Gif: il valore della famiglia ed il suo futuro

Una giornata dedicata alle famiglie 

Il 15 maggio si è celebrata la Giornata Internazionale delle famiglie, l’istituzione all’interno della società che, come viene esplicitato nell’art.29 della Costituzione Italiana, è caratterizzata da una molteplicità di modelli.  

La sua struttura, rimasta pressoché identica, con gli anni ha comunque visto qualche mutamento. Dal 1975 interventi normativi e giurisprudenziali hanno modificato il concetto di nucleo familiare. Tra gli ultimi provvedimenti troviamo quello del 20 maggio 2016, che regolamenta le unioni civili tra presone dello stesso sesso. 

Nel tempo non sono mancate leggi a protezione di tutte le categorie familiari come quelle sul divorzio, sullo stalking, sull’affidamento monogenitoriale, sulla tutela degli orfani di femminicidio. 

Nel 1994 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – riconoscendo tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile la cura della famiglia e considerandola il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei bambini – ha istituito questa ricorrenza. Ricade annualmente il 15 maggio ed è un’opportunità per promuovere una maggiore consapevolezza sulle problematiche, nonché sui processi sociali, economici e demografici che colpiscono le famiglie.

Temi sulla lente d’ingrandimento 

Governi, scuole, istituzioni, associazioni, singoli individui – chiamati a promuovere una migliore comprensione delle funzioni, dei problemi e dei bisogni legati alla famiglia – mai come quest’anno hanno avuto molto da dire sull’argomento.

Lo studio su come la famiglia sta vivendo questa fase di pandemia è stato preso in considerazione dalle varie Università: i ricercatori della Sapienza hanno coinvolto milioni di famiglie con questionari dedicati a raccogliere informazioni su come ragazzi, bambini e adulti, stanno vivendo l’emergenza da Covid 19 all’interno del nucleo familiare.

L’Università Cattolica scatta, invece, una fotografia sullo stato di stress delle famiglie italiane: i dati raccolti su tremila famiglie italiane evidenziano un 60% fortemente stressato su numerosi fronti quali salute, lavoro, gestione familiare.

Il malessere psicologico maggiore colpisce soprattutto coloro che hanno figli piccoli e adolescenti: gli interventi governativi, infatti, stanno rivolgendo attenzione ai bambini in età scolare tralasciando completamente tutta la fascia adolescenziale e questo determina un aggravio di impegno ed energie per quei genitori privi di aiuti esterni.

In occasione della giornata, anche il Forum delle Associazioni Familiari ha organizzato una diretta sui social, alla quale hanno preso parte personalità di spicco delle Istituzioni come la Presidente del Senato Elisabetta Casellati per la quale  “la famiglia, riconosciuta da tutti come pilastro della vita, in questo periodo di emergenza per Coronavirus è riuscita all’improvviso ad essere  l’unico luogo di cura, un vero e proprio centro di solidarietà” .

La Ministra per la famiglia Elena Bonetti ha dichiarato apertamente che “servono ancora misure di aiuto per la famiglia e che in questo momento ciò che si è cercato di fare con il nuovo DPCM è stato procedere per priorità, ma il dibattito politico è ancora aperto e ci sono margini di valutazione per migliorare alcune misure”.

Aspettative 

Le famiglie sono state riconosciute dalle Istituzioni come i pilastri che hanno garantito la tenuta della società, reggendo l’impalcatura del paese e consentendo l’efficace applicazione delle misure di contenimento. La loro funzione sociale, probabilmente, ne è risultata rafforzata ma a quale prezzo? Cosa riceveranno in cambio i nuclei familiari che, in un momento di angoscia collettiva, non hanno fatto precipitare nel baratro i più fragili? Come ha fatto notare lo psicanalista prof. Massimo Recalcati, intervenuto nella diretta organizzata dal Forum, il senso di potenza che accompagnava l’individuo si è trasformato in un senso di impotenza in cui ognuno ha dovuto gestire situazioni pratiche, fronteggiare aspetti nuovi di vita accompagnati dal senso di angoscia persecutoria. 

Il rischio, in questa seconda fase, è quello di passare dal senso di angoscia per la paura del contagio ad un nuovo senso di angoscia più prettamente depressiva, dove l’ansia è rivolta al futuro, un tempo incerto che non si sa ancora come affrontare.

C’è poi un altro aspetto che merita particolare attenzione ed è la denatalità. I dati Istat sull’andamento demografico presentati dal Presidente Giancarlo Blangiardo sono molto preoccupanti. 

Nel 2019 si sono registrate 435 mila nati e le proiezioni, prima dell’emergenza Coronavirus, calcolavano nascite al ribasso nel 2020 nella misura di 428 mila. Le proiezioni del dopo Covid tra paura, incertezze, disoccupazione e disagio economico scendono a 426 mila per il 2020 per poi ridursi ulteriormente a 396 mila nel 2021. La preoccupazione aumenta se si pensa che il superamento al ribasso del confine simbolico dei 400 mila nati annui nelle previsioni Istat, sarebbe avvenuto, nell’ipotesi più pessimistica, solo nel 2032.

Questi dati impongono riflessione e seria considerazione della problematica legata alla crescita demografica. Gli equilibri sociali, di welfare, di contenimento del debito pubblico e di potenziale produttivo, passano attraverso il rilancio degli investimenti sul capitale umano che se da un lato può essere visto come un dovere morale, dall’altro è una scelta ragionevole. 

I numeri dell’Istat testimoniano un messaggio molto chiaro: se non si investe nelle famiglie non si aiuta la produzione del capitale umano. 

In tal senso ci sono paesi che hanno dato prova che, attuando misure di aiuti al ceto medio e non solo al ceto che rischia l’esclusione sociale, si è riusciti a invertire la tendenza e la crescita demografica è salita. Non solo: anche i dati Italiani nell’arco del tempo hanno registrato che se aumenta il potere d’acquisto cresce proporzionalmente il numero dei figli. In Italia la provincia di Bolzano è quella che registra il maggior numero di nascite. 

Le misure attivate dal Governo bastano?

Dagli ultimi due DPCM si leggono misure per 80 miliardi di Euro; 25 Mld erano già previsti nel “Cura Italia” e 55 Mld nel “Decreto Rilancio”. Con quest’ultimo il Governo ha voluto tracciare le prospettive di ripresa economica e sociale del paese, vi sono anche misure a sostegno delle politiche sociali e della scuola ma c’è ancora malcontento: 800 mila famiglie hanno scelto di mandare i figli nelle scuole paritarie, sgravando lo Stato da quello che è il diritto allo studio ed in questi decreti delle scuole paritarie e di queste famiglie coinvolte non vi è alcun cenno. 

Argomenti come quest’ultimo e altri ancora come il tener presente la composizione del nucleo familiare e delle persone disabili e del numero dei  figli a carico, quando si parla di bonus vacanze o altri aiuti, sono all’attenzione del Forum delle famiglie – sottolinea il presidente Gigi De Palo –  per proporre emendamenti e testimoniare a gran voce che la famiglia è l’embrione fondamentale su cui si costituisce la dimensione comunitaria e sociale e pertanto non va intesa come una categoria ma del paese.

Le forze in campo sono scese tutte per testimoniare che c’è ancora tanto da fare per le famiglie e come ha ricordato il Presidente CEI S. Em. Card Gualtiero Bassetti, questo potrebbe essere proprio il “Kairos”, il momento giusto per fare ciò di cui c’è bisogno.

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