Freddie Mercury: il giorno in cui la musica morì

Freddie MercuryIl 24 novembre del 1991 una notizia sconvolse il mondo della musica: Freddie Mercury celebre frontman dei Queen si era spento nella sua casa di Londra all’età di 45 anni.

Solo ventiquattro ore prima Mercury aveva annunciato al mondo intero di aver contratto l’AIDS, malattia che aveva nascosto fino all’ultimo anche ad amici e parenti “per proteggere la loro privacy”, ma, soprattutto, per non coinvolgerli nella sofferenza causata da quel terribile male. Era fatto così Freddie, faceva di tutto per proteggere le persone a lui care ed anche nei momenti più terribili della sua malattia aveva cercato di trasmettere agli altri quella forza di volontà e quella voglia di andare avanti che, insieme al suo carisma e ad una voce unica al mondo, lo avevano portato a diventare uno dei più grandi cantanti della storia.

La notizia fece subito il giro del mondo provocando sconcerto e disperazione in milioni di fans in tutto il mondo, che in quel momento non piangevano solo il grande artista, ma anche, e soprattutto, l’uomo che si nascondeva dietro la rockstar, perché Freddie Mercury dopo averti ammaliato con la sua voce, ti conquistava con la sua personalità. Spavaldo, sfrontato e potente sul palco, nella vita privata Freddie era timido, riservato e molto sensibile. Chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e di condividere alcuni momenti della sua vita con lui, lo ricorda con affetto e stima perché era una persona che si faceva amare da tutti, allegra, positiva e sempre pronta a dare una mano a chi ne aveva bisogno.

Solo dopo la sua morte si seppe della beneficenza fatta anonimamente a chi dalla vita aveva avuto meno di lui o dei piccoli gesti che riservava alle persone che gli stavano accanto, come quando alle sue feste di compleanno era lui a fare il regalo agli invitati o quando, di ritorno da una lunga tournée, portava i souvenir più strani ai suoi amici. Sul lavoro era un perfezionista, instancabile e spesso maniacale nella realizzazione dei suoi progetti. Chi ha lavorato con lui lo definisce un genio, ma anche una persona umile da cui si poteva imparare tanto e che, quando meno te lo aspettavi, era in grado di farti ridere fino alle lacrime.

Mentre sui giornali non si parlava d’altro che delle sue relazioni, il suo unico vero grande amore  erano i suoi gatti ai quali dedicava mille attenzioni perché, diceva, solo da loro riceveva quell’amore puro e disinteressato che Freddie cercò per tutta la vita. Con loro si faceva fotografare, ad uno dedicò perfino una canzone e, quando era in tour, spesso chiamava a casa per farseli passare al telefono e parlare con loro!

Molte le persone che lo ferirono approfittando dei suoi soldi e della sua popolarità ed è per questo che, alla fine dei suoi giorni, Freddie si chiuse in quella che lui stesso definì la sua “prigione dorata”, ossia la sua villa nel centro di Londra, circondato dall’affetto dagli amici più cari che gli furono accanto fino all’ultimo. Dopo pochi mesi dalla sua scomparsa i più grandi artisti del mondo della musica si riunirono nello stadio di Wembley in un concerto organizzato per celebrare la memoria di Freddie e per sostenere il Mercury Phoenix Trust, associazione creata dai rimanenti membri dei Queen, che, si occupa di raccogliere fondi per la lotta all’AIDS nel mondo.

Sul palco i tre “orfani” di Mercury, visibilmente commossi, si esibirono nei più famosi pezzi dei Queen mentre sul maxi-schermo furono proiettate le immagini di Freddie che, per l’ultima volta, salutava dal palco i suoi amati fans che, da quel triste 24 novembre, non hanno smesso mai di ricordarlo e celebrarlo. La sua casa a Londra è ormai meta di pellegrinaggio per i fans di tutto il mondo e per tutti coloro che vogliono lasciare un fiore o un messaggio d’affetto per lui, mentre a Montreux, in Svizzera, sulle rive del lago di Ginevra, luogo tanto amato da Freddie, è stata posta una statua che lo ricorda in una delle sue pose più famose mentre guarda verso l’orizzonte.

A distanza di ventitré anni dalla sua scomparsa, il ricordo e lo spirito di Freddie Mercury sono più vivi che mai, come dimostrano tutti i tributi che giungono da ogni parte del mondo a dimostrazione di quell’amore assoluto ed incondizionato che solo un fan dei Queen può comprendere. Freddie ci lascia in eredità capolavori della musica quali Bohemian Rhapsody, Somebody To Love e The Show Must Go On, per citarne solo alcuni tra i più conosciuti, ma lascia anche un grande vuoto che nessuno sarà in grado mai di colmare.

Nel ricordarlo, oggi, non si può non pensare alla sua grinta, alla voglia di vivere che aveva ed al suo sorriso sornione, alla sua risata fragorosa ed al suo modo di vivere la vita, sempre al massimo e senza pensarci troppo su perché in fondo, qualunque cosa accada, “c’este la vie…”

Ed allora, come dicono gli inglesi, “la Regina è morta, viva la Regina!”

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