Film nostalgia: ‘Il terzo uomo’ di Carol Reed (1949)

il terzo uomo

Nel 1949, Orson Welles aveva già vissuto diverse vite sia in campo artistico che mediatico. Era stato brillante attore di teatro a New York (1934-1940). Incredibile comunicatore, inscenando in radio “La guerra dei mondi”. Immenso attore-regista tra il 1941 e il 1945 con Citizen Kane (“Quarto Potere”) ed altri film. Nuovamente attore di teatro – anche “shakespeariano” – nell’immediato secondo dopoguerra (La Signora di Shanghai, Macbeth). Fu allora che attraversò l’Oceano per perfezionarsi come interprete di Shakespeare nella patria del grande drammaturgo britannico. Otterrà, invece, quel ruolo che si sarebbe rivelato di fondamentale importanza per la sua carriera e nel quale spesso verrà identificato.

Il regista britannico Carol Reed, infatti, gli propose di interpretare il bieco Harry Lime ne Il Terzo Uomo (The Third Man, 1949). Soggetto e sceneggiatura del film sono firmate dal grande scrittore Graham Greene. Ma, attenzione: il film non può dirsi “tratto dal romanzo di…”. Solo in seguito Greene ne trarrà un libro di successo.

Anche lo scrittore inglese – futuro Premio Nobel per la letteratura – aveva già vissuto diverse vite. Giornalista, critico cinematografico, agente segreto, era stato anche sceneggiatore, oltre che scrittore. Il Terzo Uomo, infatti, è già il nono film tratto da una sua opera. Tra gli altri: Il treno d’Istanbul, Una pistola in vendita, Quinta colonna, Il Potere e la Gloria. Il Terzo Uomo, però, può a buon diritto essere considerato una sceneggiatura originale. Il film immediatamente precedente al “Terzo Uomo”, Idolo Infranto (1948) era stato diretto proprio da Carol Reed. Il sodalizio tra i due, dunque, era già rodato.

Trama del film

La pellicola è ambientata nella Vienna dell’immediato secondo dopoguerra, come si nota dalle rovine ancora sparse qua e là. La capitale austriaca era allora suddivisa in quattro zone di occupazione alleata (russa, britannica, francese e statunitense) e lo sarà per dieci anni, sino al 1955. Il film ruota attorno alla misteriosa figura di Harry Lime (Orson Welles), un ignobile avventuriero che traffica penicillina adulterata. Si muove utilizzando la rete fognaria per passare da una zona di occupazione all’altra. In realtà il personaggio compare solo in un numero limitato di scene. Nel film tuttavia, si parla continuamente di lui. Sono state calcolati infatti ben 57 allusioni prima della sua prima apparizione. Ciò lo colloca automaticamente al centro dell’attenzione dello spettatore.

Il protagonista della vicenda, a rigore, è quindi Holly Martins (Joseph Cotten) uno scrittore che giunge a Vienna per i funerali di Lime, suo amico di gioventù. Durante la cerimonia vede per la prima volta Anna (Alida Valli), l’amante del suo amico. Conosce anche il maggiore Calloway da cui viene a sapere che Lime era un criminale. Holly rifiuta l’idea e, andando contro la volontà dell’ufficiale, resta a Vienna per indagare sulla morte di Harry. Finisce però per innamorarsi di Anna.

Durante le sue indagini, Holly conosce due amici di Lime presenti al momento del presunto incidente mortale. Poi il portiere dell’edificio lo informa della presenza di un terzo uomo sul luogo del delitto. Holly ed Anna lo convincono ad aiutarli nella ricerca di questo terzo uomo, ma il portiere viene anch’egli misteriosamente ucciso. Poi si scoprirà che “il terzo uomo” era in realtà proprio Harry Lime che era riuscito a far passare per suo il cadavere di un altro. Nel prosieguo il maggiore svela ad Holly altri particolari sulle attività del suo amico.

Scene finali del film

Sconvolto, Holly racconta ad Anna la verità, ma lei non gli crede. Le dichiara anche il suo amore e viene rifiutato. Finalmente riesce a trovare Harry, che gli appare per un momento nel buio e poi scompare, scappando tra le rovine. Viene riesumata allora la salma che viene identificata per quella di un infermiere scomparso da alcuni giorni.

