Cipro: l’Unione Europea chiede garanzie

cipro_europa_detta_legge_bceLe banche cipriote versano in cattive condizioni sebbene i loro forzieri siano gonfi dei soldi, (soprattutto di clienti stranieri) che hanno scelto l’isola perché, pur essendo membro Ue, è di fatto uno dei “paradisi fiscali” dove transitano soldi, puliti e non, armi, droga e chi più ne ha più ne metta. Analizziamo i fatti:

Giovedì la Bce ha confermato che le liquidità di emergenza prevista per Cipro dall’Eurotower, saranno garantite solo fino al 25 (giorno di festa nazionale), poi se Nicosia non dovesse presentare una soluzione  “credibile “ per raccogliere i 5,8 miliardi necessari ad ottenere l’aiuto di 10 miliardi, Francoforte farà decadere il provvedimento.

Cipro in realtà non ha ancora elaborato un piano concreto e l’unica proposta sensata sarebbe quella di creare una sorta di Fondo di investimenti di solidarietà, in cui verrebbero impegnati i beni dello stato e della chiesa ortodossa, necessari per ricapitalizzare le banche. Sulla fattibilità giuridica e tecnica stanno lavorando i servizi giuridici del Parlamento, ma non sarà facile trovare l’illuminazione.

Le ipotesi avanzate sono tante e tutte dubbie: si vocifera che il Fondo potrebbe essere finanziato dai russi, ma il ministro delle finanze Michail Sarris, che sta contrattando con i sovietici, non ha ancora ottenuto una risposta affermativa.

Secondo altre fonti invece 2,8 miliardi potrebbero venire dai fondi pensione semipubblici e altri 2 dalla ristrutturazione della Laiki bank , la banca popolare, che dal giugno 2012 è passata al controllo statale.

C’è poi chi ipotizza pure uno scorporo della banca popolare: in parte con la Bank of Cyprus e in parte in una “bad bank”.

Anche questo progetto dovrebbe coinvolgere Mosca. In questo caso Cipro potrebbe vendere i diritti sulle riserve di idrocarburi o cedere una base militare alla Russia.

Infine, tra le ipotesi” irrealizzabili” anche quella dell’uscita di Cipro dall’eurozona, ma i trattati non la contemplano.

Ricordiamo che il paventato “prelievo forzoso” sui depositi bancari, chiesto dall’Eurogruppo dietro suggerimento della Germania, è stato fermamente respinto dal governo e parlamento cipriota , dopo l’insurrezione popolare e dopo le reazioni negative dei Russi che hanno nelle banche cipriote circa 30 milioni. In realtà il provvedimento potrebbe innescare una reazione a catena in mezza Europa ed è sull’attuazione “intelligente” di tale progetto che la commissione sta lavorando.

A tal proposito il Commissario europeo per gli Affari economici, Olli Rehn, ha fatto sapere che entro la settimana ci potrebbe essere una nuova riunione dell’eurogruppo, probabilmente in videoconferenza, per discutere soluzioni alternative.

Nell’occhio del ciclone è finito proprio il presidente dell’eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, criticato per la gestione “fallimentare” di Cipro. Dijsselbloem si è difeso ricordando che l’eurogruppo aveva raggiunto un accordo, bocciato successivamente dal Parlamento. Ha inoltre sostenuto strenuamente la sua certezza che il prelievo forzoso avrebbe garantito la stabilizzazione economica di Cipro. Ha poi affermato che in ogni caso ci sarà un prelievo finale sui conti correnti, ma sarà equo.

Cipro, che pesa lo 0,2 sul pil dell’Unione Europea, sta causando grossi problemi tra Russia e resto d’Europa. Bruxelles infatti, per essere certa che i soldi saranno restituiti, aveva inizialmente deciso di applicare una tassa patrimoniale anche sui depositi dei non residenti, cosa che i russi non hanno gradito. Per le aziende russe, che utilizzano l’isola come una piattaforma per il denaro “grigio” ( tassa sulle società : 10% a Cipro, 20% in Russia) si tratta di un provvedimento altamente nocivo, dal momento che Bruxelles ha chiesto il blocco dei depositi per un lungo periodo.

Il presidente della Commissione Ue, Josè Barrso, ha affermato di essere seriamente preoccupato dopo il no di Cipro a tale provvedimento e allo stesso tempo sta cercando di tranquillizzare Vladimir Putin e Dimitri Medvedev , il quale ha già minacciato che se verranno lesi gli interessi del paese,  i russi ridurranno le riserve  in euro, che attualmente si attestano tra il 41 %e il 42%.

Appare più tranquillo invece il presidente della Fedaral Reserve, Ben Shlomo Bernanke, per il quale la crisi di Cipro non avrà un impatto enorme sui mercati internazionali e non causerà rischi seri per il sistema finanziario e per l’economia degli Stati Uniti.

Ciò che è certo è che Cipro non potrà chiedere prestiti oltre i 10 miliardi proposti dalla Ue, altrimenti il debito pubblico potrebbe arrivare al 100%.

Intanto le banche sono chiuse da sabato scorso e riapriranno mercoledì: chi vuole salvare i propri risparmi  potrà ritirare i soldi con il bancomat, ma non si potranno fare bonifici.

di Simona Mazza

foto: prestito.it

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