una sostanziale normalità anche nella prefettura della capitale Tokyo e nelle altre 4 confinati con essa. A riprendere a pieni ritmi saranno sia la vita quotidiana delle persone (seppure attraverso il rispetto di regole precise) sia l’ingranaggio commerciale ed economico del Paese, il quale vede proprio in Tokyo il suo principale punto di riferimento. Pronto a riprendere l’attività anche lo sport, in particolare quello più amato e seguito dai giapponesi, ovvero il baseball, con il campionato nazionale che riaccenderà i motori il 19 Giugno, dopo 3 mesi di stop forzato.

Per quanto riguarda i numeri dell’epidemia, la ricca nazione asiatica conta finora circa 16.500 positivi totali e 830 decessi. Lo stato di emergenza era entrato in vigore il 7 Aprile nella capitale ed in altre 6 prefetture, per essere successivamente esteso anche al resto del Paese. Alla chiusura di scuole ed aziende al fine di evitare la diffusione del contagio, si era poi aggiunta l’inevitabile cancellazione dei giochi olimpici di Tokyo, i quali, come ben noto, sono stati rimandati all’estate del 2021. Tutto ciò, come prevedibile, ha causato una sensibile recessione dell’economia nazionale ed allo stesso tempo ha provocato un calo del consenso popolare di cui gode il premier, reo, secondo molti, di aver accusato un colpevole ritardo nel fornire risposte ed indicazioni ai cittadini riguardo la pandemia.

Occorre perciò dire che, anche adesso che si sta procedendo verso il ritorno alla normalità, resteranno comunque in vigore diverse misure di sicurezza. Sul fronte interno permane l’obbligo di utilizzo di mascherine nei luoghi pubblici, insieme alle norme relative al distanziamento sociale, con il divieto di strette di mano ed altri tipi di contatto fisico in pubblico. Sul fronte internazionale invece, è stata appena confermata l’interdizione all’entrata in Giappone di viaggiatori provenienti da più di 100 Paesi del mondo, tra cui USA, Cina, Corea del Sud e tutta l’Europa. Per questo, come confermato da Abe, permarrà ancora un’attenta vigilanza delle frontiere, a cui si aggiunge l’obbligo dei 14 giorni di quarantena per chi giunge sul territorio nazionale (anche per i viaggiatori giapponesi stessi) e la possibilità di sospensione del visto per chi, una volta approdato nel Paese, commette violazioni delle regole imposte.

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