Al Parco di divertimenti del Prater lo scrittore incontra nuovamente Harry, con il quale ha un dialogo all’interno della ruota panoramica. Il criminale gli propone di entrare in affari con lui: se acconsentirà si potranno incontrare nuovamente. Holly gli prepara una trappola d’accordo con la polizia militare ma, mentre aspetta che arrivi l’amico giunge Anna, la quale ha capito il piano. Contemporaneamente arriva anche Harry che, ignaro di tutto, viene messo in guardia dalla donna e comincia a fuggire all’interno delle fogne. Braccato nei sotterranei, Lime uccide un militare e poi viene ferito. Alla fine, raggiunto da Holly, lo induce a finirlo, consapevole della sua futura sorte.

Ultimate le vere esequie di Harry, Holly decide di non tornare in patria pur di conquistare Anna. Ma questa, non amandolo e ritenendolo responsabile per la morte di Harry, gli passa davanti senza nemmeno guardarlo.

Fotografia da Oscar

Il film, girato in bianco e nero, mostra dei contrasti e dei giochi di luce e ombre veramente eccezionali. In ciò, la fotografia, diretta da Robert Kraksner è da manuale del cinema, tanto che vincerà – giustamente – l’Oscar per la categoria nel 1951. Indimenticabile la prima apparizione di Orson Welles. Viene prima illuminato il gatto di Anna fermo in strada, vicino ad una figura indistinguibile al buio. Poi all’improvviso si accende una luce dalla finestra di un palazzo che illumina in primo piano il volto della figura misteriosa: è Harry Lime.

Bellissima anche la scena della conclusione dell’inseguimento di Lime nelle fogne. Con in primo piano le dita delle mani del criminale che si introducono nelle aperture di una grata che mette in comunicazione le fogne con l’esterno e vengono riprese da una camera posta a fil di strada. Ma tutte le scene riprese dell’inseguimento sotterraneo mostrano straordinari contrasti di luce ed ombre da cineteca.

Forse, però, la scena che ha fatto emozionare maggiormente gli spettatori è quella dei due protagonisti all’interno della cabina della ruota panoramica. L’ardita ripresa, inconsueta, per la tecnologia dell’epoca, fa temere che sia imminente una colluttazione tra i due con caduta dalla cabina e conseguente sfracellarsi a terra di uno o di entrambi.

Anche Alida Valli tra gli interpreti principali del film

Dell’interpretazione del cinico e sfrontato personaggio di Orson Welles è superflua ogni considerazione. Basta dire che è da dieci, senza nulla aggiungere né togliere all’arte del grande attore statunitense. Non è possibile tralasciare, però, di segnalare le espressioni del volto di Lime nella scena in cui implora il suo amico di finirlo, senza proferire parola.

Joseph Cotten interpreta egregiamente la parte dell’americano tutto d’un pezzo, capace di innamorarsi senza far trasparire un briciolo di emozione. La sua complementarietà con Welles, d’altronde, si era già vista in Quarto Potere, dove aveva recitato la parte del migliore amico di Welles/Kane.

Incredibile l’interpretazione di Alida Valli, forse la migliore offerta di fronte alla macchina da presa dalla grande attrice istriana. Valli, italiana di origine austro-tedesca (il suo vero cognome era Altenburger von Marckenstein und Frauenberg) era nata a Pola da genitori già sudditi dell’Impero Austro-Ungarico e si muove nella Vienna in rovina come nel suo elemento naturale. La sua espressione di donna innamorata ma compassata al tempo stesso è stupefacente.

Colonna sonora e riconoscimenti

Infine, non può non tacersi l’eccezionale colonna sonora con musiche di Anton Kraas eseguite con la cetra da tavolo viennese (zither). Riascolteremo Kraas e la sua cetra nel sottofondo di Viva la pappa col pomodoro, filo conduttore del Gian Burrasca televisivo di Lina Wertmüller.

ll film ottenne un enorme successo di pubblico e, oltre all’Oscar 1951, per la fotografia, altre due nomination: a Carol Reed per la regia e a Oswald Hafenrichter per il montaggio. Reed vinse anche la Palma d’Oro per la regia al Festival di Cannes 1949.

La rivista Empire ha inserito Il Terzo Uomo al ventunesimo posto della lista dei migliori 500 film di tutti i tempi. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al cinquantasettesimo posto della classifica AFI’s 100 Years 100 Movies. Nel 1999 la British Film Institute lo ha considerato il miglior film britannico del XX secolo.

Fonte foto: Wikimedia (Screenshot catturato e caricato nel rispetto delle regole d’uso degli screenshots).

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