Etihad Airways, la compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, nata nel 2003, con sede ad Abu Dhabi, si è aggiudicata il 49% dell’Alitalia.
Ci è riuscita dopo una serie di acquisizioni di piccole compagnie (Air Berlin, Air Serbia, la svizzera Darwin), per 390 milioni di euro, anche se il totale dell’investimento fino al 2017 sarà di circa 1.758 milioni.
Ai 390 milioni bisognerà aggiungere 112,5 per una quota del 75% del programma Millemiglia, e 60 per cinque coppie di slot nell’aeroporto londinese di Heathrow, per un totale di 560 milioni.
L’amministratore delegato, James Hogan ha fatto sapere che “Alitalia è adatta ad essere nostro partner ma dal punto di vista finanziario non funziona bene. Noi abbiamo un piano triennale per tornare alla redditività”.
Ebbene, se consideriamo che nel 2008 l’azienda non aveva debiti e dava lavoro a settemila lavoratori (dunque 4 miliardi di euro scaricati sulla collettività), c’è da chiedersi come abbia fatto l’Alitalia Cai a perdere due miliardi di euro in soli sei ani di vita.
Roberto Colaninno, uno dei 21 esperti che nel 2008 divenne presidente della C.A.I. Compagnia Aerea Italiana (società-veicolo che intendeva acquisire l’Alitalia) ha affermato “È la terza volta che salviamo Alitalia, dopo averne garantito la continuità con denari solo nostri e senza ritorni. Anzi, mi aspetterei un riconoscimento per l’enorme sacrificio degli imprenditori che hanno partecipato a quel piano industriale con proprie risorse e con uno spirito di difesa degli asset nazionali che i saputelli-che-se-ne-intendono di sicuro non hanno messo sul tavolo”.
Intanto i dubbi sulle acquisizioni ha fatto scattare l’allarme a Bruxelles dove è pervenuta una denuncia sull’eventuale aggiramento delle regole del trasporto aereo.
Maurizio Lupi ha tuttavia precisato “Per quanto riguarda l’Antitrust e l’approvazione dell’Unione europea, il governo è stato attento a seguire tutte le indicazioni: non ci sono stati aiuti di Stato, non solo il possesso ma anche il controllo resta in mano italiana”.
Quel che è certo è che seguito dell’accordo e dei cosiddetti “esuberi strutturali” saranno licenziati circa 1600 lavoratori; 2251 andranno in mobilità, mentre solo 616 potrebbero rientrare nel “perimetro aziendale” di Alitalia-Etihad.
Precisiamo che Uilt e i piloti e assistenti di volo hanno firmato il contratto nazionale del trasporto aereo e l’intesa sul costo del lavoro in Alitalia Cai (31 milioni di risparmi), con il risultato di vedere i loro stipendi decurtati per un periodo abbastanza lungo.
Fiumicino diventerà pertanto lo scalo principale per i passeggeri che dall’Asia si recheranno negli Usa, mentre chi partirà da Roma verso l’oriente farà tappa obbligata in casa Etihad.
Bisognerà comunque aspettare settembre, quando l’Unione Europea si esprimerà.
Cosa comporta questa ennesima acquisizione?
A conti fatti, l’Alitalia verrà ricapitalizzata, passando dalle mani di Intesa San Paolo (88 milioni), Unicredit (65 milioni) ed Atlantia della famiglia Benetton (55 milioni).
Fra le altre aziende non possiamo infine tralasciare Poste Italiane che si è impegnata ad investire per il futuro 75 milioni, dopo averne spesi altri 75 dal settore pubblico, appena sei mesi fa”.
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