Caso Marò: Kerala definisce la mossa “inaccettabile”

MAR-TM~1Il Governo Italiano ha contravvenuto gli accordi con quello indiano e con una mossa tecnica, è riuscito a evitare che i due marò, Girone e Latorre, ritornino in India.

Utile precisare che in nostro governo ha pagato una salata cauzione (143 mila euro a testa) per consentire ai soldati di rientrare in Italia, soldi che andranno persi, il tutto per far rientrare due uomini che, volontariamente o involontariamente sarà la giustizia a dirlo, ne hanno uccisi altri due.

L’emittente indiana Ndtv ha riferito che il governo aspetterà fino al 22 marzo, data di scadenza del permesso concesso ai militari, prima di intraprendere azioni contro l’Italia, tra cui la chiusura dei rapporti diplomatici e dei negoziati economici.

Intanto Giulio Terzi, che al momento ha incassato un’assoluzione “indiretta” dell’Unione Europea,  ha dichiarato che l’Italia contesterà la giurisdizione indiana sul caso, ma non ha spiegato perché ha deciso di trattenere i nostri militari e contravvenire ai patti con il governo indiano. Catherine Ashton, portavoce dell’Alto rappresentante della politica estera, ha dichiarato che l’Ue “prende nota della dichiarazione del ministro e spera che si trovi una soluzione nel pieno rispetto della convenzione”.

Cosa si nasconde dietro questa decisione? Le ipotesi sono tante, ma una ci sembra tuttavia abbastanza plausibile. Il governo Terzi-Monti è in scadenza: una decisione plateale come quella presa dall’attuale esecutivo, catalizza il plauso dei patrioti, mentre eventuali conseguenze negative spetteranno ai successori.

L’emittente CnnIbn ha avanzato anche altre ipotesi inquietanti, tra cui uno strano scambio di favori. Utile precisare infatti che lunedì il governo di New Delhi avrebbe ricevuto dal nostro, il materiale relativo alle presunte tangenti pagate per la commessa dei 12 elicotteri di Finmeccanica (Agusta Westland) all’aviazione indiana.

La CnnIbn sostiene che a Febbraio il ministro degli Esteri Salman Kurshid avrebbe detto “Il governo italiano ci ha chiesto di intervenire, ma non era possibile, nello stesso modo in cui non lo era per loro fare qualcosa per la nostra inchiesta su Finmeccanica”.

Il sospetto avanzato dall’emittente è che ci sia stato uno scambio (taciuto all’opinione pubblica) di favori, per cui l’Italia avrebbe mandato parte dei documenti necessari all’India, e questa ha permesso ai marò di tornarsene a casa.

 Sospetti e punti interrogativi a parte, la situazione in India è incandescente. Il Primo Ministro Manmohan  Singh e il Chief minister del Kerala,Oomen Chandy, hanno accusato l’Italia di aver violato “tutte le regole diplomatiche e mettono in questione gli impegno solenni dati da un rappresentante accreditato da un governo”   e chiesto di rimandare in India i due marò per processarli , definendo all’unisono la vicenda “inaccettabile” realizzabile solo in un paese come l’Italia, che definiscono “la repubblica delle banane”.

Poi Singh ha affermato che il governo porterà avanti i canali diplomatici per riportare i due marines indietro. “Se non mantengono la parola, ci saranno conseguenze per i nostri rapporti con l’Italia”, ha detto con fermezza Singh, aggiungendo che un rapporto bilaterale ha funzionamento sulla base della fiducia. Tra le richieste avanzate c’è pure l’espulsione dell’ambasciatore italiano Daniele Mancini.

In conclusione, l’India vuole processare i marò in casa, l’Italia si appella ad un arbitrato internazionale, che però Delhi rifiuta.

Unica postilla: nessuno si pone il problema di ascoltare il dolore delle famiglie dei pescatori uccisi, Jelestine Valentine e Ajeesh Pink, i quali non intendono assolvere  gli “assassini” dei loro cari. La moglie di Valentine si sente tradita dalla giustizia.

Ricostruiamo in linea temporale la triste vicenda:

Feb 15, 2012: Due pescatori indiani vennero uccisi da due militari che si trovavano sulla nave italiana Enrica Lexie : avevano sparato contro la barca al largo della costa Kollam.

Feb 19, 2012:  Arrivati al porto di Kerala la polizia arresta i due marò italiani. Protesta l’Italia sostenendo che l’ incidente sia avvenuto in acque internazionali, ed è scontro diplomatico tra i due paesi.

Maggio, 2012:  I militari italiani vengono  rilasciati dal carcere dopo  una custodia giudiziaria 105 giorni. Molti ministri italiani visitano i marò.

21 dicembre 2012: l’India permette ai marò di tornare a casa per festeggiare il Natale.

4 gennaio 2013: Tornano a Kochi per affrontare il processo.

18 gen 2013: si chiede di istituire un tribunale marittimo  e si sposta il caso a Delhi. Il governo indiano permette loro di tornare in Italia per esprimere il proprio voto.

11 Mar 2013: l’Italia informa l’India che i due marò non torneranno.

14 Mar 2013: monito dell’India: “L’ambasciatore italiano non lasci il paese”.

di Simona Mazza

foto: baritoday.it

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