Il Califfo, sciupafemmine e amatissimo cantante lancia un appello: “Tra due anni, non ora, quando non potrò più cantare, fare le serate nei locali che oggi mi consentono ancora di vivere dignitosamente, avrò bisogno di una pensione”. E proprio a fronte della situazione descritta, richiede di accedere alla legge Bacchelli (legge 440 dell’8 agosto 1985), che prevede un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport; ma che versano in situazioni di disagio economico. In un’intervista rilasciata al Corriere della sera sostiene inoltre di essere malato: “Ho avuto un incidente, ho sei costole fratturate e cammino solo con il bastone”. “Non è che sto in mezzo a una strada, precisa il Califfo; ma sono preoccupato per quello che potrebbe accadere in futuro. Vorrei soltanto fare una vecchiaia serena”. Sembrano lontani i tempi delle auto sportive e delle belle moto; ma nessun rimpianto, tranne forse quello di non essersi tutelato per il futuro quando economicamente avrebbe potuto. Nessuna casa di proprietà e probabilmente anche un po’di solitudine, perché come spiega il cantante, alcuni amici li ha abbandonati lui; ma altri lo hanno tradito. Così ora in attesa che lo Stato risponda alla sua richiesta, altri locali ed altre serate “per tirare avanti” come lui stesso dice. E commenta “ma dopo questo bordello chissà se mi chiameranno ancora…”
di Redazione
Foto: www.raucci.net
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