Quasi quasi mi faccio un tampone…

tampone

Tampone è un termine che era familiare a poche persone prima del 2020, ma oggi è diventato parte del lessico quotidiano e i tamponi fatti da noi, da familiari ed amici condizionano fortemente la nostra vita.

Fino a poco tempo fa un tampone nasale era usato per fermare l’epistassi (sangue dal naso) e un tampone faringeo si faceva ai bambini per diagnosticare le infezioni della gola.

Antigenico o molecolare? Nessuno dei due! Il tampone è un solo metodo di prelievo di materiale biologico delle vie respiratorie. Può essere un tampone nasale, tampone oro-faringeo (bocca e gola) o un tampone rinofaringeo (naso e gola). Si tratta di un semplice bastoncino con in cima del materiale assorbente, che viene “sciacquato” in un piccolo volume di liquido che viene poi sottoposto al test desiderato.

Antigenico o molecolare sono termini che si riferiscono al metodo analitico utilizzato per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2.

E anche qui, le definizioni non sono corrette. Mentre il test antigenico, come dice la parola, rivela la presenza di un antigene nel campione prelevato col tampone ( in questo caso la proteina spike del virus , che tutti sappiamo ormai cosa sia), il test cosiddetto molecolare si chiama test Reverse Real-Time PCR.

La PCR

tamponi

PCR significa polymerase chain reaction, ed è una tecnica di biologia molecolare che consente la moltiplicazione di frammenti di acidi nucleici (RNA nel caso del nostro virus) dei quali si conoscono le sequenze nucleotidiche. L’amplificazione mediante PCR consente di ottenere in vitro molto rapidamente (real-time) la quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni, come ad esempio l’identificazione del virus presente nel tampone dal suo RNA.

La PCR fu ideata nel 1983 da Kary B. Mullis, e nel 1993 gli valse il Premio Nobel per la chimica. Kary Mullis era un simpatico ed eccentrico biochimico che sosteneva di aver inventato la PCR grazie all’LSD! Nel 1992, ha fondato un’azienda per vendere pezzi di gioielleria contenenti il DNA di persone famose decedute come Elvis Presley e Marilyn Monroe. Dopo aver vinto il premio Nobel si era ritirato a vita privata per fare surf in California. La sua autobiografia, pubblicata nel 2010, si intitola “Ballando nudi nel campo della mente”. Purtroppo nel 2019 ha preso una polmonite ed è morto, a soli 75 anni, senza poter vedere la sua invenzione diventare più popolare di quanto si potesse mai immaginare.

Ma i “tamponi” funzionano? Quelli fai da te sono affidabili? Quali sono migliori?

Il test molecolare

Il gold standard per la diagnosi delle malattie infettive raccomandato dall’OMS sanità è il test “molecolare”, in quanto la PCR, grazie alla rapida amplificazione, può rilevare una singola molecola di RNA in un microlitro di soluzione. Si tratta di un test molto specifico (con bassissima probabilità di errore) e altamente sensibile, adatto per rivelare l’infezione precocemente, anche in soggetti asintomatici, anche con bassa carica virale.

La durata dell’analisi è di circa 1 ora e 30 minuti più i tempi di estrazione dell’RNA, per un totale di circa 4 ore, cui si aggiungono i tempi di raccolta del campione e il trasporto presso un laboratorio specializzato, quindi la risposta non può essere immediata. Il costo in Italia è attualmente non inferiore a 60 euro.

I test antigenici/rapidi

La ricerca dell’antigene virale (proteina spike) eseguita mediante test antigenici consente di ottenere in circa 15 minuti informazioni sull’effettiva presenza del virus nell’individuo (test rapido). Il principio di funzionamento è l’immunocromatografia, che combina la cromatografia (una tecnica di separazione che fa viaggiare il campione liquido lungo il supporto distanziando la proteina virale da altre sostanze) con una rivelazione di tipo immunologico, che prevede il legame dell’antigene con un anticorpo specifico presente sul supporto (là dove potrebbe apparire la striscia colorata). Il costo va dai 5 euro del fai da te (salvo speculazioni) ai 40 euro del semiquantitativo.

Esistono due tipi di test rapidi:

test qualitativo, che indica semplicemente la positività o negatività del campione, ottenuta in base all’interpretazione visiva di un operatore.

I test qualitativi sono pensati per essere utilizzati al di fuori dei laboratori di analisi (farmacie, studi medici, aeroporti, stazioni ferroviarie, etc.), e anche autosomministrati (fai da te) quando la rapidità della risposta è più importante dell’affidabilità del risultato. In caso di positività del test antigenico si deve eseguire un tampone molecolare di conferma.

Test semiquantitativo, dove l’esito dell’esame viene espresso con un valore numerico derivante dall’utilizzo di uno strumento di laboratorio dedicato (FIA), che quantifica il risultato. I tamponi analizzati con metodo semiquantitativo con risultati superiori a 10 non necessitano di tampone molecolare di conferma.

Falsi negativi e falsi positivi

Un risultato negativo al test antigenico per un soggetto infetto (falso negativo) può verificarsi se la quantità di coronavirus presente nel campione è inferiore ai limiti di rilevazione del test (contagio recente o soggetto asintomatico con bassa carica virale) o se viene utilizzato un campione di scarsa qualità.

Un risultato positivo per un soggetto non infetto (falso positivo) può verificarsi in caso di infezione da un altro coronavirus molto simile quale SARS COV (molto raro), in presenza di sostanze interferenti, o di contaminazione del campione. Il vaccino non interferisce con i test.

Falsi negativi e falsi positivi possono essere il risultato di uno scambio di campioni sia per i tamponi rapidi che molecolari, con conseguenze potenzialmente gravissime, indice di una grave inaffidabilità del laboratorio che ha eseguito il test.

Quindi?

Riassumendo, benché l’ideale per la diagnosi di SARS-COV-2 sia il test molecolare, si è comprensibilmente diffuso moltissimo l’uso dei test rapidi, anche da fare in casa.

Quindi, bene, acquistiamoli in farmacia, e conserviamoli adeguatamente.

In caso di sintomi sospetti (febbre, raffreddore, tosse, mal di gola) facciamo un test rapido, e se il prelievo è fatto bene sarà difficile avere un falso negativo in caso di infezione.

Se abbiamo avuto un contatto con un soggetto infetto, appena dopo il contatto il test rapido darà sicuramente un risultato negativo, mentre in caso di infezione sarà positivo dopo 5-6 giorni: anche se stiamo bene, nell’attesa seguiamo le regole per non contagiare altri.

E se abbiamo bisogno di sapere in fretta e con certezza se siamo sati contagiati, prenotiamo un caro, infallibile, test molecolare!

*Biochimico, direttrice del  Laboratorio Rischio Agenti Chimici dell’INAIL

Foto di Stephan Hösl da Pixabay

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